Legge elettorale, il ‘modello tedesco’ cambia ancora. Intesa su riduzione collegi uninominale

04/06/2017 -Scenderanno da 303 a 225 gli uninominali, per risolvere il problema degli eletti che rischiavano di perdere seggio. Presentati oltre 700 tra emendamenti e sub-emendamenti. Lorenzin: “Arrivare a fine legislatura, intervenga il Colle”. Boldrini: “Voto anticipato non è destino già scritto”

Sarà una maratona, quella della commissione Affari Costituzionali della Camera sulla legge elettorale, che dovrà votare 780 emendamenti per trasformare quel Rosatellum (subito archiviato) in un sistema elettorale sul modello tedesco, seppur all’italiana.



La seduta doveva partire alle 14.30 ma è slittata fino alle 17. Perché anche sull’emendamento Fiano si è lavorato a modifiche, cercando un’intesa tra Pd, M5s, Lega e Fi. E su tre punti si sarebbe trovata un possibile accordo:

  • la riduzione a 225 collegi uninominali alla Camera (che andranno a coincidere quelli previsti per il Senato dal Mattarellum) e 112 al Senato: è il subemendamento Ferrari (Pd) che è stato presentato uguale anche dal grillino Cecconi.
  • La riduzione da 27 a 22 delle circoscrizioni proporzionali e dunque delle liste dei candidati;
  • la cancellazione della possibilità di candidature plurime in 3 diverse liste bloccate proporzionali oggi previste: ciascun candidato potrà candidarsi al massimo in un collegio e in una lista.

Sulla riduzione dei collegi proposta da Ferrari, c’è l’ok di Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle, che a margine della riunione della Commissione ha detto che è una buona soluzione per il problema dei seggi sovrannumerari (ovvero gli eletti nell’uninominale che rischiavano comunque di non avere un seggio). Ma sul punto si è bloccata la discussione, perché Forza Italia ha chiesto alcune ore per riflettere sulla proposta. Il relatore ha quindi accantonato l’emendamento e la Commissione ha rinviato i lavori per dare tempo a Forza Italia di decidere. Fiano ha detto: “Spero che l’intesa regga”.

Non sarebbe passata invece la linea proposta in numerosi emendamenti di introdurre le preferenze, di doppia scheda e di voto disgiunto, di superamento della priorità di elezioni prevista per il capolista bloccato rispetto ai più votati nei collegi della stessa lista. Ma la riduzione notevole dei collegi operata dal “germanichellum” realizza di fatto una riduzione assai consistente della possibilità che chi vince la gara uninominale poi non entri in parlamento perché superato dal capolista del suo partito in quella circoscrizione.

Gli emendamenti presentati. Ai 417 emendamenti presentati, di cui il più importante è naturalmente proprio l’emendamento Fiano, si sono aggiunti 363 subemendamenti al testo del relatore. I numeri li ha annunciati il presidente della Commissione, Andrea Mazziotti, su Twitter. Grossa parte dei subemendamenti, ben 127, riguardano il nodo cruciale dei collegi uninominali.

Nella formulazione del tedesco proposta da Fiano c’è una clausola che prevede che – se la legislatura dovesse finire prima che il governo abbia ridisegnato i collegi – resterebbero validi quelli del Mattarellum. Una previsione in chiave voto anticipato, ma che sta facendo storcere il naso a molti possibili candidati.

Altro punto molto criticato è quella delle candidature bloccate dei capilista e la possibilità di presentarsi in più collegi. Lo scontro è soprattutto nel Pd, con gli orlandiani che sono pronti a dare battaglia.

 

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Lorenzin: “Irresponsabile far cadere il governo, intervenga Colle”. La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, in un’intervista su Repubblica e su Twitter chiede a Mattarella di non assecondare le spinte verso il voto anticipato. “Irresponsabile far cadere il terzo governo in 4 anni, vanificando sforzi del Paese. Confidiamo nell’intervento del Colle”.

Anche Alfano attacca di nuovo Renzi. “Consiglio lettura intervista Renzi a Sole 24 Ore – scrive su Facebook – pochi spunti interessanti, molte ovvietà sull’economia, un fiume di parole per nascondere un solo con concetto: #paolostaisereno. Vorremmo sbagliarci perché tifiamo Italia, noi”. Il riferimento è al famoso tweet #enricostaisereno fatto da Renzi prima di spingere per sostituire l’allora premier Enrico Letta a Palazzo Chigi.

