Cronaca

Consultazioni, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi restano soli. E il Cavaliere chiede garanzie su Giustizia e Comunicazioni

By admin

February 20, 2014

A un certo punto, fuori i secondi: “Signori, potete lasciarci cinque minuti da soli?”. Nella sala del Cavaliere – già, si chiama così – Silvio Berlusconi e Matteo Renzi restano soli. A suggellare la profonda sintonia. Perché, sull’argomento, meglio l’assoluta riservatezza. È il prossimo ministro della Giustizia l’oggetto dello scambio riservato. E delle Comunicazioni. In cambio della sua opposizione “responsabile” e non belligerante, Berlusconi chiede figure non ostili. A quel punto, la sua benedizione alla pax renziana è totale, come lascia intendere nella conferenza stampa finale: “Saremo all’opposizione ma sui singoli provvedimenti se riterremo saranno favorevoli al Paese li voteremo altrimenti no, se non sono per gli interessi degli italiani”

Trapela poco, molto poco del faccia a faccia. Indiscrezioni, secondo cui il Cavaliere avrebbe chiesto alle Comunicazioni la conferma di Antonio Catricalà, il mandarino legato a Letta (Gianni) che assunse la delega di nell’era di Letta (Enrico), dopo che, nell’era Monti, nel ruolo di sottosegretario alla presidenza, evitò che si arrecassero danni all’Impero del Cavaliere. Ma è soprattutto sulla Giustizia che l’ex premier ha chiesto “garanzie”. Via libera a Guido Calvi, peccato che l’avvocato ex Ds non è disponibile. Mentre del presidente del tribunale di Milano Livia Pomodoro, Berlusconi “non si fida”. Così come non si fida di Vietti, espressione degli interessi dei magistrati.

Quando rientrano i secondi (Paolo Romani e Renato Brunetta da una parte, Graziano Delrio e Lorenzo Guerini dall’altra) la sensazione è che la profonda sintonia sia rafforzata. Tanto che Berlusconi dispensa consigli: “Matteo, all’Economia devi mettere uno di tua totale fiducia. Te lo dico per esperienza”. Suggerimenti sulla linea dura in Europa, sul rigore e sulla crescita. Il senso del messaggio di “Silvio” è: “Per un anno hai carta bianca”. Per questo, Forza Italia non farà barricate se la legge elettorale non sarà approvata, subito, dai due rami del Parlamento. La road map concordata prevede che entro fine mese l’Italicum passerà alla Camera, poi verrà incardinata la riforma del Senato. A quel punto il secondo passaggio perché, spiegano i renziani, “con una legge elettorale approvata è difficile reggere, a quel punto si vota”. Ecco l’anno di tempo di cui parla il Cavaliere che coincide con lo smaltimento dei servizi sociali (o dei domiciliari). In questo anno, lascia intendere l’ex premier, l’opposizione sarà responsabile, il che significa che potrebbe votare i provvedimenti che ritiene giusti su fisco e semplificazioni. In cambio (oltre alla Giustizia e alle Comunicazioni) le garanzie riguardano le soglie di sbarramento della legge elettorale: “Niente scherzi, quelle stabilite non si toccano”.

Insomma, consapevole che una qualunque formula di sostegno – dall’appoggio esterno alla fiducia – avrebbe danneggiato Renzi, il Cavaliere sceglie di “non aderire” proprio per “non sabotare”. Almeno per ora. E per la prima volta si abbandona a una considerazione anagrafica che rappresenta l’endorsement più significativo che potesse fare: “Siamo d’accordo su un ringiovanimento della squadra di governo, oggi ho avuto il piacere di incontrare un presidente incaricato che ha esattamente la metà dei miei anni”. FONTE