Vergognoso, Gasparri su Di Battista: “E’ l’erede di Bombolo, che era molto meglio. M5s? Quattro sventurati”
04 apr 2017 – “Alessandro Di Battista? E’ l’erede di Bombolo, che era un grande comico romano ed era meglio. Anzi, chiedo scusa a Bombolo che è in Paradiso: rispetto a Di Battista è Dante Alighieri“. Così il deputato di Forza Italia, Maurizio Gasparri, commenta a L’Aria che Tira (La7) l’intervento del parlamentare M5S, Alessandro Di Battista, nella manifestazione No Tap a Melendugno (Lecce) contro larealizzazione del gasdotto trans adriatico. “Prende parecchi voti, però, per essere Bombolo”, replica la conduttrice Myrta Merlino.
“Ma mica li prende lui, è Grillo“, obietta il vicepresidente del Senato. “Non per difendere Di Battista” – osserva Alfredo D’Attorre, deputato di Articolo1-Mdp – “non è che lei si sia accompagnato con questi grandi statisti nel corso della sua esperienza politica”. “Sono molto meglio di questi quattro sventurati“, ribatte Gasparri.
Di Battista a San Foca: “Non esiste un Pd buono. Col M5S al governo blocchiamo il progetto in 15 giorni”
03/04/2017 – Più di 1500 persone si sono presentate alla manifestazione organizzata dal Movimento Cinque Stelle sul lungomare di San Foca, a Medugno, per dire No alla Tap. Presenti una decina di parlamentari tra i quali Alessandro Di Battista, Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi, Daniela Donno, molti consiglieri comunali e regionali come Antonio Trevisi e Cristian Casili.
“Con i Cinque Stelle al governo nazionale questo progetto lo blocchiamo in due settimane”, ha detto Di Battista. “Renzi e Emiliano fanno la parte del poliziotto buono e del poliziotto cattivo”, ha aggiunto.
Indagati Grillo e Di Battista per diffamazione per le primarie Cinque Stelle di Genova
31/03/2017 – La procura apre un fascicolo dopo la querela di Marika Cassimatis. Ecco quanto riporta La Rpubblica di Genova: L’ipotesi di diffamazione riguarderebbe i contenuti di quanto lo stesso Grillo ha scritto sul suo blog il 17 marzo accusando Cassimatis e i candidati della sua lista di aver “ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del MoVimento 5 Stelle, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal MoVimento 5 Stelle; appoggiandone le scelte anche dopo che si sono tenuti la poltrona senza dimettersi e hanno formato nuovi soggetti politici vicini ai partiti”.
Lesive per Cassimatis sarebbero anche alcune dichiarazioni rilasciate da Alessandro Di Battista che evocava intervento drastici contro chi, a suo parere, già ora, non era in linea con il Movimento.
La risposta è già pronta:
Una mossa prevista dal regolamento
La decisione non viola alcun regolamento, precisa Beppe Grillo: “Nella pagina di accettazione della candidatura per i candidati alle comunarie di Genova, che tutti i candidati hanno sottoscritto online, era stabilito che: ‘Il Garante del MoVimento 5 Stelle si riserva il diritto di escludere dalla candidatura, in ogni momento e fino alla presentazione della lista presso gli uffici del Comune di Genova, soggetti che non siano ritenuti in grado di rappresentare i valori del Movimento 5 Stelle’.
Il perché Grillo lo ha spiegato sul suo blog: “Mi è stato segnalato, con tanto di documentazione, che molti, non tutti, dei 28 componenti di questa lista, incluso la candidata sindaco, hanno tenuto comportamenti contrari ai principi del M5S prima, durante e dopo le selezioni online del 14 marzo 2017. In particolare – scrive il comico – hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del M5S, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dai Cinque Stelle; appoggiandone le scelte anche dopo che si sono tenuti la poltrona senza dimettersi e hanno formato nuovi soggetti politici vicini ai partiti”. Infine l’appello: “Se qualcuno non capirà questa scelta, vi chiedo di fidarvi di me. Non possiamo permetterci di candidare persone di cui non siamo sicuri al 100%.”
