Archivi tag: inchiesta

Stragi del ’93: sparite alcune carte dell’inchiesta su Berlusconi e Dell’Utri

Your ads will be inserted here by

Easy Plugin for AdSense.

Please go to the plugin admin page to
Paste your ad code OR
Suppress this ad slot.

05/11/2022 – Alcune carte dell’indagine sulle stragi di Firenze e Milano del 1993 sono sparite dal fascicolo inviato dalla Procura di Firenze alla Cassazione. Si tratta del plico che riguarda l’annullamento delle perquisizioni a Nunzia e Benedetto Graviano, fratelli non indagati del boss Giuseppe Graviano già condannato per le stragi.
Un fatto inquietante, se si considera il suo contenuto. Come riportato dal ‘Fatto Quotidiano’ in un articolo a firma di Marco Lillo, dentro quel fascicolo erano state inserite delle carte provenienti dal dossier 4703 del 2020 “con indagati Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi pendente in Procura a Firenze”. Ricordiamo che entrambi sono attualmente coinvolti nell’inchiesta per le stragi del ’93, e che le indagini sono state coordinate dall’allora procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, e dai procuratori Luca Turco (ora facente funzioni) e dall’aggiunto Luca Tescaroli.

LEGGI ANCHE: Operazione “caramelle”. Presunta corruzione al Dipartimento Protezione Civile della Regione Sicilia

Nel fascicolo erano presenti anche una consulenza recente di due “esperti in materia bancaria sui flussi finanziari dell’inizio della storia del gruppo Berlusconi negli anni Settanta”. In particolare da quella consulenza era emersa “la mancata giustificazione della provvista impiegata (oltre 16 miliardi di lire) per la reintestazione di crediti in nome di Fininvest Roma (c.d. Lista Santo), in parte riportati nel bilancio di esercizio 1977 della Fininvest spa”.
E poi ancora, nel fascicolo erano state inserite delle informative con le deposizioni su “mafia e politica di alcuni collaboratori di giustizia”, nonché un’informativa riguardante i video delle conversazioni tra il boss Giuseppe Graviano (detenuto al 41 – bis) del 2016-17 e il detenuto Umberto Adinolfi.

LEGGI ANCHE: Sequestrati oltre 23 milioni di euro per “Bonus” derivanti da canoni di locazione

Come riportato sempre dal ‘Fatto’ il dossier è già stato ricostruito in quanto i documenti sottratti erano delle copie. A questo punto i magistrati, sia a Firenze che a Roma, vogliono vederci chiaro: i pm stanno indagando per articolo 616 c.p con aggravante ex art. 7, cioè violazione e sottrazione di corrispondenza con aggravante di mafia.
Si arriverà a scoprire di chi era quella ‘manina’ che ha sottratto gli atti?
O anche questa volta i pm andranno a scontrarsi con quel muro di gomma onnipresente in tutte le storie italiane che riguardano il periodo stragista? – [Continua su fonte]
VIDEO CORRELATI:


T. puntava al consiglio regionale del Lazio – ha affermato Riccardo – dicendo che aveva un milione di euro da destinare all’acquisto dei voti ” . Il pentito ha poi assicurato: “Lo disse a me nel 2016 dopo che perse le elezioni comunali”. Già nell’inchiesta antimafia denominata ” Alba Pontina”, relativa al clan Di Silvio, era spuntato fuori il nome di T..

Your ads will be inserted here by

Easy Plugin for AdSense.

Please go to the plugin admin page to
Paste your ad code OR
Suppress this ad slot.

