
23/09/2025 – L’indagine ha ricostruito gli attuali assetti della cosca Piromalli la cui direzione strategica-operativa era composta dal boss Pino Piromalli, di 80 anni, e dai suoi fratelli Gioacchino e Antonio, rispettivamente di 91 e 86 anni. Tornato libero nel 2021 dopo 22 anni di carcere duro, secondo gli inquirenti, Pino “Facciazza” aveva una posizione di preminenza nella cosca dove ha ridefinito i ruoli e compiti degli associati, riaffermando il suo potere sul territorio attraverso una costante pressione estorsiva ai danni di imprenditori ed operatori commerciali.
Tra le contestazioni della Dda c’è l’alterazione delle aste giudiziarie mediante l’inquinamento delle relative procedure di vendita. L’obiettivo era acquisire beni d’interesse della cosca stessa e rientrare in possesso di quelli già confiscati. Beni che poi sarebbero stati intestati fittiziamente a terzi compiacenti in modo da eludere il rischio di una misura di prevenzione patrimoniale. Se qualcuno fosse stato intenzionato ad aggiudicarsi l’asta, inoltre, sarebbe stato costretto a versare denaro ai Piromalli che reinvestivano gli ingenti profitti illeciti in attività imprenditoriali riconducibili alla cosca, attraverso un sistema di riciclaggio e autoriciclaggio connesso principalmente ai servizi forniti alle aziende agricole del luogo.
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