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Migranti, gli sbarchi fantasma valgono come 31 Sea Watch, ma nessuno ne parla

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29/06/2019 – Mentre lo stolto guarda la Sea Watch , il saggio osserva i numeri. Media e politica in questi giorni hanno puntato un faro sui 42 migranti a bordo della Sea Watch 3 , ma nel frattempo quasi mille migranti sono arrivati indisturbati in Italia. I numeri parlano chiaro. Soltanto nella giornata di mercoledì 26 giugno sono arrivate 50 persone via mare: 47 migranti iracheni, pachistani e curdi sono stati soccorsi ed assistiti dopo che l’imbarcazione sulla quale viaggiavano, un veliero monoalbero di 16 metri, si è incagliato lungo una spiaggia tra i territori dei Comuni di Crotone ed Isola Capo Rizzuto. I migranti sono 31 uomini, otto donne e otto minori. Mentre questo accadeva in Calabria a Lampedusa una piccola imbarcazione con a bordo otto migranti tunisini arrivava sotto costa.

Ma quasi ogni giorni si registrano arrivi su piccole imbarcazioni, gommoni e barche a vela. Sono i cosiddetti “sbarchi fantasma”. Una piccola ricognizione per i più pignoli: il 23 giugno sono arrivate 59 persone sulla costa jonica, il giorno prima tre tunisini erano sbarcati a Lampedusa, quattro giorni prima, il 18 giugno, si sono registrati tre piccoli sbarchi con un centinaio di persone totali. Il 19 giugno sono arrivate 45 persone a Lampedusa e lo stesso giorno anche la Sardegna ha visto uno sbarco di 11 persone approdate a Porto Pino. Il 17 giugno 20 persone sono arrivate a Crotone, il 10 altri 20 ad Agrigento. Il 9 due sbarchi fantasma a Lampedusa: uno con 38 migranti, l’altro con 15, tutti eritrei. Il giorno precedente, 8 giugno, erano arrivate 53 persone a Crotone, tutti pakistani. E ancora: il 7 giugno giornata di sbarchi a Rocella Jovina con l’arrivo di 65 persone. Il 3 giugno 21 migranti sono approdati a Porto Pino, in Sardegna. Il 2 giugno ancora un arrivo, questa volta a Torre Calimena, Taranto, con l’arrivo di 70 persone. Il 29 maggio Unhcr dà notizia che una barca a vela con 66 persone a bordo era approdata a Lampedusa.

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Insomma in un mese sono arrivate con piccole imbarcazioni che non hanno trovato nessuna resistenza 641 persone, diciotto sbarchi in un mese. In realtà il numero è ovviamente calcolato per difetto perché questi sono gli arrivi intercettati e di cui si può leggere sulla stampa locale, non sappiamo quanti non vengono intercettati. Per almeno la metà di questi sbarchi sono stati fermati scafisti di origini dell’est Europa, ucraini, moldavi, russi. La persona che era sulle tracce di queste organizzazioni criminali, il commissario Carlo Parini , a capo del Gicic, gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina, all’interno della procura di Siracusa, è stato rimosso a dicembre dopo dodici anni di lavoro e spostato all’Ufficio passaporti, come abbiamo spiegato qualche giorno fa.

A questi 641 migranti arrivati con barchini e barche a vela si devono sommare i cento migranti portati a Genova il 29 maggio dalla nave della Marina Militare Cigala Fulgosi. E si arriva a 741. E poi ci sono gli arrivi via terra. La rotta balcanica, ufficialmente chiusa, non lo è affatto. Il 24 giugno un uomo di 55 anni, di origini slovene, è stato arrestato dai Carabinieri di Trieste per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’uomo, alla guida di una Renault con targa slovena, è stato fermato durante un posto di controllo in località Belpoggio, vicino al confine con la Slovenia. Con lui viaggiavano una donna e quattro uomini – due cittadini iraniani e tre cittadini turchi di etnia curda – tutti privi di documenti di riconoscimento e risultati irregolari sul territorio nazionale. Ma è solo l’ultimo caso. Il flusso migratorio attraverso la rotta balcanica, ripreso in modo consistente già nel 2018, si sta ulteriormente intensificando quest’anno. In tutto il 2018 – secondo i dati del Dipartimento della Pubblica sicurezza – 446 stranieri irregolari sono stati rintracciati presso le zone del confine sloveno. Nel corso dei primi cinque mesi del 2019 i migranti irregolari in quell’area erano già 652, cui vanno aggiunti gli oltre 130 individuati a giugno. Si registra dunque quasi un raddoppio degli arrivi dalla Slovenia rispetto al 2018 solo nel primo semestre di quest’anno. E 121 sono stati trovati presso le zone di confine con l’Austria.
Anche qui i numeri sono calcolati per difetto, perché si registrano solo le persone intercettate. Si può immaginare che molti – ma è difficile stabilire esattamente quanti – riescano invece a sfuggire ai controlli al confine e passino la frontiera senza essere fermati.

