Maxi inchiesta per furto di dati, indagati anche Del Vecchio jr e Arpe. 60 indagati: Melillo: «Mercato gigantesco»

26/10/2024 – Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio, e il banchiere-finanziere Matteo Arpe sono indagati nell’inchiesta sullo spionaggio alle banche dati pubbliche della Procura di Milano e Direzione nazionale antimafia. Rispondono di accesso abusivo a sistema informatico in concorso. In particolare Del Vecchio jr. avrebbe commissionato ricerche di informazioni durante la complicata vicenda ereditaria della dinastia industriale che, attraverso Delfin, possiede azioni di Mediobanca, Generali, Luxottica e altre. Sei le misure cautelari, ai domiciliari è finito anche l’ex “superpoliziotto” C. G., figura chiave nelle indagini sulla ‘ndrangheta al Nord, sull’omicidio di Maurizio Gucci e sul sequestro e poi la liberazione di Alessandra Sgarella.

La Procura di Milano ha condotto un’inchiesta sulla sottrazione di dati sensibili provenienti da database italiani strategici. Le perquisizioni, effettuate in varie località, hanno portato alla luce un presunto sistema di spionaggio di informazioni riservate, con l’obiettivo di raccogliere informazioni preziose per poi rivenderle a fini commerciali e di concorrenza sleale. Tra i nomi più illustri coinvolti spiccano Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, e Matteo Arpe, noto finanziere e imprenditore.

Come riporta Ansa, l’indagine è stata condotta in collaborazione tra la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e la Direzione Nazionale Antimafia, mettendo in luce una presunta rete criminale che avrebbe trafugato informazioni a beneficio di importanti figure del mondo economico.

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Del Vecchio jr. e Arpe sono accusati di aver commissionato ricerche su dati sensibili per motivi personali e aziendali. Secondo le ipotesi della Procura, Del Vecchio avrebbe richiesto informazioni durante la complessa gestione dell’eredità familiare, che coinvolge grandi partecipazioni industriali e finanziarie, mentre Arpe avrebbe utilizzato i dati per finalità personali.

Al centro dell’inchiesta vi è Equalize srl, una società che si occupava di investigazioni private e che, secondo le autorità, ha costruito un sistema di accessi abusivi a piattaforme informatiche strategiche.

La Dda di Milano ha documentato migliaia di accessi non autorizzati a database pubblici e riservati, come il sistema Sdi della Polizia, Serpico dell’Agenzia delle Entrate e l’Anagrafe nazionale della popolazione residente.

L’organizzazione si sarebbe avvalsa di pubblici ufficiali infedeli per accedere ai dati, utilizzati poi per redigere dossier utili a condizionare le attività dei concorrenti o a favorire i clienti, tra cui Del Vecchio e Arpe.

Secondo il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, l’inchiesta ha rivelato un “mercato clandestino delle informazioni riservate” che ha generato profitti per centinaia di migliaia di euro.

I dossier venivano venduti a tariffe variabili a seconda della sensibilità delle informazioni richieste. Oltre ai dati estratti dalle banche dati, l’organizzazione avrebbe effettuato intercettazioni illecite, analisi del traffico telefonico e persino localizzazioni Gps.
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