Annotazione: Dopotutto,la Cassimatis, sul suo profilo Facebook apre una campagna per la raccolta fondi per pagare i Legali. Essendo un attivista e non essendo schierato dalla sua parte, vorrei semplicemente farle notare un particolare non del tutto trascurabile. Difatti non capisco come, ogni qualvolta viene promossa un’ azione legale contro qualcuno o soggetto giuridico che sia, e si interpella un Legale lo si fa con il proprio portafogli, mentre non si capisce perché lei dovrebbe farlo con la raccolta Fondi dei cittadini
Rodotà e D’Arcais benedicono Di Battista e compagni: “Le sinistre sono morte. Ora la speranza è M5S”
28/11/2016 – Alessandro Di Battista non fa a tempo a citare l’asilo nido realizzato dal sindaco grillino di Pomezia che subito il prof. Rodotà s’accalora: “Gli asili erano le bandiere del Pci in Emilia, venivano da tutto il mondo a studiarli. Sono un pezzo della cultura della sinistra, dei diritti sociali, che non può essere abbandonato”. La platea – in parte grillina, in parte di reduci dei girotondi e di delusi dalle sinistre – si appassiona. Una donna in prima fila propone la sua risposta: “È finito tutto dopo la morte di Berlinguer!”. Rodotà sorride amaro: “Forse è proprio così”.
Sala Umberto, un vecchio teatro nel centro di Roma. Si presenta l’ultimo numero di Micromega, sul palco c’è anche il direttore Flores d’Arcais. Il titolo della serata la dice già lunga: “La rivolta del cittadino contro il partito unico del privilegio e del conformismo”. Sembra il titolo di un post di Beppe Grillo, e invece è quel che resta del Palavobis e delle piazze di Cofferati, più di dieci anni dopo. La sentenza di Flores pare inappellabile: “Ha ragione Di Battista, a sinistra non c’è più nulla da rianimare. Ci sono solo pezzi di partitocrazia, e la sinistra fuori dal Pd è ancora peggio, sono i pezzi di partitocrazia emarginati da quelli vincenti”. L’ex garante della lista Tsipras ci va giù durissimo con Vendola: “Dopo quella telefonata a capo chino con l’uomo delle relazioni esterne di Ilva non capisco come possa stare ancora in politica, ma ognuno ha la dignità che ha. E peggio di lui sono quelli che gli stanno ancora intorno e non l’hanno buttato giù”.
Di Battista: 48 secondi per uscire dall’allucinazione collettiva
A Renzi ci pensa Rodotà: “In lui vedo un retaggio craxiano più ancora che berlusconiano…”. Fuori due. I maitre a penser della sinistra giustizialista e dei diritti non vedono più nulla nel loro vecchio campo. Il sol dell’avvenire, ormai, è solo a cinque stelle. E quando il Dibba rivendica il mancato sostegno a Bersani nel 2013, tutti gli danno ragione. E lui: “Se avessimo fatto l’inciucio con uno dei partiti responsabili del disastro, oggi non saremmo un’opzione possibile per il futuro”. Applausi.
“Chi ha votato Pd voleva queste riforme? Voleva il ponte sullo stretto e le trivellazioni? Voleva De Luca?”, arringa Di Battista, supportato da una robusta claque che lui ogni tanto ferma con la mano per evitare il “santo subito”. Rodotà annuisce. “Con loro non ho sempre avuto un rapporto idilliaco, ma quando salirono sul tetto della Camera scongiurano la modifica dell’articolo 138 voluta dal governo Letta”. E ancora: “A me non piace lo spirito da curva, sono un vecchio signore, ma oggi per restare in contatto coi cittadini e non trasformarsi in oligarchia servono forme nuove di comunicazione…”.
C’è anche un ricordo personale del prof. Rodotà, che aleggia per due ore la sala: il ricordo di quei giorni del 2013 in cui “un popolo lo voleva al Quirinale”, dice il Dibba, e quella piazza gridava “Ro-do-tà”. La sala è commossa: “Sarebbe stato un grande presidente”.
