Rai, 300 auto blu ai dirigenti full optional: dal volante in pelle ai vetri oscurati. Interviene l’anticorruzione

30/11/2024 – Un nuovo scandalo travolge la Rai, questa volta riguarda le auto di lusso fornite ai dirigenti, e sarebbero ben 300. Da qualche anno l’azienda di viale Mazzini offre come benefit integrativo ai suoi manager, sia di prima fascia (top) sia di fascia inferiore, una vettura aziendale a propria scelta tra quelle messe a disposizione dal fornitore. Una macchina – in base a quanto risulta a Il Fatto Quotidiano – utilizzabile non solo per il lavoro. Funziona così: la Rai riconosce un contributo di 1.050 euro. A volte copre tutte le spese di noleggio, a volte no. Quel che resta (oltre agli oneri fiscali) lo mette il dirigente. Un esempio: se una Mercedes Classe C costa 1.625 euro al mese, il dipendente ne sborsa 575 euro. E la Rai spende una fortuna: circa 4 milioni di euro l’anno per le auto, più 1 milione di euro circa per il carburante.

L’azienda però nell’ultimo triennio ha voluto pubblicizzare il meno possibile l’iniziativa. Beccandosi il monito dell’Anac. Il 17 luglio scorso l’Anticorruzione ha chiuso il fascicolo aperto nei confronti della Rai per “inadeguata trasparenza e pubblicità degli atti di gara”, per “illegittimo frazionamento dell’appalto” e per “violazione dei principi di concorrenza ed economicità nell’affidamento del servizio di noleggio auto per dirigenti”. Il riferimento è alla procedura con cui erano state selezionate le società di noleggio a lungo termine per la fornitura delle auto tra il 2021 e il 2023. In sostanza, l’azienda di Stato aveva avviato una raccolta informale di preventivi consultando i maggiori operatori del settore. Alle società con le offerte giudicate migliori sono stati assegnati 6,6 milioni di euro. Cifra che avrebbe richiesto, come spiegato dall’Anac una “apertura totale al mercato e a tutti gli operatori economici operanti nel settore”.
E invece, a quanto risulta dai documenti allegati al fascicolo, alla procedura non è stato assegnato nemmeno il “Cig”, codice che si utilizza nelle gare pubbliche e che consente di identificare in maniera univoca gare, lotti e contratti, tanto che la Rai ha dovuto promettere all’Authority di adeguarsi mediante “l’acquisizione dei Cig in modalità ‘ora per allora’”. Una “sanatoria” che ha obbligato viale Mazzini a fornire all’Anac “aggiornamenti periodici sull’esito dell’indagine di mercato e dell’eventuale selezione pubblica avviata” ad aprile scorso. In generale, infatti, l’Anac ha “raccomandato” alla Rai di “attenersi alle osservazioni dell’Autorità” e “invitato” la stessa a “provvedere in conformità a quanto dichiarato”, ovvero “l’impegno manifestato dalla stazione appaltante a regolarizzare la situazione pregressa” per il futuro.

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