IL PARLAMENTO COME AGENZIA DI RISCOSSIONE, ALESSANDRA GUERRA (Lega NORD) IN PENSIONE A 50 ANNI

guerra-thumbTRIESTE – Alessandra Guerra, ex presidente della Regione Friuli, va in pensione a 50 anni e con 3700 euro al mese. Jacopo Iacoboni per La Stampa intervista la Guerra, “l’ultima privilegiata della Casta” nonché “baby-pensionata”, che dice: “Sono stata rovinata dalla politica”. La Guerra entrò nel consiglio regionale del Friuli nel 1993 con la Lega Nord, berlusconiana convinta fu presidente del Friuli tra il 194 e il 1995, per poi scrivere un feroce libro contro la Lega Nord e passare al Pd. 

La Guerra ha chiesto un assegno mensile di 4388 euro lordi di pensione, 3700 euro netti, per i 15 anni di attività nelle istituzioni, spiega a Iacoboni:

“«Sa come stanno davvero le cose? Io ho solo chiesto quello che mi spetta di diritto, l’anticipo di una pensione di 3700 euro netti, e sa che c’è? Mi spettano perché ho lavorato, ho studiato, sono laureata in scienze della conservazione, vengo da una famiglia benestante di imprenditori in cui avrei guadagnato molto di più… La verità è che pago il fatto di essere una donna libera, mi hanno abbandonata tutti, mi hanno mollata, ero bella, potevo tutto… ho fatto una serie di c… credendo alla politica, e la politica mi ha rovinato. Stavo per fare un concorso per il quale solo in due avevamo i requisiti, e l’hanno annullato»”.

L’ex presidente però non ce l’ha con la Lega:

“«Macché Lega, no, è il sistema il mandante di questa campagna contro di me. Della Lega ho scritto già tutto, loro mi odiano ormai, ma non possono più nulla… Ho visto i leghisti entrare nei consigli di amministrazione e solo per me non c’era niente, ho raccontato anche prima degli scandali che i potenti di partiti mettevano le mani nelle camicette delle stagiste… che vergogna, che umiliazione… Ci ho scritto un libro… ma non sono i leghisti a farmela pagare, è un sistema, che è marcio e vuole far passare me per privilegiata, quando invece sono una vittima di questa politica»”.

Nel 2003 la Guerra riceveva l’appoggio di Silvio Berlusconi e Umberto Bossi come vicepresidente di Tondo, apprezzamenti che divennero “levatemela di torno”, momento in cui passò al Pd:

“«Sono stata sciocca, la gente mi sputava per strada, nel Pd ci sono andata a lavare i piatti in cucina alle sagre, non certo a prendere incarichi… pago perché sono scomoda, sono una persona libera e senza amici». E la Serracchiani? «Mi odia pure lei perché teme la mia popolarità»”.

 

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