Corruzione, il Dg di Sogei: «Ho preso 100mila euro in nero». Le mire sul progetto Starlink di Elon Musk

16/10/2024 – Il direttore generale di Sogei, Paolino Iorio, ha ammesso di aver preso «100mila euro in nero» dall’imprenditore Massimo Rossi, legale rappresentante delle società Italware e Itd Solution. Rossi, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Le manette sono scattate nella serata di lunedì. In flagranza di reato. Il direttore generale di Sogei (società partecipata al 100% dal Mef), Paolino Iorio, è stato trovato nell’appartamento di Massimo Rossi, legale rappresentante di Italware e Itd Solution, mentre infilava in tasca una busta con all’interno una mazzetta da 15mila euro. Si tratterebbe di una delle due tangenti mensili che il manager avrebbe preso dall’imprenditore fin dal 2023, come contropartita per cinque diverse forniture informatiche per Sogei del valore di 104,3 milioni di euro.

Gli investigatori della Guardia di finanza di Roma e del Nucleo valutario ci sono arrivati grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche. Hanno seguito per mesi i movimenti del manager e dell’imprenditore. Sono stati monitorati «numerosi incontri», si legge negli atti giudiziari, «avvenuti tra i due con frequenza di circa due volte al mese, principalmente presso l’abitazione di Rossi, laddove Iorio sembrava ritirare delle somme di denaro nell’ordine di decine di migliaia di euro». Lo avrebbero dimostrato le captazioni ambientali nell’automobile di Iorio, che hanno registrato «soliloqui» dello stesso direttore generale di Sogei. Peraltro, precisano gli investigatori nei documenti, «gli incontri» tra Iorio e Rossi «erano sempre preceduti dalla ricezione da parte di Rossi di denaro contante con modalità sospette e attraverso consegna diretta e non tracciabile di contante». Secondo i pm, dunque, Iorio per «l’esercizio delle proprie funzioni»avrebbe «ricevuto con frequenza quindicinale da Rossi delle somme di denaro».

Gli appalti di Interno e Difesa
L’indagine è molto ampia. Il focus riguarda appalti per oltre 305 milioni di euro bandi, oltre che da Sogei, anche dallo Stato maggiore della difesa, dalla polizia, dalla marina militare e dal ministero dell’Interno. L’ipotesi è che tutti sarebbero stati manipolati. Tra i 32 indagati (18 persone fisiche e 14 società) c’è Antonio Angelo Masala, ufficiale della marina distaccato al VI Reparto sistemi C4I dello Stato Maggiore.

Il militare si muove su più fronti assieme alla moglie, V. P., creando vantaggi ad ampio spettro per l’appalto Spada da 180 milioni di euro dello Stato maggiore finito alle società Italware e Dmira. In cambio avrebbe intascato tangenti provenienti da un giro di fatture false del valore di un milione di euro. Ma tornaconti sarebbero arrivati anche alla società Olidata presieduta di Cristiano Rufini, inserita nella “catena di vendita” dell’appalto Spada, il cui capitale sociale è detenuto nella misura del 4,8% dalla moglie di Masala.

L’uomo di Elon Musk in Italia
Il militare della marina, però, gioca un presunto ruolo fondamentale nel progetto satellitare (Starlink) del Governo, che ha portato i pm di Roma a iscrivere nel registro degli indagati anche l’uomo di Musk in Italia. Masala, si legge in una informativa della Guardia di finanza, punta a creare un ulteriore vantaggio per Rufini, inserendo Olidata nell’affare relativo «all’acquisizione da parte del Governo italiano del sistema satellitare realizzato e fornito» da Elon Musk. Secondo gli inquirenti Masala avrebbe approfittato di una riunione del VI Reparto della difesa per agganciare Andrea Stroppa, 31 anni, l’uomo in Italia del magnate Elon Musk. Nelle intercettazioni ambientali che seguono tra Masala e Rufini, si comprende come i due volessero inserire Olidata nell’affare satellitare, ipotizzando come scambio per Stroppa un flusso di informazioni riservate sottratte da riunioni ministeriali. Per i pm si tratta di una «vicenda sintomatica di un accordo concluso, o in corso di conclusione, al fine di far beneficiare Olidata, e attraverso Masala e Rufini, degli affari che il gruppo» di Musk «potrà concludere con l’Amministrazione italiana». Masala, infine, si adopera anche in favore della Ltd Solution per far ottenere la gara per la licenza del software per server Natanix bandita dalla marina militare. In cambio sarebbero state date tangenti provenienti da un giro false fatture per 188mila euro.

L’appalto della polizia
Nel fascicolo d’indagine risulta indagato anche Amato Fusco, direttore della III Divisione del servizio telecomunicazioni della direzione centrale dei servizi logistici e della gestione patrimoniale della polizia di Stato. Per i magistrati anche lui è “socio occulto” di Olidata, per il tramite della compagna Michela Carilo Ambrosio, con azioni per 10mila euro. Stando agli atti Fusco si adopera in favore delle società Ltd Solution e Trice, per la procedura di Adesione alla convenzione Consip denominata Licenza Multibrand del ministero dell’Interno. Una gara del valore di 20,6 milioni di euro da far aggiudicare ottenendo, come contropartita, l’inserimento di Olidata nella “catena di vendita”.

Vertici Sogei convocati in commissione vigilanza
«Alla luce delle notizie che coinvolgono il direttore generale Business della Società Generale d’Informatica SpA, anche nell’ambito dell’indagine conoscitiva già avviata dalla Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, è stata predisposta la convocazione per la prossima settimana del presidente e dell’amministratore delegato della Sogei SpA al fine di riferire in merito». Lo comunica in una nota Maurizio Casasco, presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza dell’Anagrafe Tributaria. – [IlSole24Ore]