Parole di stima,Telespettatore in lacrime a Di Battista: Ti voglio bene ti darei un bacio in fronte
Lui dà atto ai grillini di quell’omaggio: “Da allora mi riconoscono anche i ragazzi di 20 anni, ho ampliato in modo smisurato la platea a cui riesco ad arrivare”. Flores è assai più pragmatico: la sue guerra trentennale contro i “politici di professione” si invera nelle proposte grilline. “Fui io a proporre nel 1986 il tetto ai mandati, volevo persino metterlo in Costituzione. Ora loro lo fanno, la loro coerenza mi ha stupito”. E’ lui a sottolineare il collegamento coi girotondi, con i giorni del Palavobis e dell’indignazione della società civile contro Berlusconi. E oggi? “Oggi l’unica forza che assomiglia a quelle istanze è il M5s, l’unico movimento votabile. E infatti io lo voto sistematicamente da anni”. Applausi scroscianti, ma Flores, come ai tempi dei girotondi, vuole anche dettare l’agenda del partito di riferimento (anche se a fine 2013 definiva “molto inquietante” Casaleggio): “Dovete essere meno autoreferenziali, sulla Consulta andate all’offensiva, proponete voi tre nomi: Cordero, Carlassare e Rodotà”.
Il prof si chiama fuori: “No, non tiratemi più in ballo, io mi sono autorottamato!”. Flores è un fiume in piena e si rivolge al Dibba: “Organizziamo dei seminari con dei vostri parlamentari ed esponenti della società civile. Sarebbe un segnale grandioso. Solo se si apre alla società civile il M5s può davvero vincere a Torino e Roma, e anche nelle altre città”.
Di Battista VS Scalfari. Siamo un movimento in crescita, dateci un consiglio piuttosto che affossarci.
Dall’astio verso Napolitano (“Credevo di aver toccato il fondo con Cossiga e invece no…”, dice Flores) al reddito di dignità, dal no alle riforme costituzionali al parlamento delegittimato dopo la sentenza sul Porcellum: tra i due intellettuali e il giovane e arrembante Dibba la sintonia è pressoché totale. Il deputato ribadisce la coerenza del suo movimento, le regole da rispettare, dai soldi al tetto ai mandati all’impedimento a candidarsi a sindaco per chi sta in Parlamento. “A volte questa coerenza è faticosa…”, si sfoga. E a più riprese ribadisce che “secondo i sondaggi oggi potrei essere il sindaco della Capitale… un mestiere che mi renderebbe molto orgoglioso, durante il Giubileo tutti i grandi della terra che vengono a Roma incontrano anche il sindaco”, racconta con un (grande) retrogusto di rimpianto: “Ma non lo posso fare perché le istituzioni non sono un autobus da prendere per le convenienze personali”. La rinuncia pesa, la folla in platea lo incoraggia. Lui torna sul nazionale: “I più pericolosi oggi sono i partiti che si dicono di sinistra e che ti prendono in giro con il sorriso”. Flores è d’accordo: “E’ dai giorni dell’avvento di Blair che dico che ormai la scelta è tra due destre…”. Oppure cinque stelle. “Secondo me il M5s a Roma ce la può fare”, li benedice Rodotà. – FONTE
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Il “Coast to coast tour” del deputato del M5S, arriva sul Times di Londra
16/08/2016 – In un Paese in cui i politici sono più spesso insultati che riveriti, c’è un parlamentare che quest’estate sta ricevendo un’accoglienza da rockstar, accoglienza che i suoi rivali possono solo sognare, durante il suo tour in motorino in giro per le località di vacanza.
Quando Alessandro Di Battista, 37 anni, membro di spicco del movimento anti-establishment M5S, è entrato in moto a Desenzano del Garda, centinaia di studenti, genitori, pensionati hanno iniziato a cantare il suo nome e urlare “onestà, onesta”, mentre una donna ha persino urlato: “Sei meraviglioso”.