Era emerso che alcuni esponenti delle famiglie di origine nomade, in occasione delle comunali 2016, avrebbero acquistato voti per lui, chiedendo agli elettori di indicare come preferenza quella per il capolista di una delle civiche che lo sostenevano, Roberto Bergamo. Su quest’ultima vicenda il giudice Angelo Giannetti ha rinviato a giudizio Angelo Morelli, detto Calo, esponente dell’omonima famiglia di origine nomade, lo stesso imprenditore Bergamo, e uno straniero, Ismail El Ghayesh. Bergamo e Morelli, secondo l’Antimafia, avrebbero promesso agli elettori 30 euro per ogni voto, che sarebbe andato tanto all’imprenditore quanto all’attuale esponente della Lega.

El Ghayesh avrebbe invece cercato di estorcere denaro a un giovane a cui aveva venduto cocaina e lo avrebbe costretto, accompagnandolo al seggio, a votare per T. e a esprimere la preferenza per Bergamo. ” In alcuni casi – ha sostenuto sempre R. all’Antimafia – i voti venivano procurati a titolo di pagamento di debiti per droga. Se qualcuno aveva un debito di droga, invece di pagare in contanti procurava voti per noi in quel periodo”.

E ha infine dichiarato che nel 2016, in occasione delle comunali a Latina, il clan acquistò voti anche per un candidato di Cuori Italiani, A. F., da cui ricevettero 5mila euro, e per un candidato di Forza Italia, in cambio di 8mila euro: ” Non volle che ci occupassimo dei manifesti ma solo dei voti”. Quest’ultimo candidato viene indicato in G. I., eletto “con circa mille voti”. E tra i consiglieri eletti c’è I., ottenne poco più di mille voti, di recente passato a FdI. – FONTE

VIDEO CORRELATI:

San Donato, inchiesta sui rimborsi delle protesi: sequestro d’urgenza per 34 milioni

11/12/2020 – Dopo i farmaci, le protesi. Stesso meccanismo, stessa presunta truffa: dispositivi medici, rimborsati a prezzo pieno dalla Regione Lombardia, ma in realtà acquistati ad un costo scontato. È ancora una volta per il sistema delle cosiddette note di credito che la Procura di Milano muove contestazioni ad ospedali del Gruppo San Donato, destinatari di un decreto di sequestro preventivo d’urgenza per oltre 34 milioni di euro. Il provvedimento, firmato dal pm Paolo Storari e ora al vaglio del giudice, è stato eseguito giovedì 10 dicembre, in un’inchiesta per concorso in truffa, a carico dell’ex responsabile dell’ufficio acquisti, Massimo Stefanato, da tempo non più al lavoro per il Gruppo.

Dal Policlinico San Donato all’Istituto Ortopedico Galeazzi
Ospedali sott’accusa – Sono otto le strutture ospedaliere ora indagate, in base al decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa dell’ente, per «la struttura organizzativa del tutto inadeguata, che ha consentito – scrive il pm Storari nel decreto di sequestro d’urgenza – al responsabile dell’ufficio acquisti di porre in essere condotte delittuose»: dal Policlinico San Donato all’Istituto Ortopedico Galeazzi, dall’Ospedale San Raffaele agli Istituti Ospedalieri Bresciani e Bergamaschi; dagli Istituti Clinici Zucchi e Villa Aprica e poi gli Istituti Clinici di Pavia e Vigevano.

loading…


I fatti riguardano gli anni dal 2013 al 2018, quando ciascuna di queste strutture avrebbe beneficiato, secondo l’accusa, di un ingiusto profitto, per essersi fatta «rimborsare da Regione Lombardia il costo sostenuto per l’acquisto delle endoprotesi, omettendo di indicare – viene sintetizzato negli atti – le note di credito ricevute dai fornitori, a scomputo del prezzo di acquisto a seguito del raggiungimento di alcuni obiettivi».

