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De Magistris, sindaco di Napoli: dalla condanna alla sospensione

By admin

September 27, 2014

Tutto nasce dalla condanna in primo grado per abuso d’ufficio a 15 mesi di reclusione (pena sospesa) decisa dalla decima sezione penale del tribunale di Roma. I fatti risalgono al 2007, quando De Magistris era pm a Catanzaro e conduceva l’indagine «Why not» sull’uso di fondi pubblici per la formazione professionale in Calabria, delegando al poliziotto e consulente informatico Gioacchino Genchi (pure lui condannato) l’acquisizione di tabulati telefonici. Tra questi, i dati di otto utenze telefoniche riconducibili a parlamentari (tra cui Prodi, allora premier, e Mastella, allora ministro della Giustizia). Secondo la Procura di Roma che ha istruito il processo, De Magistris e Genchi violarono la legge che tutela la riservatezza dei parlamentari, acquisendo i loro dati telefonici (chi, quando e per quanto tempo ha chiamato ed è stato chiamato, non il contenuto delle conversazioni) senza la prescritta autorizzazione delle Camere. A conclusione del dibattimento, la Procura aveva chiesto l’assoluzione di De Magistris e la condanna di Genchi. Il tribunale ha condannato entrambi.

Come mai si riparla della legge Severino? La legge Severino, approvata come decreto legislativo dal governo Monti alla fine del 2012, è la stessa applicata dal Senato un anno fa per sancire la decadenza di Silvio Berlusconi in seguito alla condanna penale definitiva per fronde fiscale. Il caso De Magistris è diverso: la sua condanna non è definitiva (ha già annunciato ricorso in appello). Ma la legge Severino prevede (articolo 11, comma 1) la «sospensione di diritto» per i sindaci che «hanno riportato una condanna non definitiva» per una serie di reati tra cui, appunto, l’abuso d’ufficio. Continua su Fonte

Cosi Commenta il Sindaco di NAPOLI:

***Insomma una sentenza inaccettabile e intrisa di violazioni di legge. Prima di censurare ciò che ho detto o fare una difesa corporativa l’Anm legga le mie dichiarazioni. So discernere. La magistratura non è un moloch di gente per bene, perché ci sono anche fior di delinquenti. Se l’Anm intende censurare le mie dichiarazioni ha tutto diritto di farlo, come io ho tutto diritto di fare critiche da persona che pensa di aver subito ingiustizia. Non mi lascio trascinare da chi oggi vorrebbe da me un attacco alla magistratura. Vengo da quattro generazioni di magistrati, sono magistrato e penso che in magistratura ci siano diversi magistrati collusi e corrotti, che non applicano la legge secondo rispetto della Costituzione. Da domani inizierò a rendere pubblici tutti gli atti delle mie vicende in modo che non saranno solamente i magistrati a valutare queste cose, ma i cittadini. Del resto non sono più atti coperti da segreto. Vengo condannato per aver disposto, con un decreto, l’acquisizione di alcune utenze di parlamentari che un consulente aveva chiesto di acquisire e accanto all’utenza non c’era il nome del parlamentare. Non potevo saperlo. In un Paese democratico ci si preoccupa casomai di come mai certi parlamentari avessero determinati rapporti. Sembra veramente paradossale che gli accusati diventino accusatori e chi ha avuto il coraggio di fare le indagini oggi paga. Con l’inchiesta ho toccato ambienti molto più grandi della politica, ci sono cose più grosse e pervasive. Credo che ci siano circa 50 verbali non ancora usciti sulle vicende salernitane. Non parlo di sentenza politica ma oggi si vanno a saldare cose vecchie e nuove e le persone spesso sono le stesse: basta vedere chi c’era prima, chi c’è ora, chi c’era al Csm. A breve sarò giudicato dalla Corte d’Appello e questa sentenza gravissima sarà riformata. Ho pagato perché non mi sono fatto corrompere. Del resto non sono più atti coperti da segreto. Vengo condannato per aver disposto, con un decreto, l’acquisizione di alcune utenze di parlamentari che un consulente aveva chiesto di acquisire e accanto all’utenza non c’era il nome del parlamentare. Non potevo saperlo. In un Paese democratico ci si preoccupa casomai di come mai certi parlamentari avessero determinati rapporti. Sembra veramente paradossale che gli accusati diventino accusatori e chi ha avuto il coraggio di fare le indagini oggi paga. Con l’inchiesta ho toccato ambienti molto più grandi della politica, ci sono cose più grosse e pervasive. Credo che ci siano circa 50 verbali non ancora usciti sulle vicende salernitane. Non parlo di sentenza politica ma oggi si vanno a saldare cose vecchie e nuove e le persone spesso sono le stesse: basta vedere chi c’era prima, chi c’è ora, chi c’era al Csm. A breve sarò giudicato dalla Corte d’Appello e questa sentenza gravissima sarà riformata. Ho pagato perché non mi sono fatto corrompere.