01/10/2024 – Due curve decapitate contemporaneamente. Inter e Milan: mai successo. Diciannove arresti – su ventidue richieste – che smantellano un’alleanza criminale per la spartizione violenta del business che ruota intorno al pallone: biglietti e parcheggi per le partite, ingressi abusivi al Meazza e trasferte di Champions, merchandising e beveraggi. Un “patto di non belligeranza fra le due tifoserie organizzate” che aveva assicurato un controllo totale, ottenuto a suon di minacce ed estorsioni, facendo fuori a spallate la vecchia guardia ultras che non voleva sottomettersi ai nuovi padroni. E tutto con il beneplacito dei clan di ’ndrangheta che avevano piantato le loro radici soprattutto nel cuore della fazione nerazzurra: ai vertici della curva interista, infatti, viene anche contestata l’aggravante dell’aver favorito la ’ndrina dei Bellocco di Rosarno, cui venivano versati parte dei guadagni illeciti.
La procura di Milano ha decapitato i direttivi delle Curve di Inter e Milan. È un colpo durissimo, mai prima d’ora inferto alla tifoseria organizzata in Italia. La Dda di Milano e la Squadra mobile della questura, su ordine del gip Domenico Santoro, hanno arrestato i capi ultrà delle due Curve del capoluogo lombardo. Entrambe legate da un decennale patto di non belligeranza siglato per spartirsi in modo illecito business e guadagni che ruotano attorno a San Siro.
Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzate a una serie di estorsioni legate al mondo dello stadio. Dai biglietti con pressioni ai club ai parcheggi, i servizi di catering e le vendita di bevande all’interno del «Meazza». Un quadro in cui vengono contestati a entrambi gli schieramenti anche violenze da stadio con decine di aggressioni e pestaggi commesse nel corso degli anni contro steward, tifoserie rivali e in alcuni casi anche contro gruppi facenti parte delle proprie rispettive curve per imporre il proprio predominio. Sono in tutto 19 le misure cautelari, 16 in carcere e 3 ai domiciliari. Tra gli arrestati, i capi della Nord, Andrea Beretta – già in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco, ucciso con 20 coltellate il 4 settembre a Cernusco sul Naviglio – e Marco Ferdico. Ma anche i capi della Sud, il narcos Luca Lucci (amico di Matteo Salvini, che ha commentato chiedendo di cacciare subito «la mafia dagli stadi») con il fratello Francesco destinatario di un fermo. In cella è finito anche il bodyguard di Fedez Christian Rosiello – che ha preso parte al pestaggio del personal trainer dei vip Cristiano Iovino – e il suo grande amico Islam Hagag, noto come Alex Cologno.
Le indagini dei pm antimafia Paolo Storari e Sara Ombra, coordinati dal procuratore Marcello Viola e dall’aggiunta Alessandra Dolci, sono partite dall’omicidio dell’ex leader della Curva nerazzurra, Vittorio Boiocchi, freddato sotto casa a colpi di pistola la sera del 29 ottobre del 2022, per poi allargarsi a una serie di altri filoni aperti sul mondo delle curve milanesi negli ultimi sei anni. Solo all’associazione composta dai capi ultrà interisti è contestata l’aggravante dell’agevolazione mafiosa per aver favorito il clan di ‘ndrangheta dei Bellocco di Rosarno, con l’arrivo in Curva dell’erede Antonio, che faceva da “ponte” con la Calabria fino al suo omicidio, ai primi di settembre.
Poche settimane dopo la morte di Boiocchi, a novembre del 2022, Antonio Bellocco, «Totò ‘u Nanu», avrebbe iniziato la sua scalata alla guida della Nord contando sull’appoggio di Beretta e Ferdico che potevano a loro volta contare sul suo cognome e la sua fama criminale. Insieme avrebbero supervisionato i metodi di finanziamento della Curva come la vendita a prezzi maggiorati dei biglietti delle partite, la protezione, a pagamento, contro gli ambulanti che vendono magliette e gadget contraffatti e gli ingressi illegali ai match, spesso con la complicità degli steward. – [LaStampa.it]
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