06/03/2018 – Maggioranze lontane, lontanissime per chiunque, dopo ilriparto del proporzionale. Come prevedibile, nessuna forza politica sfiora a Montecitorio quota 316 seggi, quella che garantisce la possibilità di governare in maniera autonoma. La prima forza alla Camera sarà quella del centrodestra che – al netto degli eletti in Valle d’Aosta – vale 260 deputati. Al Movimento Cinque Stelle vanno 133 seggi che si sommano agli 88 uninominali vinti formando una pattuglia di 221 onorevoli, che rappresenteranno il primo gruppo parlamentare.
Il Pd, sulla base del 18,7% dei voti, elegge 86 deputati nel proporzionale, tra i quali ci sono anche i ministri Dario Franceschini e Marco Minniti, oltre al presidente del partito Matteo Orfini. Conteggiando i 24 collegi uninominali vinti, la coalizione di centrosinistra – due eletti nel proporzionale per gli alleati di Svp, zero per +Europa, Civica Popolare e Insieme – sarà composta da appena 112 deputati. A Liberi e Uguali vanno 14 seggi che permettono il ripescaggio anche di Pier Luigi Bersani e Laura Boldrini.
La ripartizione del centrodestra, al quale mancano 56 deputati per avere una maggioranza con ancora 23 seggi da assegnare, vede la Lega in testa con 73 scranni, a seguire da Forza Italia con 59 seggi e Fratelli d’Italia che porta a casa 19 onorevoli. Zero, invece, per Noi con l’Italia che non ha superato il 3 per cento. La Lega, tra l’altro, elegge 7 deputati nelle regioni meridionali: due in Puglia, Campania e Sicilia, uno in Calabria.
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Al Senato, escludendo il riepilogo della circoscrizione Valle d’Aosta, sono 308 su 315 i seggi finora ripartiti. Al centrodestra ne vengono assegnati 135, di cui 37 alla Lega, 33 a Forza Italia, 7 a Fratelli d’Italia assegnati in base alla quota proporzionale e 58 con l’uninominale. L’M5S vede finora assegnati in totale 112 seggi, di cui 44 relativi ai collegi uninominali e 68 alla quota proporzionale. Il Pd totalizza 56 seggi, di cui 13 relativi ai collegi uninominali e 43 al proporzionale; al conteggio si aggiunge un seggio a Svp. Quattro seggi vanno a Liberi e Uguali.
CRONACA ORA PER ORA
11:47 – Centinaio: “Governo M5s-Pd via più naturale”“C’è il rischio di finire all’opposizione semplicemente perché, oggi come oggi, forse diventa più naturale per il Movimento Cinque Stelle, per il Partito Democratico e per Leu provare a chiedere a Mattarella di avere i numeri per poter fare il governo.” a dirlo ai microfoni di 24Mattino su Radio 24 è Gian Marco Centinaio (Lega), intervistato da Luca Telese e Oscar Giannino. “È più naturale per il semplice motivo che effettivamente i voti arrivano tutti da quella parte”, ha spiegato Centinaio.
11:40 – Serracchiani lascia segreteria nazionale Pd“Alla luce del risultato delle elezioni, per senso di responsabilità nei confronti di tutta la comunità del partito, ho preso la decisione di dimettermi dalla Segreteria nazionale del Pd”. Lo ha fatto sapere Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia. “Oggi stesso farò pervenire al segretario nazionale la lettera formale con cui comunico un atto che reputo doveroso e improrogabile“.
11:38 – Il segretario umbro del Pd si dimette: “Umbria blu colpo al cuore”Il segretario umbro del Pd Giacomo Leonelli si è dimesso dal suo incarico. Lo ha annunciato nel corso di una conferenza stampa dopo il risultato delle elezioni politiche nelle quali il partito è stato sconfitto in tutti i collegi uninominali di Camera, per la quale lui stesso era candidato a Perugia, e Senato. “Mi dimetto – ha detto – per tre motivi. Per dare un segnale a militanti e simpatizzanti perché vedere l’Umbria blu per loro è un colpo al cuore. Lo faccio poi per fare una valutazione franca senza retro pensieri e tatticismi ma anche per fare un ragionamento sull’Umbria visto che ci sono scadenze importanti per Comune e Regione”.
11:13 – Tre leghisti campani in ParlamentoPer la prima volta la Campania elegge due deputati e un senatore della Lega, che proprio della trasformazione in partito “nazionale” ha fatto un suo cavallo di battaglia. I tre parlamentari sono tutti eletti in collegi plurinominali. Sono eletti alla Camera Pina Castiello e Gianluca Cantalamessa, mentre al Senato viene eletto Claudio Barbaro.
10:53 – Maroni: “Poteva farsi rimpiangere, si farà solo compatire”“Poteva farsi rimpiangere, si farà solo compatire”: il governatore uscente della Lombardia, Roberto Maroni, ha commentato con queste parole sui social la ‘uscita di scena’ del segretario Pd Matteo Renzi. “Che brutto uscire di scena così, da perdente – ha aggiunto – . Non se lo meritava Matteo Renzi, ma non ha saputo cogliere l’attimo”.
10:51 – Renzi: “Al Quirinale non vado. Sarò a sciare”Lo ha detto il segretario dimissionario del Pd Matteo Renzi a Massimo Giannini, che lo ha rivelato a Circo Massimo su Radio Capital. Renzi ha aggiunto che non intende far parte della delegazione Dem che salirà al Quirinale per le consultazioni per la formazione del nuovo governo.
