Inchiesta comune Milano, piani approvati e parcelle: «Le date provano la corruzione». ​I sei arrestati annunciano il ricorso al Riesame

02/08/2025 – Parcelle per gli incarichi, pressioni sui politici e lettere di fuoco. Dall’ordinanza del gip che ha portato a sei arresti emerge un quadro di conflitti d’interesse. L’ex presidente della commissione Paesaggio del Comune di Milano, Marinoni, «accettava supinamente ingerenze di colleghi e “superiori”, a loro volta incalzati dai privati e da loro latatamente minacciati».

Nelle carte il gip ha spiegato il presunto funzionamento di questo “sistema consolidato di corruzione” che esisterebbe nel mondo dell’edilizia milanese e che avrebbe come fulcro la Commissione per il paesaggio.

“Sistema di corruzione consolidato” Sull’urbanistica milanese c’era un “consolidato sistema di corruttela e commistione tra interessi pubblici e privati” per la “spartizione del territorio edificabile”, ha sottolineato il gip. E, “corrompendo il presidente” della Commissione Paesaggio Marinoni, il vicepresidente Oggioni e “singoli componenti”, tra cui Scandurra, “a loro volta influenzabili dai primi e soggetti alle pressioni di Tancredi”, “importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse”.

“Da privati pressioni su Sala con stop agli investimenti” Costruttori e fondi immobiliari privati “si permettono di esercitare pressioni sulle più alte cariche istituzionali” di Milano, “compreso il sindaco Sala”, per “ottenere l’approvazione di progetti milionari prospettando, altrimenti, la sospensione degli investimenti e iniziative giudiziarie”. Secondo il gip documenti, chat e prove raccolte dalla Guardia di finanza dimostrano che a Milano “tutti, professionisti, politici e imprenditori, erano a conoscenza del fatto che le regole edificatorie venivano abitualmente piegate per soddisfare gli interessi degli investitori”. Un sistema tale da essere quasi “istituzionalizzato”, come dimostrerebbe il tentativo, poi fallito, di far approvare dal Parlamento la legge “Salva Milano” che “legittimasse le “ortopedie linguistiche e tecniche” alla base dei titoli edilizi “illegittimi” e i “disboscamenti dalle norme morfologiche” su altezze, volumi e distanze delle nuove costruzioni.