Ambiente e salute

SANZIONI RUSSE: RENZI CONDANNA A MORTE MIGLIAIA AZIENDE ITALIANE

By admin

September 02, 2014

31 agosto 2014 – SCATTA a sorpresa l’embargo a moda e tessile. La Russia spaventa anche Rimini e la Romagna. Dove il settore fashion è tra quelli portanti dell’economia, insieme al turismo. Da domani entra in vigore una risoluzione per lo stop all’importazione di calzature, capi d’abbigliamento e pelletteria da Usa e Unione Europea, firmata l’11 agosto dal premier Medvedev. Solo 4 giorni prima Mosca aveva stoppato l’import agroalimentare: formaggi, salumi e prodotti ortofrutticoli. «Per il nostro distretto moda — commenta Maurizio Temeroli, direttore Camera di Commercio — quello russo è diventato il principale mercato. Un embargo esteso sarebbe rovinoso». Per ora la risoluzione del governo di Mosca parla solo di forniture di abbigliamento e tessile legate allo Stato e agli enti russi: un impatto limitato. Ma se la spirale di ritorsioni legate alla crisi e al conflitto in Ucraina continuasse è palese il rischio di un embargo a 360 gradi. «Per ora il nuovo embargo su calzature e abbigliamento – dice da Mosca Gimmi Baldinini, titolare dell’impero delle scarpe di lusso, con 130 negozi in Russia – è limitato. Se si allargasse, sarebbe un disastro. La Russia è il mio cliente più importante. Sento parlare qui a Mosca anche di un possibile blocco aereo di voli americani ed europei. Speriamo non lo attuino». «Sin dal manifestarsi della crisi – attacca Massimo Ferretti, presidente di Aeffe Group – abbiamo avviato uno stretto monitoraggio dell’area con aggiornamenti frequenti da parte dei nostri partners commerciali. Per il momento la situazione è sotto controllo anche se suscettibile di evoluzioni». «Ovviamente auspichiamo quanto prima – conclude – una soluzione positiva del conflitto, sperando che prevalgano le ragioni del buon senso». «Il blocco all’import del settore moda sarebbe una tragedia per noi e per l’Italia – avverte Paolo Gerani, amministratore delegato del Gruppo Gilmar -, è un mercato fondamentale, specie in un momento di stagnazione del mercato europeo. Un embargo esteso sarebbe la fine».

di Mario Gradara RESTO DEL CARLINO