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GALAN TORNA A CASA, AI DOMICILIARI, NELLA VILLA DELLE TANGENTI

By admin

October 10, 2014

09/10/2014 – L’ex Doge del Veneto torna a Villa Rodella dopo avere ottenuto il patteggimanento a 2 anni e dieci mesi e una multa di 2,6 milioni di euro. Ha perso 22 chili, dicono i legali e ha “accettato l’inaccettabile” solo per poter riabbracciare la figlioletta.

Alla fine anche Giancarlo Galan, come molti protagonisti dell’inchiesta sul Mose, ha patteggiato e ha fatto ritorno nella sua splendida residenza a Cinto Euganeo, in quella Villa Rodella che è stata “croce e delizia” della sua vicenda giudiziaria dove starà agli arresti domiciliari. Da questa sera potrà rivedere il profilo dei suoi Colli Euganei, stringere la sua amata bambina e mettere ordine nei suoi pensieri. Secondo la difesa, Giancarlo Galan avrebbe “accettato l’inaccettabile perché non ce la faceva più a rimanere imprigionato”.

La decisione che ha portato alla scarcerazione di Galan è avvenuta in mattinata quando il Gip di Venezia Giuliana Galasso ha firmato il provvedimento per gli arresti domiciliari che rientrano nella procedura di patteggiamento avviata dai legali dell’ex presidente della Regione, con la Procura veneziana.

Il Doge torna a casa. Non da vincitore, come aveva ipotizzato sbandierando con spettacoloso clamore la sua innocenza. Ma da vinto, dopo aver “ceduto” al patteggiamento, come hanno fatto nelle scorse settimane altri venti inquisiti dell’inchiesta Mose. E già oggi Giancarlo Galan è fuori dal carcere milanese di Opera e torna a casa, agli arresti domiciliari, a Villa Rodella, la sua dimora antica sui colli Euganei, a ridosso di Padova.

Il giudice per le indagini preliminari di Venezia Giuliana Galasso ha firmato il provvedimento per gli arresti domiciliari, in conformità alla procedura di patteggiamento avviata ieri dai legali di Galan con la Procura veneziana. La pena ipotizzata dall’accordo, e definita congrua dai magistrati inquirenti, è di 2 anni e 10 mesi, oltre a una multa da 2,6 milioni di euro. “La sanzione complessiva risponde – secondo il Procuratore Luigi Delpino e il procuratore aggiunto Carlo Nordio della Procura di Venezia – al fondamentale criterio di rieducazione contenuto nell’Art. 27 della Costituzione, e ai criteri di ragionevolezza ed economia processuale che hanno ispirato il legislatore a introdurre l’istituto del patteggiamento”. Finora è sempre stata questa la prassi seguita dal Gip per gli arrestati che hanno chiesto di patteggiare. Di fatto, il vero passaggio giudiziario si avrà in un secondo momento, precisamente il 16 ottobre, quando i legali del parlamentare saranno davanti al giudice e ai pm per entrare nel merito del patteggiamento e valutarne la congruità. Continua su FONTE