Partiti = Organizzazioni con Profit
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L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti che sarà varata oggi dal governo Letta sta per calare come una mannaia sui bilanci dei maggiori partiti politici italiani. Il primo grido di dolore viene lanciato dal Nazareno, sede del Pd. Ieri il tesoriere nazionale, Antonio Misiani, ha riunito i dipendenti del partito (circa 200) per fare il punto della situazione. Drammatica. Il bilancio del 2012, che verrà approvato dalla riunione della Direzione il prossimo 4 giugno, chiuderà in rosso. La gestione Misiani si era distinta per oculatezza: nel 2011 il bilancio si era chiuso con un attivo di 3,2 milioni, ma nel luglio del 2012 è stata approvata la nuova legge che dimezzava i fondi ai partiti, passati da 165 a 91 milioni di euro. Morale: il Pd ha incassato 29 milioni di euro nel 2012, ma dovrebbe riceverne solo 24 per il 2013. Troppo pochi.
Solo per il personale il Pd spende molto: nel 2011 erano 12,5 milioni di euro per quasi 180 dipendenti (156 a tempo indeterminato più 17 giornalisti, più alcuni contratti a termine). Numeri lievitati a quota 200 nel 2012. Troppi. Nella riunione di ieri, non priva di momenti di tensione, Misiani ha spiegato: «Difficilmente la nuova normativa, pur se entrerà in vigore in modo graduale (tre anni) colmerà i mancati introiti derivanti dal finanziamento pubblico». Misiani – che pure esclude con fermezza licenziamenti – fa aleggiare lo spettro della cassa integrazione, poi parla di contratti di solidarietà e di tutte le forme utili e possibili di ammortizzatori sociali. I dipendenti non la prendono bene e il panico fa presto a diffondersi. Misiani precisa, con una nota, che «la situazione economica del Pd è difficile, ma non drammatica. Nessuna decisione è stata presa sugli strumenti, ne discuteremo con i lavoratori». Restano parole come pietre: urge una «profonda riorganizzazione» e «la prospettiva inevitabile è quella del ridimensionamento di tutte le strutture». Un processo che, peraltro, va avanti da molto tempo. I dipendenti di Ds e Margherita erano 330, il passivo del 2010 era di 43 milioni.
Le cose, nel Pdl, vanno – se possibile – anche peggio. Il tesoriere, Maurizio Bianconi, ha forti dubbi che per i partiti la cig, sia ordinaria che straordinaria, sia usufruibile: «Mica siamo un azienda, noi. Spero s’inventino qualcosa». I dipendenti del Pdl sono circa 200 anche loro, di cui 130-140 quelli a tempo indeterminato. I contratti a termine e a progetto (una settantina) o già non sono stati rinnovati o non lo saranno più presto. Il bilancio del 2011, l’ultimo disponibile, è stato chiuso con un avanzo di cassa di 475.340 euro, ma il disavanzo complessivo resta di 7.490.292. «Nel 2012 – spiega Bianconi – dovevano entrare in cassa 28 milioni di euro, ma ne arriveranno solo 14. Chiuderemo il bilancio con 5-6 milioni di euro di utile solo grazie alla campagna tesseramento». Drastica la soluzione trovata per tirare la cinghia: Bianconi ha disdettato gli affitti di «tutte le sedi provinciali, regionali e nazionale (via dell’Umiltà, ndr.)» del Pdl. «Dove traslocheremo? Non lo so, non spetta a me deciderlo. So solo una cosa: il governo Letta sta per mettere sul lastrico decine di famiglie di italiani veri come tanti altri. Noi».
Solo per il personale il Pd spende molto: nel 2011 erano 12,5 milioni di euro per quasi 180 dipendenti (156 a tempo indeterminato più 17 giornalisti, più alcuni contratti a termine). Numeri lievitati a quota 200 nel 2012. Troppi. Nella riunione di ieri, non priva di momenti di tensione, Misiani ha spiegato: «Difficilmente la nuova normativa, pur se entrerà in vigore in modo graduale (tre anni) colmerà i mancati introiti derivanti dal finanziamento pubblico». Misiani – che pure esclude con fermezza licenziamenti – fa aleggiare lo spettro della cassa integrazione, poi parla di contratti di solidarietà e di tutte le forme utili e possibili di ammortizzatori sociali. I dipendenti non la prendono bene e il panico fa presto a diffondersi. Misiani precisa, con una nota, che «la situazione economica del Pd è difficile, ma non drammatica. Nessuna decisione è stata presa sugli strumenti, ne discuteremo con i lavoratori». Restano parole come pietre: urge una «profonda riorganizzazione» e «la prospettiva inevitabile è quella del ridimensionamento di tutte le strutture». Un processo che, peraltro, va avanti da molto tempo. I dipendenti di Ds e Margherita erano 330, il passivo del 2010 era di 43 milioni.
Le cose, nel Pdl, vanno – se possibile – anche peggio. Il tesoriere, Maurizio Bianconi, ha forti dubbi che per i partiti la cig, sia ordinaria che straordinaria, sia usufruibile: «Mica siamo un azienda, noi. Spero s’inventino qualcosa». I dipendenti del Pdl sono circa 200 anche loro, di cui 130-140 quelli a tempo indeterminato. I contratti a termine e a progetto (una settantina) o già non sono stati rinnovati o non lo saranno più presto. Il bilancio del 2011, l’ultimo disponibile, è stato chiuso con un avanzo di cassa di 475.340 euro, ma il disavanzo complessivo resta di 7.490.292. «Nel 2012 – spiega Bianconi – dovevano entrare in cassa 28 milioni di euro, ma ne arriveranno solo 14. Chiuderemo il bilancio con 5-6 milioni di euro di utile solo grazie alla campagna tesseramento». Drastica la soluzione trovata per tirare la cinghia: Bianconi ha disdettato gli affitti di «tutte le sedi provinciali, regionali e nazionale (via dell’Umiltà, ndr.)» del Pdl. «Dove traslocheremo? Non lo so, non spetta a me deciderlo. So solo una cosa: il governo Letta sta per mettere sul lastrico decine di famiglie di italiani veri come tanti altri. Noi».
Fonte: ilmessaggero.it
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