Ambiente e salute

Arrestato per corruzione, il governatore Cdx della Liguria è ai domiciliari. L’accusa: “Favori in cambio di finanziamenti”

By admin

May 07, 2024

07/05/2024 – La Guardia di Finanza ha arrestato G. T. per corruzione. Il governatore ligure, agli arresti domiciliari, è accusato dalla Procura di Genova di corruzione ambientale, corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio e promesse elettorali. Nell’operazione – un terremoto giudiziario che si abbatte sulla maggioranza di centrodestra che guida la Liguria dal 2015 – sono state disposte misure cautelari per altri due big: l’ex presidente dell’Autorità Portuale di Genova P. E. S., oggi amministratore delegato e direttore generale della multiutility Iren, e l’imprenditore portuale A. S., ex presidente dei club calcistici Genoa e Livorno. S. è stato sottoposto alla custodia in carcere, S. agli arresti domiciliari.

Ai due, insieme a R. S. – figlio di A., sottoposto alla misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale – sono state sequestrate disponibilità finanziarie e beni per un valore complessivo di circa 570mila euro. L’ordinanza è stata notificata dalla Guardia di finanza a Toti in un hotel di Sanremo: martedì mattina, infatti, il governatore avrebbe dovuto partecipare a una conferenza stampa con Flavio Briatore per la presentazione del nuovo “Twiga” (il celebre stabilimento balneare versiliano) a Ventimiglia.

“I voti dei clan al partito di Toti” – Un secondo filone di indagine allunga poi sulla Liguria lo spettro del voto mafioso. C’è infatti un’ulteriore parte di questa inchiesta che si concentra su pacchetti di voti che spiegherebbero il boom elettorale del partito fondato da Toti, Cambiamo!, che alle regionali del 2020 aveva ottenuto lo straordinario risultato del 22% (surclassando partiti della sua stessa maggioranza ben più radicati a livello nazione, come la Lega, 17%, Fratelli d’Italia, 10%, Forza Italia, 5,7%). Dietro quell’exploit ci sarebbero secondo gli inquirenti pacchetti di voti garantiti da personaggi vicini al clan mafioso nisseno dei Cammarata, originario di Riesi, confluiti nel boom di preferenze registrate da vari candidati totiani. In questo filone Cozzani è accusato di corruzione elettorale con aggravante mafiosa, perché, per l’accusa, avrebbe agevolato l’attività di Cosa Nostra, mentre Toti è indagato per il solo reato di corruzione elettorale. – [CONTINUA SU FONTE]