Il meccanismo presunto
L’accusa del medico – Il meccanismo, già ricostruito dagli inquirenti milanesi in un primo filone investigativo sui farmaci (per cui il 10 dicembre comincerà l’udienza preliminare), era stato invano denunciato da un primario al Comitato etico. «Il nostro Professor Colombo ha detto che l’Ospedale San Raffaele fa la cresta sulle valvole aortiche, per via delle note di credito», riferisce a Stefanato- in una conversazione intercettata – Mario Cavallazzi, consulente esterno già coinvolto nella prima inchiesta, citando un messaggio di una delle presenti a quella riunione. Il professore Antonio Colombo, al momento di queste conversazioni nel 2017, era primario di cardiologia interventistica dell’Ospedale San Raffaele. E avrebbe poi confermato la sua sensazione anche ascoltato dagli inquirenti. – [Continua su FONTE]
CONTINUA A LEGGERE >>
VIDEO CORRELATI:



Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):




Cocciu, Capogruppo Regionale di Forza Italia in Sardegna: “sapevamo che i contagi sarebbero aumentati abbiamo rischiato”

10/11/2020 – Con oltre 17.000 decessi su una popolazione di 10 milioni di abitanti la Lombardia è una delle aree del mondo in cui il nuovo coronavirus ha ucciso di più. Anche a causa di questo triste primato l’Italia rimane ancora oggi uno dei paesi d’Europa con più morti in relazione al numero di abitanti. Report ricostruisce con dati e documenti inediti la catena di eventi ed errori che hanno contribuito a generare questa situazione. Alla vigilia di un nuovo lockdown, l’Italia si scopre impreparata ad affrontare la seconda ondata della pandemia da Covid-19. Che fine ha fatto l’app di contact tracing voluta dal Governo e che avrebbe dovuto aiutarci a monitorare la diffusione del virus? A cinque mesi dalla sua adozione è stata scaricata da quasi 10 milioni di italiani, ma ha effettivamente funzionato? Il vandalismo è da sempre nemico del bike sharing e, a differenza di quanto si può pensare, non è un problema solo italiano, ma globale. Nel nostro paese, nonostante questo ostacolo, in molte città il servizio funziona. A Roma il bike sharing è presente, ma non è mai veramente decollato e la Capitale rimane agli ultimi posti nella classifica per numero di bici in rapporto alla popolazione.

loading…


La vicenda “delle discoteche aperte per pressioni politiche su Solinas; –secondo quanto riportato da Report sulla pagina ufficiale di Facebook – i gestori avrebbero pagato penali salatissime di centinaia di migliaia di euro alle star del divertimento. Così la scelta di rimanere aperti fino a Ferragosto ha fatto impennare i contagi e fatto diffondere il virus dalla Sardegna alle altre città d’Italia.”

Intanto il video promo dell’inchiesta di Report, dove si vede Angelo Cocciu, capogruppo in consiglio regionale di Forza Italia che dichiara: “sapevamo che i contagi aumentavano, abbiamo rischiato.”, sta diventando virale sul web. Ma cosa è andato storto con la gestione Covid in Italia? Il giornalista Emanuele Bellano ricostruirà con interviste e documenti la gestione dell’emergenza in Italia.
CONTINUA A LEGGERE >>



Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):




Tre milioni della Lega usati per saziare la Bestia: inchiesta in cui si ricostruisce la rete di bonifici e versamenti alle campagne social

24/05/2020 – Costa cara la propaganda sovranista di Matteo Salvini. Milioni di euro. Soldi destinati alla “Bestia” inventata dallo spin doctor del Capitano Luca Morisi, e finiti anche a Radio Padana, quella che un tempo era conosciuta come la “Voce del Nord”. A pagare la diffusione capillare degli slogan nazionalisti e filorussi, le campagne anti immigrati o quelle sui bambini scippati di Bibbiano, è la Lega, certo. Ma indirettamente anche i contribuenti italiani. L’Espresso ha infatti scoperto che la Lega ha girato oltre tre milioni di euro in tre anni alla società SistemaIntranet di Morisi, ad alcune srl legate al Carroccio e alla cooperativa proprietaria della radio del partito. E che i denari provengono dai sostenitori privati, dal 2 per mille delle dichiarazioni dei redditi dei simpatizzanti, e dai soldi pubblici destinati ai gruppi parlamentari della Camera e del Senato. Fondi, questi ultimi, che ogni gruppo può usare per attività strettamente connesse all’attività parlamentare. Un flusso di denaro che ha destato più di qualche sospetto, tanto da finire nel radar dell’Unità informazione finanziaria di Bankitalia. L’ Autorità, cioè, incaricata di acquisire informazioni su ipotesi di riciclaggio che collabora con le procure.

