Corruzione Parlamento Ue, arrestata la segretaria dell’eurodeputato Fdi Martusciello

21/03/2025 – Scossone. Il giorno dopo le indiscrezioni arrivate dal Belgio, relative al presunto coinvolgimento di Giuseppe Ferrandino (ex eurodeputato Azione) e Fulvio Martuscello (capodelegazione di Forza Italia), accusati di aver falsificato le firme al Parlamento europeo per ottenere l’indennità giornaliera di 350 euro, arriva un arresto. Non rientrerebbe dunque nel cosiddetto caso Huawei, esploso in Belgio pochi giorni fa. A finire nel carcere di Secondigliano è stata Lucia Simeone: l’assistente di Martusciello, che è anche segretario regionale azzurro in Campania, è stata fermata a Caserta.

Arrestata l’assistente di Fulvio Martusciello
Secondo quanto riferito da Ansa, Lucia Simeone è stata fermata dalla polizia vicino Caserta.
Condotta nel carcere di Secondigliano, è accusata di: associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione!

I nomi di Giuseppe F. e Fulvio M.
Ma i quotidiani belgi Le Soir e Knack, proprio il giorno prima della vicenda Simeone, avevano scritto come l’ex eurodeputato di Azione Giuseppe F. (eletto nel Pd alle Europee del 2019 e poi transitato nel partito di Calenda) e l’attuale capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, Fulvio M., erano finiti sotto la lente della Procura europea (Eppo) per presunte irregolarità nelle loro note spesa.

Come spiegato dall’Ansa, l’indagine era partita più di un anno fa: la polizia belga ha monitorato i due politici su richiesta dei magistrati europei.

Sono sospettati di aver falsificato le firme relative sulle presenze in aula per ottenere indebitamente l’indennità giornaliera di 350 euro. Secondo l’Eppo, i due si sarebbero firmati a vicenda la partecipazione ai lavori parlamentari, anche quando solo uno dei due era effettivamente presente, così da incassare il massimo dei rimborsi. Sarebbero stati beccati dopo la segnalazione di un funzionario incaricato di registrare le presenze. Nel mirino della Procura ci sarebbero anche alcuni rimborsi per i trasporti.

La vicenda slegata dal caso Huawei
L’arresto di Lucia Simeone non avrebbe a che fare con il cosiddetto caso Huawei, esploso giovedì 13 marzo a Bruxelles.

Prima di Simeone, erano stati arrestati 4 lobbisti legati all’azienda cinese, sospettati di aver corrotto una quindicina di ex e attuali eurodeputati per favorire gli interessi cinesi in Europa.

Fino all’arresto di Simeone, non era stata data notizia in merito a eurodeputati o assistenti indagati.
Martusciello, nelle scorse ore, ha respinto le accuse. L’eurodeputato ha affermato che si tratta di “questioni risalenti a 4 anni fa, già chiarite con gli uffici dell’Europarlamento”. – [FONTE]

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