Appalti in cambio di voti: arrestato il sindaco di Molfetta, ora ai domiciliari per corruzione

Il sindaco di Molfetta, è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza su presunte irregolarità relative all’affidamento di appalti in cambio di voti. Lo ha deciso il gip a seguito dell’interrogatorio preventivo cui il 2 maggio erano state sottoposte otto persone. L’ordinanza cautelare ha disposto i domiciliari anche per la dirigente comunale Lidia De Leonardis, 58 anni, di Bari.

La gip di Trani, Marina Chiddo, ha disposto l’interdizione per un anno per i dirigenti comunali A. B. e D. S., il divieto di dimora a Molfetta per l’ex luogotenente della Guardia di Finanza, M. P., e il divieto di contrarre per un anno con la Pubblica amministrazione per l’imprenditore portuale Vito Leonardo Totorizzo.

Nei confronti del Sindaco, che è alla guida di una coalizione civica che raggruppa il centrodestra e il centrosinistra, la gip ha riconosciuto quasi tutte le contestazioni avanzate dalla Procura.

Le accuse, contestate a vario titolo, sono di corruzione, turbativa d’asta, peculato e falso. Tutto ruota attorno alla realizzazione del nuovo porto commerciale di Molfetta, già al centro di un’inchiesta per corruzione da tempo a dibattimento.

L’accusa ritiene che M. abbia promesso all’imprenditore portuale barese Totorizzo la gestione per trent’anni delle nuove banchine portuali in cambio di sostegno elettorale.