Boldrini: “Accordo su tedesco non vuol dire voto obbligato”. Le elezioni anticipate, dice in un’intervista a Repubblica la presidente della Camera Laura Boldrini, non sono “un destino già scritto. Prendo atto che i principali gruppi politici (Pd, M5S, Forza Italia, Lega) sembrano aver trovato l’accordo su un testo, come del resto ha chiesto da tempo il presidente Mattarella. Ma questo non vuol dire che la legislatura debba terminare ora”.

Sembra tenere il modello tedesco, ma con l’impronta di Beppe Grillo Il leader M5S,

Il modello elettorale tedesco (88mm x 110mm)

infatti, ieri in un gelido post ha bloccato il dissenso interno al Movimento blindando il patto con Pd e FI. L’intervento del garante del M5S, tuttavia, non spegne i malumori che permangono nel mondo del centrosinistra sul sistema tedesco mentre oggi in commissione Affari Costituzionali, gli orlandiani daranno battaglia per eliminare le pluri-candidature dal testo di Emanuele Fiano. E un altro nodo che potrebbe avere appoggio da più di un partito è quello del voto disgiunto, previsto tra l’altro dal modello tedesco.

Il testo Fiano, intanto, continua a non piacere ad una fetta del centrosinistra italiano. Walter Veltroni, primo segretario del Pd, ricorda la vocazione maggioritaria del partito e sottolinea come il testo Fiano non corrisponda al sistema tedesco. “Con il proporzionale si torna agli anni Ottanta”, attacca Veltroni giudicando “un errore gravissimo” la prospettiva di un’intesa Pd-FI. “E’ una legge elettorale peggio della Prima Repubblica, quando almeno si potevano scegliere i parlamentari.

Questa volta nemmeno questo potrà essere concesso agli elettori italiani”, è il durissimo commento dell’ex premier Enrico Letta mentre anche Pier Luigi Bersani parla di “tedesco truccato” e avverte: “su voto disgiunto e capilista si rischia l’incostituzionalità”. Critiche che il Pd non lascia senza risposte. “Le larghe intese ci sono già state. Figlie del maggioritario”, ricorda il presidente del Pd Matteo Orfini mentre Andrea Marcucci si rivolge agli ex Pd: “Bersani nel 2013 scelse di votare con porcellum. Mdp non ha titoli per parlare di nominati”.

Il M5s presenta le sue modifiche: voto disgiunto e preferenze. “Leggo commenti critici anche autorevoli sul modello tedesco di legge elettorale a cui stiamo lavorando in Commissione alla Camera. Voglio dire anzitutto che il lavoro, in questo momento, è in pieno svolgimento, e non c’è niente di definitivo che si possa giudicare correttamente”. Lo scrive Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle sul suo profilo Facebook, prima di sottolineare gli elementi contenuti nell’emendamento Fiano che al Movimento non piacciono e che vogliono cambiare.

“Mi preme tuttavia chiarire alcuni punti: gli elementi caratterizzanti del ‘modello tedesco’ sono tre: sistema proporzionale, 5% di sbarramento e divisone tra collegi uninominali e liste plurinominali. Sono presenti nel testo su cui stiamo lavorando e sono ciò che gli iscritti del M5S hanno votato; in Germania non ci sono le pluricandidature, né i capilista privilegiati nell’assegnazione dei seggi. Non sono elementi essenziali nella definizione di un modello elettorale, ma certamente sono dettagli per noi estremamente importanti”, aggiunge Toninelli: “Stiamo lavorando incessantemente per cancellare entrambi”. Eppure su quegli elementi, come sulla parte maggioritaria, si regge l’intesa siglata anche da Grillo.

Continua Toninelli: “In Germania il vincitore del collegio si vede assegnato il seggio senza che ciò tolga nulla ai partiti che hanno preso una certa percentuale di voti e dovrebbero quindi avere un certo numero di seggi. Lo possono fare perchè lì possono aumentare il numero dei parlamentarie. In Italia, per fortuna, non si possono aumentare gli ‘onorevoli’, perchè il loro numero è stabilito dalla nostra Costituzione: anche qui stiamo lavorando per inserire modifiche ben fatte che garantiscano, come in Germania, il seggio al candidato più votato nel collegio, anche senza modificare il numero complessivo dei parlamentari”.

“Il sistema tedesco prevede sì il voto disgiunto, ma su un’unica scheda, non su due come dice qualcuno. Stiamo lavorando anche su questo particolare, che tuttavia è collegato anch’esso al numero complessivo dei parlamentari”. Di più: “In Germania non ci sono le preferenze. Nonostante ciò, stiamo provando ad inserirle. Se non ci dovessimo riuscire ricordatevi che il M5S fa le parlamentarie. Non come i partiti che ora ci attaccano ma che alla prova dei fatti nomineranno tutti i loro candidati dimenticandosi delle primarie”, aggiunge Toninelli. – FONTE 

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