Ansa News – Ammontano a 1,7 miliardi i danni per le casse dello Stato provocati dalla mega evasione scoperta dagli uomini del Nucleo di polizia valutaria della Gdf. Il meccanismo messo in piedi dagli indagati, hanno ricostruito gli investigatori, consisteva nell’affidamento di servizi in subappalto a società cooperative appositamente costituite, da parte delle società degli indagati, che si aggiudicavano gli appalti sia da enti pubblici sia da società private. A loro volta le cooperative emettevano fatture false per operazioni inesistenti, accertate dalla Gdf per circa 400 milioni, accreditando così il denaro ricevuto ad altre cooperative cosiddette “finali”. I conti di queste ultime venivano progressivamente svuotati attraverso dei prelievi di denaro contante, non giustificati da alcuna logica commerciale.
Decine le perquisizioni e i sequestri in tutta Italia della Guardia di Finanza. Nell’indagine, diretta dalla Procura di Roma, sono indagate oltre 60 persone. I reati contestati agli indagati vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio. Nel corso dell’operazione i finanziari hanno sequestrato beni per oltre cento milioni di euro.
L’ “ingentissima evasione fiscale” – così l’ha definita il nucleo valutario della Guardia di Finanza – è stata realizzata, secondo l’accusa, dal consorzio di cooperative Gesconet, che opera nei settori del trasporto, del facchinaggio, delle pulizie e della vigilanza privata. L’inchiesta, con 62 indagati, è diretta dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossa e dal sostituti procuratori Filippi e Davinola. I provvedimenti di sequestro preventivi sono stati firmati dal gip della Capitale Valerio Savio. Il sistema di evasione fiscale si sarebbe prevalentemente fondato sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.