Confiscati beni per 24,5 milioni a un affiliato ai Casalesi: operazione della Guardia di Finanza tra Italia e Romania

19/03/2025 – Dal punto di vista patrimoniale, la puntuale ricostruzione effettuata dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini ha permesso di acquisire elementi in ordine alla disponibilità, di beni immobili ed aziende di valore sproporzionato al reddito dichiarato e all’attività economica svolta, ubicate in Romania ove un pregiudicato ha soggiornato nel 2008, periodo in cui era latitante al fine di sottrarsi ai plurimi provvedimenti cautelari emessi nei suoi confronti.

Maxi sequestro di beni per un valore complessivo di circa 24,5 milioni di euro nei confronti di un uomo ritenuto affiliato al clan dei Casalesi. La Guardia di Finanza di Rimini, su ordine della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna, ha eseguito un decreto di confisca di quote societarie, beni strumentali di due aziende con sede in Romania e un terreno ubicato nello stesso paese.

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L’uomo, di origine italiana e residente negli ultimi anni nella provincia di Rimini, è accusato di far parte di un’organizzazione mafiosa e di aver tratto ingenti profitti da attività criminali, tra cui il traffico e lo spaccio di droga per oltre 15 anni. Le indagini hanno evidenziato una sproporzione evidente tra il patrimonio accumulato e i redditi dichiarati, facendo emergere il forte sospetto che il suo tenore di vita fosse sostenuto esclusivamente dai proventi di attività illecite.

Secondo quanto ricostruito dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rimini, il pregiudicato aveva soggiornato in Romania nel 2008, periodo in cui si trovava latitante per sfuggire a diversi provvedimenti cautelari. Proprio in Romania aveva investito in beni immobili e società, che ora sono stati sottoposti a confisca grazie al Regolamento europeo 2018/1805 sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e sequestro. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e ha visto la collaborazione dell’Ufficio italiano presso Eurojust, l’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria, che ha facilitato l’intervento transnazionale per eseguire il provvedimento in entrambi i paesi.

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I beni sono stati affidati in custodia ad un Amministratore Giudiziario nominato dal Tribunale felsineo.
Il sequestro e la confisca, in questo caso, assume anche un valore anche “sociale”, poiché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate nel tempo dalla criminalità e conferma la capacità di rintracciare i patrimoni illecitamente accumulati anche all’estero. – [GdF.Gov.it]

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