Ambiente e salute

Germania 22/9/2011, Vescovi rifiutano di stringere la mano a Papa Benedetto XVI

By admin

February 09, 2016

Il video che mostrerebbe i vescovi che si rifiutano di dare la mano a Benedetto XVI è una bufala. Lo ha spiegato il gran scopritore di “balle 2.0″ che circolano in rete, Paolo Attivissimo.

Ha ricominciato a circolare in rete un vecchio video – «ripreso dalla tv polacca», primo errore: è del Ctv, il Centro televisivo vaticano – che mostra un incontro – «mai mostrato dalle tv italiane» – tra l’allora papa e alcuni vescovi che, a fronte del gesto del pontefice di tendere loro la mano, si rifiuterebbero di stringerla. Il video circola da giorni e ha diviso gli internauti: tra chi si è detto scandalizzato per l’atteggiamento dei pastori della Chiesa e chi è arrivato a scrivere che «Benedetto XVI se lo è meritato per quel che ha fatto».

La verità, infatti è che «il Papa non sta porgendo la mano ai prelati, ma li sta presentando al presidente tedesco. La versione integrale del video, ripreso dalla TV vaticana (non dalla “TV polacca”), mostra (da 5:00 in avanti) che il presidente tedesco fa lo stesso gesto di tendere la mano in segno di presentazione a Benedetto dei membri del proprio governo, come si vede qui accanto. L’equivoco qui è meno facile perché Wulff tende la mano sinistra, mentre Benedetto, quando presenta i propri prelati, tende quella destra».

«In altre parole – scrive Attivissimo – , i “vescovi” non stanno snobbando Benedetto, ma stanno fraintendendo il gesto del Papa, scambiandolo per una mano tesa da stringere (o cogliendo l’occasione per stringerla), quando in realtà a questo punto della cerimonia dovrebbero stringere la mano al presidente tedesco; quindi sono semmai i prelati che stringono la mano al Papa a compiere una gaffe, non quelli che “rifiutano” di farlo. L’audio italiano del video originale cita anche i nomi di alcuni di questi prelati (il cardinale Tarcisio Bertone, per esempio). Attenzione, insomma, a non pensare che i video non possano mentire e a non interpretare le immagini secondo la propria visione del mondo invece che secondo il loro contesto».