Ambiente e salute

Renzi a Ferrara, tra fischi e uova marce. Dal palco replica: “Rispettate le idee”

By admin

October 03, 2014

FERRARA – Una contestazione con cartelli e fischietti ha accolto il presidente del Consiglio Matteo Renzi al suo arrivo sul palco del Festival di Internazionale a Ferrara. Un gruppetto di una trentina di manifestanti ha urlato: “Vai a casa, buffone”.

Giornata impegnativa, per Matteo Renzi, oggi a Ferrara per inaugurare una scuola e partecipare a un dibattito. Confermato l’incontro di martedì con i sindacati. Ferrara, 3 ottobre 2014 – Giornata impegnativa, per Matteo Renzi, oggi a Ferrara per inaugurare una scuola e partecipare a un dibattito. Intanto, dopo l’intervista a Cnn, il premier italiano ha parlato anche al Financial Times, per rivendicare la riforma del lavoro del suo governo. E da Ferrara conferma l’incontro con i sindacati fissato per martedì.

FISCHI E UOVA MARCE – Il presidente del Consiglio è stato contestato al suo arrivo nella piazza municipale di Ferrara dove partecipa a un dibattito con tre giornalisti stranieri nell’ambito del Festival di Internazionale. Cartelli alzati e grida di “buffone, buffone” hanno accolto l’inizio del dibattito e si sono intensificate quando il presidente del Consiglio ha cominciato a parlare. Sono state anche lanciate uova marce dai contestatori. Ai manifestanti che lo hanno accolto con fischi, urla e cartelli di protesta il premier dal palco, ha risposto parlando della necessità di “rispettare le idee”.

“La prima cosa che ho imparato è il rispetto delle idee e delle persone, e credo che tante persone sono qui non per farsi una frittatina o una crepe ma per ragionare: a chi non ha altri argomenti che le uova, noi continuiamo a rispondere con un sorriso nonostante i tentativi di tappare la bocca”, ha detto Renzi. Poco dopo il premier torna sul lancio di uova. “Gli fate un applauso”, dice riferendosi a uno dei giornalisti che lo sta intervistando in piazza. “Lui – spiega – si è preso l’uovo sul calzino. A me, non hanno preso…”. I contestatori dicono di appartenere al Movimento 5 stelle e a vari comitati contro la privatizzazione dell’acqua e per l’ambiente. Sui cartelli scritte contro l’Eni e contro la cementificazione del territorio. Alcuni cittadini si sono contrapposti ai manifestanti applaudendo al premier.

LA VISITA ALLA SCUOLA – “Oggi a Ferrara per la festa di @Internazionale. Prima visito uno degli oltre settemila cantieri scolastici del 2014”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi su Twitter.

Renzi, ha visitato nel pomeriggio il cantiere della scuola dell’infanzia “Aquilone”, danneggiata dopo il terremoto in Emilia del maggio 2012. Accompagnato dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, e dal sindaco della città, Tiziano Tagliani, il premier si è fermato per una decina di minuti all’interno della struttura. Ad attenderlo fuori dalla scuola, un centinaio di cittadini e alcuni bambini con gli insegnanti che lo hanno applaudito al suo arrivo. Ad accoglierlo anche il candidato del Pd alle prossime elezioni regionali, Stefano Bonaccini, e i rappresentanti locali del partito. Renzi avrebbe dovuto inaugurare la scuola “Aquilone”, ma a causa dei ritardi la visita si è trasformata in un “verifica” dei lavori nel cantiere. Renzi ha salutato la piccola folla attorno alla scuola Aquilone e ha posato per alcuni selfie con vari cittadini.

I SINDACATI -“Martedì incontrerò i sindacati, ma mi permettete di dire che anche i sindacati devono cambiare e non solo la classe politica”, scandisce Renzi, secondo cui fra “anche i sindacati hanno avuto colpa di non capito il cambiamento” e citando come il 54% degli iscritti siano pensionati.

AL FINANCIAL TIMES – “L’accordo sulle politiche del mercato del lavoro è risolto. Per la prima volta il Partito democratico italiano ha votato per dare agli imprenditori la possibilità di licenziare i lavoratori, senza un giudice”, ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un’intervista rilasciata al Financial Times. “Con questa decisione – ha aggiunto – l’Italia diventa esattamente come gli altri Paesi”. Quanto alla possibilità che il dissenso interno al Pd possa potrebbe minare l’impatto economico della riforma, “non sono preoccupato – risponde -, la questione è come scriviamo le regole”. FONTE