In tutto, tra sbarchi fantasma e rotte via terra, da inizio anno siamo a 1.644 ingressi irregolari: 31 volte la Sea Watch, che a bordo aveva in origine 53 migranti.

Infine ci sono i dublinanti, i migranti rimandati in Italia da Germania, Francia e Austria. Come abbiamo scritto già il 9 maggio questi tre paesi rispediscono in Italia un numero di migranti superiore al numero di migranti che sbarcano. Questi tre paesi lo possono fare in base al trattato di Dublino, che impone che i migranti chiedano asilo e restino nel paese di sbarco. Una volta rintracciati ed identificati dal Sistema Eurodac (la banca dati delle impronte digitali) questi migranti che contravvengono alla convenzione entrata in vigore nel 2013 vengono riportati nel primo Stato in cui sono giunti. Nel primo trimestre di quest’anno il ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer ha gestito già 4.602 richieste di trasferimento profughi nel nostro Paese. I trasferimenti sono stati tra il mese di novembre 2018 e quello di marzo 2019 oltre mille: esattamente 1.114 . Un meccanismo, quello del trattato di Dublino, che continua a ritorcesi contro di noi , d’altra parte al momento di votarne una revisione il 17 novembre 2017 al Parlamento Ue le forze di governo hanno votato contro (M5S) o si sono astenute (Lega) e in sei casi su sette il ministro degli interni ha disertato i consigli europei dove la questione veniva discussa. – di Valentina Furlanetto
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L’ex ministro Kyenge: ‘L’Europa avrà bisogno almeno di 50 milioni di immigrati, minimo’

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29/01/2019 – Intervenuta a ‘La Zanzara’, programma in onda su Radio 24 e condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, l’europarlamentare, di origini congolesi, del Partito Democratico Cecile Kyenge ha affrontato molteplici questioni politiche, soffermandosi in particolare sui 47 migranti a bordo della nave Sea Watch 3. Nel corso della conversazione telefonica, l’ex ministro dell’integrazione sotto il governo presieduto dall’ex premier Enrico Letta ha inoltre attaccato duramente l’attuale ministro dell’interno Matteo Salvini.

Per l’europarlamentare del Pd, i 47 migranti a bordo della Sea Watch 3 dovrebbero essere fatti sbarcare subito, toccando terra, ricevendo le cure necessarie e soltanto dopo si potrà discutere della loro redistribuzione su tutto il territorio europeo.

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Kyenge: ‘Salvini dovrebbe guardarsi allo specchio e giudicarsi’
A detta della Kyenge, il ministro Salvini starebbe prendendo decisioni disumane sulla pelle di quelle persone, infrangendo la legge e i principi dettati dalla Carta Costituzionale. “Non si possono lasciare le persone in quelle condizioni, quelli sono dei naufraghi e prima di tutto bisogna salvare le persone”, ha affermato Cecile Kyenge. Ecco perché, secondo l’europarlamentare modenese, Salvini ogni mattina dovrebbe guardarsi allo specchio in modo da potersi fare un attento esame di coscienza su ciò che sta facendo.

Ad un certo punto, durante il collegamento telefonico, i due conduttori, Cruciani e Parenzo, le hanno chiesto quanti fratelli abbia in tutto. Lei ha prontamente risposto, rivelando di averne 38 di fratelli e sorelle, sparsi in tutto il mondo.

Così tanti poiché il papà della Kyenge avrebbe fatto figli con più donne diverse. E, a detta della Kyenge, se decidesse un giorno di farli venire tutti in Italia, il nostro Paese con 38 migranti in più non andrebbe in tilt.

‘In 40 anni, il continente europeo avrà bisogno di almeno 50 milioni di migranti’
Infine l’ex ministro dell’integrazione ha spiegato che tutto il continente europeo, nel giro di 30 o 40 anni, avrà bisogno minimo di 50 milioni di immigrati per poter sopravvivere [VIDEO], affinché determinate zone territoriali possano essere rigenerate. Infatti la Kyenge ha concluso il suo intervento ai microfoni de ‘La Zanzara’ dichiarando: “Quei territori devono vivere, l’economia deve andare avanti. Bisogna saper guardare oggi al domani. Quindi dico 50 milioni, minimo”. – [Secoloditalia.it]
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