Cronaca

Corte dei conti boccia la Vigilessa a palazzo Chigi, raccomandata da Renzi

By admin

April 10, 2014

La vigilessa è stata bocciata. Si potrebbe buttarla in battuta (tipo: carro attrezzi in zona rimozione a piazza Colonna), se la vicenda non fosse maledettamente seria. La Corte dei Conti, cui spetta il controllo di legittimità sugli atti della presidenza del Consiglio, ha rispedito al mittente la nomina del nuovo capo del dipartimento affari giuridici e legali di palazzo Chigi, Antonella Manzione. Perché? Perché non avrebbe i requisiti per l’incarico. Uno smacco per Matteo Renzi.

Procediamo con ordine. Il premier aveva deciso di imprimere un deciso rinnovamento nelle strutture di vertice della presidenza del Consiglio. Al grido di “fuori i consiglieri di Stato”, ha voluto nelle posizioni apicali volti nuovi. Per esempio, ha scelto come segretario generale Mauro Bonaretti (un esterno alla pubblica amministrazione nonostante molte esperienze, al suo interno, a vari livelli). Più ardita era sembrata la nomina del Dipartimento affari giuridici e legali, in pratica l’ufficio che si preoccupa di coordinare l’attività normativa del governo soprattutto nella parte finale, nella fase cioè che precede l’arrivo dei provvedimenti al Consiglio dei ministri. Questo ufficio (le cui competenze, assieme solo a quelle del segretariato generale, sono prescritte espressamente dalla legge di riforma della presidenza, la 400/88) è stato di solito appannaggio dei magistrati amministrativi. E un consigliere di Stato era anche l’ultimo capo del Dagl (questa la sigla), Carlo Deodato. Non è un caso, né un privilegio delle toghe amministrative: la posizione è stata ricoperta spesso da loro perché è la legge a prescriverlo. Infatti, le figure che possono assumere l’incarico sono quattro: magistrato delle giurisdizioni superiori, ordinaria o amministrativa, ovvero un dirigente generale dello Stato o un avvocato dello Stato o un professore universitario di ruolo di discipline giuridiche. Renzi ha voluto rompere questa tradizione (e un po’ anche i limiti della regola) e ha nominato Antonella Manzione, capo dei vigili urbani di Firenze, poi promossa anche a city manager. Dunque, Manzione è sì un dirigente pubblico, ma fa parte del comparto enti locali e quindi non può ritenersi un dirigente dello Stato a tutti gli effetti. Per questo, la sua nomina è finita sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti che – a questo punto- la rispedirà indietro. La notizia non è di secondo piano. Sebbene la magistratura contabile abbia valutato solo il merito di questo caso specifico, è evidente che si tratti del primo (e ci si augura ultimo) grande conflitto aperto tra Renzi e le altre altre istituzioni. È la prima volta, insomma, che un atto del suo governo viene impugnato. Non un atto politico vero e proprio, ma è innegabile che politiche saranno le conseguenze. Ora bisognerà vedere se Matteo ammetterà l’inutile forzatura e se sceglierà una figura con i requisiti attualmente richiesti. O se, piuttosto, non deciderà di cambiare anche quelli. fonte