Ambiente e salute

Evasione fiscale, l’accordo con la svizzera è solo un bluff: ecco gli ultimi trucchetti dei grandi evasori

By admin

February 26, 2015

L’accordo con la Svizzera, con cui viene abolito il segreto bancario, è solo l’ultimo tassello nell’ottica della voluntary disclosure, il programma del governo mirato a far emergere i fondi nascosti all’estero attraverso l’autodenuncia del contribuente nonché evasore: in cambio, chi vuota il sacco ha uno sconto su sanzioni amministrative e penali. La finestra per confessare resta aperta fino al 30 settembre 2015, e permette di sanare violazioni commesse fino allo scorso 30 settembre. Vi possono accedere non solo le persone fisiche, ma anche le società residenti in Italia. Il cerchio attorno agli evasori, insomma, giorno dopo giorno continua a stringersi.

Le ultime frontiere – Ma i furbi che non vogliono arrendersi, come scrive il Corriere della Sera, hanno approfondito le ultime frontiere dell’evasione fiscale. In sintesi: trust, compravendita di immobili, diamanti, opere d’arte ritrovate ed il sempiterno spallone. Queste le nuove vie illegali che vengono ancora proposte sottobanco a chi non vuole aderire alla volountary disclosure. Una serie di escamotage pieni d’ingegno e zeppi d’illegalità, come per esempio il trust in Nuova Zelanda. Si tratta di un Paese con sistema giuridico anglosassone e che dunque non è ancora nei radar dei controlli specifici.

Compravendite fittizie – I furbetti, inoltre, guardano al Medio Oriente. Per esempio Dubai, dove vengono spostati inventi fondi attraverso fittizie compravendite di immobile. Un esempio? Dalla Svizzera si compra un immobile nell’emirato e poco dopo l’immobile viene riacquistato, ma il denaro resta nel Paese. Spostamenti che, ad oggi, sono ancora difficili da controllare visto che al momento non c’è scambio di informazioni tra Italia e Dubai. C’è poi una seconda versione di questo escamotage, che prevede soltanto la stipula del preliminare di vendita con il pagamento di una certa quota e la successiva cessione. In questo caso non ci sono né passaggi di proprietà né trascrizioni o atti pubblici.

Arte e pietre – I “signori del nero”, inoltre, trafficano con le opere d’arte. Il meccanismo prevede che un soggetto finga di aver venduto un quadro di un importante pittore per diversi milioni di euro a un secondo soggetto. Al centro del trucchetto la ricevuta della finta vendita procurata dal faccendiere di turno, con la quale vengono di fatto fatti emergere i soldi. C’è poi la conversione in pietre preziose, che funziona per occultare il denaro ma non se si hanno particolari esigenze di liquidità. In quest’ultimo caso le sanzioni penali non sono trasmissibili agli eredi, dunque quando ne entrano in possesso dovranno soltanto pagare le tasse di successione.

Spalloni – Ultimo capitolo del grande libro nero degli evasori discali è quello degli spalloni, la cui figura è tornata di prepotenza: si tratta di soggetti che si offrono di riportare in Italia soldi sporchi, ma il metodo può funzionare solo per piccoli cifre e, come ovvio, non per grandi patrimoni. FONTE