Il benvenuto riservato alla nuova stella M5S in tante piazze stracolme è sufficiente a far venire gli incubi a Matteo Renzi. Di Battista porta avanti il suo tour per condannare il Sì al referendum che Renzi ha programmato per novembre, allo scopo di togliere al Senato i suoi poteri. Il primo ministro ha minacciato le dimissioni se non passeranno le sue riforme, secondo cui il potere legislativo dovrebbe restare alla Camera, in modo da ottimizzare l’attività dell’inerte governo italiano.
Gli analisti di mercato temono che se Renzi andasse via, lo stallo politico, combinato con l’enorme debito, la crisi del settore bancario e l’economia stagnante, riporterebbe l’Europa vicina a una dissoluzione in stile Grecia. Molti parlamentari M5S e anche Di Battista vogliono invece che l’Italia lasci l’euro e torni alla lira. Il referendum, in bilico secondo i sondaggi, potrebbe scoppiare in faccia a Renzi e Di Battista dall’altra parte sta accendendo la miccia, grazie ai 150mila italiani che spera di intercettare nelle 26 località toccate in questo mese. Senza dimenticare le centinaia di migliaia di persone che lo raggiungono sulla sua pagina Facebook con 1,1 milioni di fan.
Scendendo dal motorino con jeans e polo, Di Battista ha dimostrato velocemente che ha lo stesso carisma oratorio del fondatore M5S, Beppe Grillo, che ha fatto un passo indietro rispetto ai riflettori nel momento in cui sono emersi i nuovi leader, tra cui lo stesso Di Battista. Descrivendo Renzi come un buffone, egli ha svelato modi e ragioni per cui è possibile accelerare il processo legislativo senza privare gli taliani del loro diritto a scegliere i senatori. “I politici lavorano soltanto martedì e mercoledì, basterebbe farli lavorare dal lunedì al venerdì come facciamo tutti noi. Quando dibattono sulle leggi contro la corruzione ci mettono anni, invece in 20 giorni si votano il finanziamento ai partiti”.
Rimangono dubbi certi temi eccentrici del M5S, come quando Di Battista sostiene con forza retorica che i massoni e JpMorgan hanno tramato per far cancellare il Senato e paralizzare la democrazia italiana. Tuttavia il M5S ha rubato la scena a Renzi. Tra la folla presente al Lago di Garda c’è pure Valentina Barbieri, 19 anni, studentessa di arte: “Di Battista parla in modo chiaro e onesto, per far capire anche ai giovani. Un caso molto raro tra i nostri politici”.
Altri presenti di mezza età dichiarano di essersi allontanati dalla Lega e avvicinati al M5S, segno di una capacità di attrazione che investe tutto lo spettro politico.
“Gli italiani non ne possono più dell’arroganza di Renzi”, ha detto Di Battista al The Times mentre si univa ad attivisti locali per una pizza dopo gli incontri. Ha spiegato infine di non avere paura che una vittoria del no possa spingere i mercati a mettere di nuovo l’Europa sull’orlo del precipizio: “In Italia chiudono 100mila imprese all’anno. La crisi economica c’è già e non possiamo essere ricattati dai mercati”. FONTE TRADUZIONE DI BEPPEGRILLO.IT
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Napoli, la prima città d’Italia che dice addio ad Equitalia.
26/02/2016 – Napoli, finalmente, dirà addio all’azienda di riscossione “Equitalia”. L’hanno annunciato oggi il sindaco Luigi De Magistris e l’assessore al Bilancio Salvatore Palma aggiungendo che per le riscossioni locali l’ente rimarrà attivo fino a maggio, per le ultime azioni in sospeso, poi verrà definitivamente sostituito dalla “Napoli Riscossione”. La nuova impresa verrà, poi, inglobata nella “Napoli Holding” che ha già iniziato una campagna di annessione delle sue partecipate.