Il punto di partenza della nuova inchiesta de L’Espresso è sempre il solito: i 49 milioni di euro di finanziamenti pubblici non dovuti che la Lega sta restituendo allo Stato italiano. Ma emergono nuovi particolari: a finire nel mirino stavolta è la famigerata (e in questo periodo sofferente) “Bestia”, la macchina della propaganda social salviniana creata dal fedelissimo Luca Morisi (al centro nella foto) e nel cui staff figura anche Leonardo Foa, il figlio del presidente Rai indicato dalla Lega di Matteo Salvini. Il settimanale ha infatti scoperto che il Carroccio ha girato oltre tre milioni di euro in tre anni alla società SistemaIntranet di Morisi, ad alcune srl legate allo stesso Carroccio e alla cooperativa proprietaria della radio del partito, Radio Padania.

loading…



I denari provengono dai sostenitori privati, dal 2 per mille delle dichiarazioni dei redditi dei simpatizzanti, e dai soldi pubblici destinati ai gruppi parlamentari della Camera e del Senato. Un flusso di denaro che ha destato più di qualche sospetto, tanto da finire nel radar dell’Unità informazione finanziaria di Bankitalia, un’Autorità nazionale indipendente con funzioni di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, istituita nel 2007. A partire dai documenti in possesso di quest’ultima, L’Espresso ha ricostruito una rete legata a bonifici e a versamenti che porterebbero tutti nella direzione della propaganda social del Capitano. Che non sembra più essere così efficace (perdita costante di follower e interazioni) ma che ha evidentemente ancora costi altissimi. – [LaNotizia.it]
CONTINUA A LEGGERE >>
VIDEO CORRELATI:



Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):




Messina, 11 arresti per corruzione: 2 mila euro per ogni appalto vinto. In manette anche l’autista di un magistrato

03/03/2020 – C’era una ‘talpà al Palazzo di giustizia di Messina che passava notizie riservate ad alcuni imprenditori. Si tratta dell’autista di un magistrato che ora è finito in manette, insieme con altre dieci persone nell’operazione condotta dalla Squadra mobile della città dello Stretto. L’uomo, accusato di corruzione, è finito agli arresti domiciliari.

Era in servizio alla Direzione distrettuale antimafia di Messina. Secondo i magistrati avrebbe passato notizie su indagini in corso e informazioni sugli spostamenti dei magistrati. Dalle carte emerge che l’autista giudiziario in cambio delle notizie avrebbe chiesto l’assunzione per una persona vicina.

Le mazzette sono state registrate in diretta dalle ‘cimicì degli investigatori della Squadra mobile di Messina. In particolare, le intercettazioni hanno registrato le tangenti durante le conversazioni degli indagati. In un caso, sarebbe stato offerto al dirigente del Genio Civile un soggiorno in albergo e altri privilegi.