10:51 – Grazie al listino bloccato entrano Piero De Luca e Paolo Siani
Entreranno per la prima volta a Montecitorio alla grazie al listino bloccato Piero De Luca e Paolo Siani, candidati del Partito democratico in Campania entrambi sconfitti nei rispettivi collegi uninominali di Salerno e Napoli-San Carlo all’Arena. Per entrambi infatti il seggio scatta al collegio plurinominale: Piero De Luca era capolista nel collegio corrispondente alla provincia di Caserta, Paolo Siani nel collegio corrispondente alla provincia di Napoli. Molto limitata la “pattuglia” di parlamentari del Partito democratico eletti nei collegi plurinominali in Campania, dopo la sconfitta in tutti i 33 collegi uninominali tra Camera e Senato. Eletti anche i parlamentari uscenti Gennaro Migliore e Umberto Del Basso De Caro, il consigliere regionale Lello Topo e il ministro dell’Interno Marco Minniti, capolista in provincia di Salerno. Eletti al Senato Valeria Valente, parlamentare uscente, consigliere comunale di Napoli e già candidata a sindaco di Napoli nel 2016, il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli e Gianni Pittella.
10:39 – M5s in Sicilia: liste troppo “corte” rispetto ai seggi da riempireLa valanga di voti per il Movimento in Sicilia crea una problema da risolvere nell’attribuzione dei seggi. Oltre ai 28 eletti all’uninominale l’M5S piazza 25 parlamentari, tra Camera e Palazzo Madama, nella quota proporzionale. Ma la vittoria è tanto larga da creare un problema nei subentri, visto che alcuni dei 5stelle eletti nella quota proporzionale hanno ottenuto il seggio anche all’uninominale. E la lista – che per legge non poteva superare 4 nomi – è troppo breve rispetto ai seggi realmente ottenuti dai grillini. Secondo i giuristi a questo punto si andrebbe a cercare in altri collegi. I nodi da sciogliere sono ad esempio nel collegio proporzionale di Messina ed Enna dove Alessio Villarosa e Francesco D’Uva hanno vinto le rispettive sfide dell’uninominale, e dunque opteranno ovviamente per quel seggio. Alle loro spalle, però, c’è un solo nome, quello di Antonella Papiro.
10:13 – Seggi proporzionali in Sicilia: 8 senatori a M5s, 3 a FI, 2 al Pd. Otto senatori al Movimento 5 stelle, tre a Forza Italia, due al Partito democratico e uno ciascuno alla Lega, a Liberi e uguali e a Diventerà bellissima. E’ l’attribuzione dei seggi del Senato in Sicilia con il proporzionale. Tra gli eletti il presidente del Senato e leader di Leu, Pietro Grasso, l’ex presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani per Fi, assieme alle colleghe di partito Gabriella Giammanco e Urania Giulia Rosina Papatheu. Completano il quadro dei senatori del centrodestra l’avvocato Giulia Bongiornoper la Lega e l’ex sindaco di Catania, Raffaele Stancanellipresente nelle liste di Fdi per Diventerà Bellissima. Due i senatori del Pd: il sottosegretario Davide Faraone e l’ex deputata regionale Valeria Sudano.
10:05 – Chiamparino: “Candidarmi a segretario? Perchè no?”“Candidarmi a segretario? Perché no? Io una mano la posso dare”. Così Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte, a Radio anch’io (Rai Radio1). “Io spero che Renzi voglia gestire questa situazione in maniera collegiale. Magari anche congelando le sue dimissioni. Dobbiamo decidere insieme che posizione prendere. Non ci dobbiamo sottrarre dalle responsabilità ma non dobbiamo neanche andare a togliere le castagne dal fuoco agli altri. Sono i vincitori che devono fare una proposta. Poi valuteremo”. Infine sulle decisioni sul futuro del partito: “Io credo sia giusto far pronunciare la base”.
10:01 – Ghisleri: “Salvini ha vinto con i voti di Berlusconi, M5s con quelli di Renzi”
“A livello nazionale alla Camera i voti si sono mossi a blocchi. Nel centrodestra c’è stato un travaso di quasi tre milioni di voti – un po’ meno, due milioni e 700 mila – da Forza Italia verso la Lega che hanno rimpinguato rispetto alle politiche del 2013, dove la Lega aveva fatto un milione e quattrocentomila voti, fino ad arrivare quasi a toccare i sei milioni insieme ai voti centristi”. È l’analisi dei voti della sondaggista Alessandra Ghisleri (Euromedia Research) ai microfoni di 24Mattino su Radio 24 nel corso dell’intervista di Luca Telese e Oscar Giannino che ha poi spiegato: “Si sono mosse le tematiche economiche, soprattutto al Nord, che hanno spinto il voto verso la Lega, verso un certo tipo di cambio”. La Ghisleri ha poi concluso: “Dall’altro lato, il blocco del centrosinistra se si vanno a vedere la somma dei voti – per punire Renzi che ha votato Bonino – più di un milione e mezzo di voti sono andati in blocco verso i Cinque Stelle. Nel 2013 avevano preso 8milioni e 700 mila voti, oggi prendono quasi undici milioni di voti”.
9:35 – Gentiloni, Martina e Richetti ringraziano il ministro
“La scelta giusta, grazie Carlo Calenda”, ha scritto su Twitter il vice-segretario del partito, Maurizio Martina, uno degli uomini più vicini a Matteo Renzi. Stesso tono usato da Matteo Richetti, altro renziano di ferro. Ringrazia anche il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sempre tramite i social.
9:10 – Calenda: “Mi iscrivo al Pd, va risollevato”
“Non bisogna fare un altro partito ma lavorare per risollevare quello che c’è. Domani mi vado ad iscrivere al Pd”. Così su twitter il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, rispondendo a chi gli chiedeva di iscriversi alla svelta a un partito, o, meglio ancora, di fondarne un altro. –
Ilfattoquotidiano.it
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