“Siamo – ha annunciato de Magistris nelle dichiarazioni riportate dal Mattino – la prima città d’Italia ad avviare un’azione simile, Napoli è ancora una volta all’avanguardia. La nostra è una scelta politica e amministrativa che va nella direzione di avere più semplificazione, più trasparenza e più chiarezza grazie al rapporto diretto tra Comune e contribuenti. Una strada a cui l’amministrazione stava lavorando da un paio di anni e che – sottolinea il sindaco – nasce dalla volontà di non essere più gli esattori di cartelle di tasse decise dal Governo e dal Parlamento. Vogliamo essere autonomi, creare la nostra finanza pubblica applicando la Costituzione”. FONTE
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Di Battista ha appena finito di parlare a Renzi: sentite cosa gli ha detto sul problema immigrazione
“Presidente Renzi, buon pomeriggio. Fino a qualche mese fa credevo che i vostri fallimenti rispetto al dramma dell’immigrazione fossero frutto della vostra impreparazione. Vi ritenevo incompetenti, sprovveduti, dilettanti allo sbaraglio elevati a statisti non per virtù proprie ma per i vizi del porcellum.
Quanto ero ingenuo. Mi sono bastati due anni qui dentro per comprendere che il dramma di questo palazzo non sono gli incapaci ma i collusi. Qui dentro c’è chi è colluso con un sistema che sfrutta le emergenze – siano esse abitative, ambientali o legate all’immigrazione – soltanto per arricchirsi.
L’immigrazione è diventata una nuova forma di finanziamento pubblico ai partiti. Dato che i cittadini non vi danno più una lira, molti di voi sono alla ricerca di nuovi business per soddisfare un’avidità senza pari. Uno di questi è proprio l’immigrazione. Non volete risolvere il problema perché le emergenze portano denari, perché, come disse uno dei suoi commensali più facoltosi, il presunto-mafioso Buzzi: “con gli immigrati si fanno molti più soldi che con la droga”.
A proposito Presidente Renzi, cosa si prova a sapere che uno dei boss della quinta organizzazione criminale d’Italia, mafiacapitale, pagava politici del suo partito, finanziava la campagna elettorale del sindaco di Roma e partecipava alle sue cene proletarie da 1500 euro a testa?
Sa che la vergogna potrebbe anche essere un sentimento rivoluzionario? Anche se parlare a lei di rivoluzione suona piuttosto ridicolo. Lei, che l’unica rivoluzione che ha fatto è stata abbandonare il Renzi 2 per far ritorno al Renzi 1. Ovvero passare da quel Renzi che candida in Campania un condannato come De Luca all’altro Renzi, quello che gli da tempo di nominare un vice-governatore prima di applicare la legge e farlo decadere. Dal Renzi 2 al Renzi1, ovvero dalla vergogna al disonore”.
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M. Travaglio e A. Di Battista a Ballarò, Il Comune di Roma Va sciolto per Mafia: Fiano (pd) da del Fascista a Di Battista
Nella Puntata di Ballarò del 09/06/2015, il deputato PD, Emanuele FIANO ha dato del fascista a Di Battista semplicemente perchè protestava in piazza contro le dimissioni di Marino Sindaco di Roma:
http://www.videoscoop.info/mafia-capitale-2-di-battista-a-21083
Ecco il video che lo inchioda. FIANO, lancia la pietra e nasconde la mano: ecco il video dove si scaglia addosso a quelli del M5S. Nel Video lo vediamo durante una seduta a Montecitorio, dove scoppiò una vera e propria rissa, che ha visto come protagonista di vera e propria violenza tra gomitate e spintoni proprio del Deputato PD Fiano, a fermarlo sono dovuti intervenire quattro commessi. Come al solito la stampa asservita al potere dice esattamente il contrario di quello che stava accadendo:
Il video qualche mese fa riprende le scene di uno spettacolo, dove non c’è che dire. Quelli del Pd dimostrano ancora una volta di avere la coda di paglia, ed in particolare Fiano che, quando c’è da menar le mani, è sempre in prima fila. Ai compagni sinceri democratici la verità fa male, e poi lo vediamo sciaquarsi la bocca nella puntata di ieri sera dare del Fascista a Di Battista che porta avanti le sue idee sempre in modo democratico e pacifico.
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