loading…



L’inchiesta, chiamata ‘Ottavo cerchiò, ha preso il via la notte di Capodanno del 2019, quando furono sparati dei colpi di pistola contro la saracinesca di un esercizio commerciale, una tabaccheria sita in zona Camaro. In un primo momento l’episodio «pareva integrare gli estremi di un preciso segnale intimidatorio rivolto ai titolari dell’esercizio per un possibile intento estorsivo», dicono gli inquirenti. È venuta così alla luce «l’esistenza di un sistema di corruzione che coinvolgeva, a vario titolo, persone operanti sia nel settore pubblico che in quello privato». Quattordici, in totale, le persone indagate, undici delle quali raggiunte da misure cautelari. È anche in corso di esecuzione il sequestro preventivo del complesso di beni e utilità economiche di una società commerciale. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal Procuratore capo di Messina Maurizio de Lucia, un imprenditore avrebbe stipulato un accordo con un funzionario del Genio Civile, tra gli arrestati di oggi. Per ogni appalto vinto avrebbe pagato duemila euro. Tra i destinatari dell’ordinanza ci sono un funzionario del Genio Civile di Messina e un dirigente del Genio Civile di Trapani.Entrambi avrebbero intascato delle mezzette. – [FONTE]
CONTINUA A LEGGERE >>
Ordina subito la tua carta Revolut gratuita.
VIDEO CORRELATI:


Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):




Tangenti: arrestati Lara Comi (FI) e l’AD dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni. In carcere finisce anche il dg di Afol Giuseppe Zingale

14/11/2019 – Ai domiciliari l’ex parlamentare di Forza Italia, Lara Comi, e l’imprenditore Paolo Orrigoni, titolare della catena di supermercati Tigros ed ex candidato leghista a sindaco di Varese. In carcere Giuseppe Zingale, ex direttore dell’Agenzia per il lavoro Afol. Poche ore fa i militari della Guardia di Finanza di Milano e Varese hanno notificato ai tre – già coinvolti nel primo filone dell’inchiesta “Mensa dei poveri”, per il quale lo scorso 30 settembre sono state chiuse le indagini per 71 indagati – un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Raffaella Mascarino.

Iscriviti subito e ricevi €15 dopo il primo acquisto con la tua carta Revolut gratuita.

Che scrive: “Dall’esame degli elementi indiziari (…) emerge la peculiare abilità che l’indagata Comi ha mostrato di aver acquisito nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre” dal ruolo pubblico “di cui era investita per espressione della volontà popolare il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità”. E ancora: “Nonostante la giovane età, Lara Comi ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all’incameramento di finanziamento illeciti”.

loading…



Inchiesta Mensa dei poveri, le accuse a Lara Comi
I pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, coordinati dal capo della Dda di Milano Alessandra Dolci, contestano ai tre sette capi di imputazione, cinque dei quali riguardano Lara Comi (quattro per episodi per cui era già indagata). Uno riguarda l’accusa di corruzione per la consulenza a favore dell’avvocato Maria Teresa Bergamaschi incassata da Afol: 38mila euro per un doppio contratto, in parte (10mila euro) dirottata a Comi. Vicenda che costa il carcere per corruzione all’ex direttore Giuseppe Zingale, già indagato anche per istigazione alla corruzione per la nomina di Luca Marsico, ex socio del governatore Attilio Fontana, in un ente regionale.

Ordina subito la tua carta Revolut gratuita.

Lara Comi deve anche rispondere di due imputazioni di truffa ai danni del Parlamento europeo. Sotto inchiesta il denaro retrocesso a Comi da un giornalista, suo addetto stampa, a cui Comi aveva aumentato lo stipendio (da mille a tremila euro mensili) per incassarne poi duemila ogni mese. L’altra truffa (finora inedita) è relativa a un contratto fittizio di consulenza come collaboratore al Parlamento europeo di Nino Caianiello, il “burattinaio” delle nomine e degli appalti al centro dell’inchiesta, che però era del tutto ignaro di questa operazione. Gli ultimi due capi di imputazione sono relativi al finanziamento illecito e alle fatture false per la finta consulenza da 31 mila euro incassata da una società di Marco Bonometti, attuale presidente di Confindustria Lombardia, e indagato per la stessa vicenda. La misura degli arresti domiciliari per Lara Comi risulta idonea per il gip Raffaella Mascarino rispetto ai reati contestati, vista la “refrattarietà dimostrata dalla Comi in merito al rispetto delle regole”. Inoltre la Comi potrebbe ripetere le condotte che le vengono contestate “in una pluralità di scenari che non presuppongono necessariamente l’attuale copertura di una pubblica funzione”.

