16/09/2024 – “Processo Open Arms a Salvini? Mi metto nei panni dei giudici che devono decidere e che si trovano contro l’intero governo, il presidente del Consiglio e in batteria tutti i ministri. Quella di Meloni è un’entrata gravissima a gamba tesa, non inedita purtroppo, perché ci siamo abituati dai tempi di Berlusconi. Ma questo non toglie la sua gravità e dimostra che il berlusconismo sopravvive a Berlusconi. Questi sono dei berluscloni“. Così a In altre parole (La7) il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta l’intervento social di Giorgia Meloni nel processo Open Arms, per il quale il leader della Lega è imputato per sequestro di persona a danno di 147 migranti, trattenuti illegittimamente a bordo della nave Open Arms dal 14 al 20 agosto 2019, e rifiuto di atti d’ufficio. Il procuratore aggiunto Marzia Sabella, assieme ai pm Calogero Ferrara e Giorgia Righi, hanno chiesto la condanna di Salvini a sei anni di carcere, scatenando il sostegno della presidente del Consiglio con un lungo tweet.
Travaglio commenta anche la decisione a sorpresa dell’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che nell’inchiesta ligure per corruzione ha patteggiato 2 anni e un mese dopo 4 mesi di arresti domiciliari. In una intervista rilasciata dal Corriere della Sera Toti, che si è sempre proclamato innocente, ha dichiarato che “la montagna delle accuse ha partorito un topolino”, definendo il patteggiamento “una vittoria” perché è passato “da essere Al Capone ad aver parcheggiato la macchina in divieto di sosta“.
“Tu l’hai mai visto un innocente che corre dal giudice a chiedergli di dargli due anni e un mese di reclusione? – chiede retoricamente Travaglio al giornalista Massimo Gramellini, conduttore della trasmissione – Poi sorvoliamo sul fatto che in Italia fino a quattro anni la reclusione è finta, ma si chiama reclusione. Non conosco innocenti che pregano i magistrati di dargli una pena. E anche se fosse una multa per divieto di sosta, vorrebbe dire che ha commesso il divieto di sosta, non che è innocente. Una volta gli innocenti chiedevano l’assoluzione, non il patteggiamento. Oggi invece con l’abolizione del codice penale uno che patteggia la pena detentiva può dire che è innocente”.
Il direttore del Fatto aggiunge ironicamente: “Oppure Toti può aver patteggiato per fregare tutti quelli che per 5 mesi hanno detto che era un martire della malagiustizia. Gli stessi scudi umani che non hanno fatto una piega alla notizia del patteggiamento e hanno scritto che Toti era innocente. Lui non lo sapeva ma era innocente. Tant’è che ha patteggiato“. – [IlF.Q.]