Cronaca

5 COMMENTI A CALDO SUL GOVERNO RENZI: Berlusconi accontentato sulla giustizia, l'”eccellente” e piena di colpe Lorenzin riconfermata

By argentino serraino

February 21, 2014

Qualche breve commento, a caldo, sull’uscita ufficiale dei nomi che formeranno la squadra del Governo Renzi.

Ricapitolando: Sottosegretario alla presidenza del Consiglio (vice ministro, ndr), Graziano Delrio. Ministeri con portafoglio: Esteri, Federica Mogherini; Interno, Angelino Alfano; Giustizia, Andrea Orlando; Difesa, Roberta Pinotti; Economia e Finanze, Pier Carlo Padoan; Sviluppo Economico, Federica Guidi; Politiche agricole, Maurizio Martina; Ambiente, Gian Luca Galletti; Trasporti e Infrastrutture, Maurizio Lupi; Lavoro, Giuliano Poletti; Istruzione, Stefania Giannini; Beni e attività culturali, Dario Franceschini; Salute, Beatrice Lorenzin. Ministeri senza portafoglio: Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi; Per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia. Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta.

Qualche commento è d’obbligo farlo subito, sperando, visti i nomi, che il Parlamento non voti la fiducia e, letteralmente, salvi l’Italia.

1) A quanto pare Renzi vuole iniziare sin da subito ad abolire qualche Ministero;  infatti ha iniziato rapidamente con quello delle Pari opportunità. Nel suo elenco è assente. Ottimo. Ci sono già otto donne nel Governo, ergo le pari opportunità non servono più, avrà pensato l’ex sindaco. E a quel paese l’articolo 3 della Costituzione, pensano i cittadini.

2) Salta subito all’occhio Orlando, Pd, ministro della Giustizia. Il caro Andrea, da sempre forte del suo diploma di Liceo Scientifico, è un factotum: il giorno prima è ministro dell’Ambiente e il giorno dopo passa alla Giustizia. Sembrava ormai certo il nome di Nicola Gratteri, il famoso pm anti ‘ndrangheta di Reggio Calabria, davvero un peccato. Renzi avrebbe potuto fare molto e allo stesso tempo dare un grosso segnale a tutta l’Italia nominandolo, invece sembra solo aver accontentato il Cav. Durante le consultazioni quest’ultimo è rimasto solo con il (forse) futuro Premier, e, secondo le indiscrezioni, il pregiudicato avrebbe chiesto un ministro della Giustizia “tranquillo” in cambio di un’opposizione debole da parte di FI.  In Italia funziona così, che sia Letta, Renzi o il gatto con gli stivali, decide sempre e tutto Berlusconi.

3) Beatrice Lorenzin alla Salute. Emblema della continuità di questo Governo con il precedente. Anche lei forte del suo diploma, è stata accusata nell’ultimo mese: di essere contro la cura Stamina; a favore della vivisezione; di essere in palese conflitto di interesse poichè iscritta alla fondazione Vedrò che ha tra i suoi maggiori finanziatori Farmindustria; di aver composto commissioni molto “leggere” per il metodo Stamina e per i metodi sostitutivi alla sperimentazione animale. Lei come Lupi, che definì la Tav “un’opera fondamentale e strategica per l’Italia e per l’Europa“, confermati, a quanto pare, visto il loro ottimo lavoro svolto.

4) Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta. Nessuna colpa in particolare la sua, solo una precisazione. Alle primarie del Partito Democratico aveva appoggiato Civati il quale addirittura l’aveva inserita nel suo “pantheon” ideale. Civati e i “civatiani” (sempre se il loro numero conti qualcosa) adesso voteranno la fiducia? Peccato due volte, Civati poteva dimostrare un minimo di coerenza e non ha fatto nemmeno questo. Il Pd è uguale al Pdl, forse Grillo aveva pienamente ragione: le poltrone non si toccano, motto che vale “in omne tempus”.

5) “Alfano Ministro? Meglio cambiare”. Così ieri proprio Matteo Renzi. Si sarà poi ricordato del suo ottimo lavoro nel caso Shalabayeva e avrà cambiato idea. Insomma, aveva anche detto di non voler fare un Governo Letta senza Letta, ma la situazione non sembra essere cambiata. Facce nuove, disgrazia vecchia. Metodo nuovo, meritocrazia ancora assente.

 

L’unica nota positiva è l’allontanamento dei Radicali, con l’esclusione di Emma Bonino dagli Esteri. Con il consenso di Napolitano è stata data vita a questa nuova squadra che dovrà fare “una riforma al mese”, Obama docet. Adesso la parola spetta ai fatti, ma se il buongiorno si vede dal mattino siamo tornati punto a capo. Una cosa però è certa, Renzi, al contrario di quanto afferma, non arriverà lontano.

“Matteo Renzi aveva promesso un governo Renzi, invece ha appena fabbricato un Letta-bis, cioè un Napolitano-ter. Aveva avuto un’unica idea geniale: un magistrato onesto, competente, efficiente ed estraneo ai giochi di corrente come Nicola Gratteri. Napolitano gliel’ha subito cassata e lui s’è subito arreso. Peggio per lui, per la Giustizia, e soprattutto per noi.” Marco Travaglio