Tangenti lombarde: ‘Lara Comi ha venduto la mia tesi per 31 mila euro a mia insaputa’
Gli inquirenti sostengono che Lara Comi sapesse di essere nel merito degli inquirenti e di poter essere indagata. In una conversazione intercettata cerca di concordare versioni da fornire a giornalisti e magistrati. “Comunque oggi io dirò che non ho mai preso 17k (17mila euro, secondo l’accusa, ndr), non ho mai avuto consulenze con Afol né di società a me collegate che non esistono…”, dice rivolgendosi a Maria Teresa Bergamaschi. All’amica con cui tesse affari nel gennaio scorso consiglia di utilizzare “Telegram che è più comodo” e consente la distruzione dei messaggi, quasi a comunicare la paura di essere intercettata. La Comi suggerisce anche di non rispondere a telefonate ‘sospette’: “Se dovessero chiamarti non rispondere né al telefono, né agli sms poi ti spiego”.
Milano, inchiesta sugli appalti: nel video dei carabinieri la consegna della tangente

Iscriviti subito e ricevi €15 dopo il primo acquisto con la tua carta Revolut gratuita.

Arresti per tangenti in Lombardia, ai domiciliari il candidato leghista di Varese Paolo Orrigoni
Paolo Orrigoni, già indagato, deve rispondere di corruzione per una presunta mazzetta da 50mila euro pagata per ottenere una modifica al Pgt di Gallarate, sull’area di via Cadore, dove vi era il progetto di apertura di un nuovo supermercato Tigros. Per giustificare le esigenze cautelari la procura indica nell’ordinanza altri due episodi. Uno riguarda il progetto di costruzione di un Tigros a Baggio. Per il quale Orrigoni incontra al ristorante “Da Berti” Caianiello, Pietro Tatarella e Marco Bestetti, presidente (non indagato) del municipio 7 di Milano, competente territorialmente per l’opera. “Allora…sono i miei “figliocci” milanesi – dice Caianiello a Orrigoni – anche se… hanno già superato il papà questi qui… hanno già imparato…

Mi manifestavano il fatto che volevano darti una mano, perché lì c’erano dei problemi sull’aspetto del progetto” dice ancora Caianiello a proposito dei due esponenti politici. Il secondo elemento a sostegno della richiesta di domiciliari per Orrigoni riguarda l’indagine aperta presso la procura di Busto Arsizio in cui Orrigoni è indagato per induzione indebita: avrebbe dato una consulenza alla compagna del capo dell’ufficio tecnico del comune di Solbiate Olona, per facilitare l’apertura di un nuovo Tigros. – [REPUBBLICA.IT]
CONTINUA A LEGGERE >>
VIDEO CORRELATI:



Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):




C’è del marcio tra i rifiuti. Altra indagine nella Capitale. Inchiesta sulla mancata raccolta nelle cliniche

09/11/2019 – Stai a vedere che la sindaca Virginia Raggi aveva ragione nel dire che c’è del marcio nella raccolta dei rifiuti a Roma. Qualcosa che oggi appare più che una semplice supposizione dopo che in Procura, nel volgere di nemmeno due mesi, è stata aperta la terza indagine con cui si sta cercando di far luce sui motivi per i quali la Capitale, in modo ormai ciclico, vede abbattersi la sciagura dell’emergenza immondizia. Così dopo la prima inchiesta sull’altalenante raccolta di rifiuti porta a porta delle utenze non domestiche e quella della settimana scorsa sullo stoccaggio non autorizzato dell’immondizia in prossimità dei cassonetti, ecco arrivare l’ultima batosta che mira a far luce sul mancato ritiro dei rifiuti dalle cliniche e dalle case di cura.

