INPS SMENTISCE IL SUO PRESIDENTE: “IMMIGRATI CI STANNO PROSCIUGANDO LE CASSE”

22/07/2017 – Ogni anno aumenta l’assegno che l’Italia versa come sostegno sociale agli extra comunitari. Nella lista ci sono residenti rifugiati, titolari di protezione sussidiaria e coloro che soggiornano per un lungo periodo. I soggetti, che ne possono beneficiare, devono avere un reddito basso, al di sotto dei 5.824,91 €.
L’Inps sta denunciando che il costo, per sostenere la spesa aumenta ogni anno e le casse ne risentono notevolmente. L’assegno erogato è di circa di 450 € per 13 mensilità. Per ottenere il #sussidio bisogna avere 65 anni e 7 mesi e dimostrare di essere residente in Italia da almeno 10 anni, se si è extracomunitari bisogna avere un permesso per i lungo-soggiornanti e la carta di soggiorno.

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Lo Ius Soli: pensione senza versamento contributi
Questa forma di assistenza sociale e previdenziale sta scatenando un forte scontro tra il Governo, che sta discutendo la proposta, e l’Inps. L’Ente ammette che la situazione pensionistica in Italia è drammatica e non si può sostenere anche questo costo. L’Inps denuncia soprattutto che questa soluzione dovrebbe essere erogata senza alcun contributo versato, tolto direttamente dai lavoratori che ne hanno diritto. Il problema maggiore è che il metodo rientrerebbe nella spesa assistenziale nonostante sia una pensione vera e propria.

Troppe richieste
Solo nel 2016, in Italia, sono giunti circa 4.000 extracomunitari, di cui poco più di 2000 registrati all’Inps con regolare permesso di soggiorno. L’Inps porta alla luce che la spesa sociale e previdenziale, se lo Ius Soli verrà approvato, essiccherà totalmente le proprie casse.

Attualmente la proposta dell’Ente è quella di modificare la spesa sociale e previdenziale per concentrarsi sulle #Pensioni. I contributi versati a stento riescono a provvedere all’erogazione dell’assegno pensionistico e, di conseguenza, non si può approvare la legge senza una modifica radicale alla spesa previdenziale.

Sono due i metodi per percepire l’assegno senza versare contributi
Nel 2017, grazie ai controlli elettronici, si è scoperto che molti immigrati, che percepiscono la pensione, non sono più residenti in Italia. Il primo metodo è molto semplice. Inoltrare la richiesta all’Inps. Restare in Italia, con residenza e permesso di soggiorno, per un anno in modo da verificare che l’assegno giunga all’effettivo nominativo. In seguito tornare nella propria patria e far riscuotere l’assegno da un amico o un familiare rimasto in Italia.

Il secondo metodo è quello di far arrivare un parente vicino ai 65 anni di età. Farlo restare il tempo per maturare la domanda e una volta accettata ecco che giunge l’assegno mensile.



Solo grazie agli ultimi controlli elettronici di banche, agenzie dell’Entrate e dell’Inps, si sono scoperti migliaia di questi furbetti. Dato il flusso di immigrati, che ogni anno ne fa richiesta, l’Ente ammette che la spesa non è più sostenibile e chiede al Governo dei Fondi economici. Inoltre, sempre l’Inps, dichiara che siamo il primo Paese al mondo ad avere un indebitamento pubblico altissimo a causa della spesa previdenziale. Il costo reale è superiore ai 197 miliardi di euro all’anno.

Per la legge Ius Soli se ne riparlerà a settembre, dopo la pausa estiva, ma l’Inps ha intenzione di dare battaglia per modifiche sostanziali alla spesa previdenziale. Per seguire l’evolversi dell’indagine premi Segui in alto vicino al titolo. #immigrazione – FONTE

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