Ambiente e salute

REGIONE VENETO: Scandalo tangenti MOSE, esteso su due filoni gemelli, coinvolto anche TOSI della Lega, sindaco di Verona

By admin

June 10, 2014

Non c’è solo lo scandalo Mose in Veneto. Sanità e strade sono i due filoni ‘gemelli’ dell’inchiesta sul sistema di barriere mobili per proteggere Venezia dall’acqua alta e con questa sono direttamente collegati. E pur essendo ancora in fase iniziale, questi due filoni avrebbero già messo nel mirino personalità di rilievo nel Veneto e rischiano di fare ‘vittime’ eccellenti. A riferire i nuovi sviluppi sull’inchiesta è stato il quotidiano La Stampa che ha ricostruito come nell’indagine sulla sanità sarebbe spuntato il nome di Flavio Tosi, dal 2007 sindaco di Verona. LE OMBRE SULLA SANITÀ. La figura chiave tra il Mose e gli ospedali è, però, Giancarlo Ruscitti, ex segretario per la Sanità e il sociale del Veneto, ora indagato nell’inchiesta sul sistema anti-maree della Laguna, e in passato coordinatore per la realizzazione del nuovo ospedale di Padova. Ed è a lui che Giovanni Mazzacurati, il manager ai vertici del Consorzio Venezia Nuova (Cvn) fino al 2013, si rivolse per realizzare la struttura sanitaria nella città veneta. POTERE IN MANO ALLA LEGA. Uomo di fiducia dell’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, Ruscitti lasciò il ruolo di segretario per la Sanità e il sociale nel 2010 dopo che il neopresidente della Regione Luca Zaia decise di riequilibrare i poteri, sbilanciati a favore di Tosi. La sanità veneta, infatti, è un assessorato lasciato da 20 anni in mano alla Lega Nord: prima con Tosi, poi con i veronesi Francesca Martini e Luca Coletto, fedelissimi del sindaco di Verona. Le indagini sul project financing e i suoi tassi d’interesse

Ora il troncone giudiziario su cui indagano i magistrati riguarda il meccanismo di project financing con il sospetto di tassi di interesse al di sopra delle soglie di usura. In una intercettazione finita agli atti, Mazzacurati disse di avere delle mire verso l’ospedale di Padova. E, secondo quanto scritto dai giudici, affidò a «Ruscitti un incarico per promuovere il consenso politico alla costruzione del nuovo nosocomio, cui il Cvn è interessato». TOSI DIETRO GLI OMISSIS? Il manager di Cvn si mosse a tutto campo, incontrando anche Flavio Zanonato, all’epoca dei fatti sindaco di Padova. Ed è in questo filone che sarebbe spuntato anche il nome di Tosi. Perché sarebbe lui, secondo quanto hanno riferito fonti investigative al quotidiano diretto da Mario Calabresi, «l’importante personalità politica» il cui nome è comperto da omissis, al quale fa riferimento Ruscitti in una telefonata del 2010 con Mazzacurati. E l’omissis è spiegato, sempre secondo le fonti consultate da La Stampa, perché si tratta di un’indagine ancora in corso. MOSSE FINO AL GOVERNO. Dal politico, Ruscitti e Mazzacurati volevano informazioni proprio sull’ospedale di Padova. «Gli ho detto che l’andrò a trovare», diceva il primo al secondo, che gli rispondeva: «Lui è una questione importante». I due, poi, parlavano anche del futuro del politico. «Mi ha detto che è preoccupato per Roma», riferiva Ruscitti, che poi diceva all’altro: «Rischiamo di torvarcelo ministro della Sanità». FONTE

Ecco il commento di TOSI, appena dopo gli arresti del MOSE il 4 giugno scorso: “I sindaci del Pd sono schizofrenici”. C’è una schizofrenia nelle dichiarazioni dei sindaci del Pd». Così il sindaco di Verona, Flavio Tosi, commentando la raffica di arresti nell’indagine sugli appalti per il Mose, che ha coinvolto anche il primo cittadino di Venezia, Giorgio Orsoni. «Alcuni sindaci importanti – ha spiegato Tosi – portano solidarietà umana al collega Orsoni, in altri casi quando qualcuno ha portato solidarietà umana a chi è stato coinvolto in vicende simili è stato accusato di complicità o altro». «E tutti sanno a cosa mi riferisco» ha aggiunto Tosi parlando, senza nominarlo, della vicenda del suo ex vice, Vito Giacino, in carcere dal 17 febbraio scorso con l’accusa di concussione. Tosi ha poi evidenziato che «dare la colpa alle norme, come ha fatto qualche esponente del Pd, non ha senso. In realtà la disonestà è un fatto individuale, come anche la responsabilità penale è legata alle singole persone». «Quindi – ha continuato – non si può imputare alle norme di emergenza il fatto che ci sia la corruzione, ammesso che ci sia perchè vale la presunzione d’innocenza, finchè non ci sarà l’esito definitivo del processo penale». «Poi – ha concluso – è paradossale tirare in ballo il governatore Zaia, che non c’entra assolutamente nulla in questa vicenda. Dare la colpa a Zaia è veramente assurdo».