loading…



NEL MIRINO DELLA PROCURA. Basterebbe questa serie di indagini per giustificare i dubbi della prima cittadina ma, purtroppo, c’è di più perché a queste brutte storie si aggiungono anche i fascicoli, tutt’ora aperti, sui roghi agli impianti di trattamento biomeccanico dell’immondizia, ossia quello che ha devastato la struttura al Salario e quello che ha creato non pochi problemi al tmb di Rocca Cencia. Insomma il nuovo fascicolo relativo alla raccolta intermittente dell’immondizia prodotta dalle cliniche capitoline, affidata al pubblico ministero Carlo Villani e in cui è ipotizzato il reato di interruzione di pubblico servizio, assomiglia moltissimo a quella sulle utenze commerciali già avviata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pubblico ministero Rosalia Affinito.

Nel mirino anche in questo caso ci sarebbe il ricorso sistematico a trucchi per far figurare il servizio di ritiro dei rifiuti come eseguito anche quando, in realtà, non è mai stato nemmeno iniziato. Ma se l’inchiesta di Villani è alle battute iniziali, quella dei colleghi è già più che avviata e conta di un primo iscritto al registro degli indagati, ossia il presidente di Roma Multiservizi, Maurizio Raponi e che, nelle prossime settimane, potrebbe riservare ulteriori sorprese e allargarsi ulteriormente.

ARIA IRRESPIRABILE. Come se tutto ciò non bastasse, ieri è trapelato pure uno studio della Regione, rivelato in anteprima da Piazzapulita su La7, che getta pesanti ombre anche sul ciclo dello smaltimento dei rifiuti. Già perché secondo i rilevamenti dei tecnici nella zona di Rocca Cencia, periferia est della Capitale, nota ai più come “la terra dei fuochi romana”, i residenti del quartiere hanno un’aspettativa di vita di tre anni inferiore rispetto a chi abita nel centro città. Dati allarmanti che mostrano un boom delle patologie, soprattutto tumorali, legate all’apparato respiratorio. Un’area dove, ormai da anni e con triste puntualità, si susseguono roghi tossici – e illegali – dell’immondizia. E proprio questi sarebbero la causa di tali patologie perché, bruciando qualsiasi tipo di materiale, finiscono per causare valori del tutto fuori norma delle temutissime polveri sottili. – [LaNotiziailGiornale.it]
CONTINUA A LEGGERE >>



Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):




Corruzione, capogruppo Pd Lupo a giudizio. Processo anche per un amministratore giudiziario

09/11/2019 – L’ex amministratore giudiziario Walter Virga, già coinvolto nell’inchiesta sull’ex magistrato Silvana Saguto, e Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars sono stati rinviati a giudizio dal gup di Palermo per corruzione. Il processo comincerà davanti ai giudici della terza sezione del tribunale il 3 marzo.

Oggetto della vicenda, presunti illeciti commessi nella gestione di una serie di società sequestrate agli imprenditori Rappa e date in amministrazione giudiziaria a Virga, tra le quali la concessionaria Nuova Sport Car. Per la Procura ci sarebbero state irregolarità nel pagamento dei compensi dei collaboratori, nella vendita delle macchine che sarebbero state acquistate da parenti e amici a prezzi di favore, ammanchi negli incassi e alcune ipotesi di corruzione.

loading…



Virga avrebbe violato i criteri di trasparenza e legalità, tradendo il mandato ricevuto dall’ex presidente della sezione misure di prevenzione Silvana Saguto, poi finita sotto processo a Caltanissetta per corruzione proprio a seguito dell’inchiesta sulla Nuova Sport Car.

Lupo, invece, da vice presidente dell’Ars, decise di affidare a Virga una consulenza di duemila euro in quattro mesi per redigere un disegno di legge sui beni confiscati. Nel settembre 2015 Virga, intercettato, diceva alla moglie: “Domani mattina andrò a firmare il contratto di consulenza con l’Ars”.

