03/09/2025 – Politici: prima del Pd, poi anche di FdI. Imprenditori. E pure un alto ufficiale dei carabinieri. Ci sono finiti tutti (o quasi) nel buco nero della (fu) scintillante Prato, tra mazzette, ricatti sessuali e guerre di potere, con la massoneria tornata ancora una volta grande protagonista. E adesso l’ex capitale del tessile italiano è al tappeto. Che tiri una brutta aria lo capisci subito entrando a I Frari delle Logge o al Caffè Buonamici, i due storici punti di ritrovo bipartisan sotto al palazzo del Comune.
Prato è commissariata e i politici sono pressoché spariti. Ai circoli Arci e alle (poche) Case del popolo sopravvissute fuori dal centro, i candidati alle imminenti Regionali si affacciano col contagocce per evitare le bordate dei militanti. Anche in via Magnolfi, dove c’è la sede di Fratelli d’Italia, c’è la consegna del silenzio. Un silenzio misto a rabbia, perché «noi siamo parte lesa in questa vicenda». «È vero: la città è stordita. Dobbiamo solo rimboccarci le maniche», ammette Matteo Biffoni, sindaco del Pd che qui ha governato dieci anni, fino a quando è stata eletta Ilaria Bugetti, sempre dem, cioè il detonatore di questa maxi inchiesta della Procura guidata da Luca Tescaroli. Bugetti, a giugno, si era dovuta dimettere perché accusata di corruzione. L’imprenditore tessile e Gran maestro della loggia Sagittario, Riccardo Matteini Bresci, infatti, pagava uno stipendio mensile alla medesima Bugetti, cosa che l’allora consigliera regionale aveva volutamente nascosto nelle dichiarazioni di legge. Va ricordato che la malefatta dell’assunzione fantasma di Bugetti è emersa grazie al lavorìo di Francesco Torselli, oggi eurodeputato di FdI e ai tempi all’opposizione in Regione Toscana.
Matteini Bresci — capo del Gruppo Colle, 20 milioni di fatturato — non nascondeva la sua appartenenza alla massoneria e si vantava che la sindaca avrebbe seguito i suoi ordini perché le aveva procurato 4 mila voti, grazie agli «amici incappucciati». Per Bugetti, oggi sparita da Prato, nessuna via di scampo. Dimissioni e città commissariata, con il Pd travolto dal fuoco di fila da destra che accusava gli avversari di essere infiltrati da massoneria e corruzione. Insomma: cosa volere di più alla vigilia delle elezioni regionali del 12 e 13 ottobre e con la prospettiva di riconquistare il Comune nel 2026? – [CONTINUA SU FONTE]
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