Mafia, blitz a Roma, arrestati i figli di ex boss della Magliana e clan Senese. L’intercettazione: «A Roma la politica è la mafia»

09/07/2024 – Maxi operazione della Dia della Capitale con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia. Impegnati oltre 500 uomini contro le attività criminali dei clan Mazzarella-D’Amico, Mancuso, Mazzaferro e Senese

Colpo al sistema di riciclaggio dei clan mafiosi. All’alba 500 uomini delle forze dell’ordine coordinati dalla Direzione investigativa antimafia e dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Capitale hanno eseguito 18 misure cautelari – ma ci sono anche 57 indagati – nei confronti di altrettante persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere con l’aggravante mafiosa finalizzate alla consumazione di estorsioni, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche di proventi illeciti.

La centrale romana con due bande
Si tratta di due bande con base proprio nella Capitale ma attive in tutta Italia che secondo le contestazioni del gip hanno agevolato gli affari illegali dei clan di camorra Mazzarella-D’Amico e quelli di ‘ndrangheta Mancuso e Mazzaferro, oltre al gruppo di Michele Senese detto «o’ Pazzo» a Roma. Nella Capitale c’era la centrale di riciclaggio a livello nazionale che agiva con «la forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento derivante sia dagli stretti legami con le organizzazioni criminali mafiose tradizionali che per l’immediata disponibilità di armi da guerra e comuni da sparo», sottolinea chi indaga che ha sequestrato tre società e quasi 132 milioni di euro, provento degli affari criminali.

Indagata per riciclaggio la figlia di Lady petrolio
Fra gli indagati per riciclaggio anche Domitilla Strina, figlia di Anna Bettozzi Di Cesare, l’imprenditrice nel settore del commercio dei petroli e cantante conosciuta come Anna Betz oppure Lady Petrolio. Tra i sequestri per oltre 131 milioni di euro, disposti dal giudice per le indagini preliminari Emanuela Attura c’ è anche un deposito fiscale di carburante nella provincia di Venezia. In carcere invece Daniele Muscariello, l’ex produttore cinematografico, già in carcere e condannato a 9 anni di carcere per riciclaggio. Per il gip «è tra gli organizzatori della politica economico-criminale dell’associazione, in quanto recluta gli imprenditori daassoggettare al sistema di riciclaggio e mantiene costanti rapporti con esponenti del mondo istituzionale e appartenenti alle forze dell’ordine, come si è visto nella esposizione dei fatti oggetto delle imputazioni. Ha favorito l’ingresso nel sodalizio romano di Salvatore D’Amico, inteso o’ pirata, esponente apicale del clan D’Amico/Mazzarella, così accrescendo la forza economica e militare della consorteria di appartenenza. Partecipa a numerosi incontri tra i vertici del sodalizio per affrontare le criticità emerse all’interno della centrale di riciclaggio dopo l’arresto del Salsiccia il 6.6.2018. Insieme al Salsiccia è responsabile di un arsenale di armi custodito nel territorio di Roma, messo a disposizione da Salvatore D’Amico, O Pirata, per garantire al sodalizio una efficace ed immediata azione di fuoco qualora
necessaria. Pianifica con Salvatore Ventura un attentato nei confronti di Salvatore Pezzella e Stefano De Angelis, in quanto non avevano corrisposto al sodalizio i guadagni della attività di riciclaggio gestite sulla capitale con Alberto Coppola, evento non verificatosi per il decesso improvviso del Ventura il 28.09.2018. Si occupa con il Lombardi ed Antonio Nicoletti del mantenimento dei sodali detenuti».

L’intercettazione: «A Roma la politica è la mafia»
In un dialogo intercettato fra Umberto Luongo e Salvatore Pezzella, ritenuti da chi indaga al vertice delle organizzazioni, viene delineato lo spaccato di quello che accade nella Capitale, secondo la visione mafiosa: «A Roma se tu parli con le guardie è proprio la politica loro là, noi stiamo parlando che a Roma è un circuito proprio di politica: là stanno solo guardie, il ministero, l’onorevole. Per esempio se qua ti siedi con una guardia sei infame, là se ti siedi con una guardia sei buono perché è politica, perché Roma è politica. Ho visto gente che va seduta con le guardie, è normale. Il generale e l’onorevole, è normale: perché la politica là è la mafia. La politica è a Roma, gli onorevoli tutti corrotti. Perché è proprio la politica di Roma che è così. E quella è la struttura che dici: noi qua facciamo politica. Noi invece siamo mafiosi, prendiamo le pistole. Stiamo facendo business…». E ancora sulla necessità di non alzare il livello di attenzione di chi indaga: «O ci dobbiamo mettere a fare casino e ci dobbiamo andare a mettere in bocca… perché qua (ndr a Roma) … qua siamo in una Capitale… mica è Napoli… qua girano politici, vescovi… questo, quello e quell’altro ancora… noi dobbiamo stare calmi lo sai perché? Perché qua (ndr se vogliono) ci alzano da terra (ndr ci fanno saltare) in un quarto d’ora…». – [L’Art completo su FONTE]