La firma in realtà non ci fu mai. L’incarico fu cancellato dopo la pubblicazione della notizia sull’indagine. Secondo l’accusa, in realtà la consulenza sarebbe stato il prezzo pagato da Lupo perché la futura moglie, la giornalista Nadia La Malfa, avesse un contratto di collaborazione con Trm, emittente allora sequestrata ai Rappa e finita in amministrazione giudiziaria. – [FONTE]
CONTINUA A LEGGERE >>
VIDEO CORRELATI:



Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):




Piano piano la politica si accorge dell’inchiesta bomba di Report sulla rete internazionale russo-cristiana di Salvini

23/10/2019 – L’inchiesta del programma di approfondimento di Rai 3 ha messo in luce legami quantomeno ambigui tra oligarchi russi, fondazioni milionarie legate all’estrema destra, associazioni ultraconservatrici americane e la Lega di Matteo Salvini. La Fabbrica della Paura è il titolo del servizio di Giorgio Mottola. Ed è riuscito ad aprire nuovi scenari nell’inchiesta dei presunti soldi russi alla Lega.

Anche la politica, in colpevole ritardo, si è resa conto dell’importanza di alcune vicende emerse durante la trasmissione, la sera del 21 ottobre. «Dall’inchiesta di Report, su Rai 3, una ricostruzione accurata e ben fatta da cui scaturiscono molti interrogativi sulla Lega. Notizie inquietanti per la tenuta della democrazia italiana. Chi deve indagare indaghi per fare piena luce su tutta la vicenda», ha scritto il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti.

loading…



«Dopo la puntata di ieri di Report di Ranucci su Salvini e la pista russa non può non succedere nulla. Non può tutto continuare come prima. Non può. No, non può», è il commento che arriva dall’ex primo ministro Enrico Letta, sempre dall’area dem.

Il viceministro dell’Istruzione Anna Ascani, del Pd, ha scritto: «Report getta ulteriormente un’ombra inquietante sul #RussiaGate. Penso sia giunto il momento di far luce su tutto questo. Per non parlare poi delle “simpatie neonaziste” di Savoini e delle dichiarazioni omofobe e misogine dell’oligarca russo. Cos’altro dobbiamo vedere?».

Paolo Gentiloni, sempre Pd, fa i complimenti alla trasmissione: «Una bella inchiesta giornalistica che fa anche ottimi ascolti – e poi assicura -. Ignorarla sarà difficile».

Dunque l’ex ministro dell’Interno ieri sera era davanti alla tv a guardare “Che bella giornata”, trasmesso da Canale 5.

Chi invece si è sintonizzato su RaiTre avrà visto che Report ha cercato di dimostrare “come la trattativa della Lega per i soldi e il petrolio russo è solo una tessera di un mosaico molto più ampio, che vede sullo sfondo la nascita di un asse internazionale tra forze estremiste in Russia e negli Stati Uniti. Un mosaico in cui Matteo Salvini e la Lega sono solo le pedine di un progetto internazionale che punta alla destabilizzazione dell’Unione Europea”

Report, raccontano gli autori dell’inchiesta, “ha incontrato Konstantin Malofeev, detto l’Oligarca di Dio, uno dei russi più ricchi e più vicini a Vladimir Putin. È la sua prima intervista a una televisione europea. Negli ultimi anni, Malofeev ha finanziato partiti di estrema destra in Europa e nel 2013 ha fondato una nuova Santa Alleanza tra le associazioni ultratradizionaliste russe e le più potenti fondazioni della destra religiosa americana, che hanno riversato in Europa oltre 1 miliardo di dollari negli ultimi dieci anni. Dal 2013 a oggi, Gianluca Savoini e Matteo Salvini sono andati spesso a Mosca a incontrare l’Oligarca di Dio. Che cosa si sono detti?!”. – [Fonti WEB]
CONTINUA A LEGGERE >>
VIDEO CORRELATI:



Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):