Dalla Puglia in Piemonte ecco il “metodo Pd” per ottenere i voti. Le ombre sugli appalti

07/04/2024 – Valigette piene di soldi, appalti in cambio di tangenti, assunzioni per amici e banconote per comprare voti. Dalla punta dello stivale all’operoso Piemonte. Quattro Procure ricostruiscono lo spietato «metodo Pd». I giudici di Napoli, Torino, Bari e Trapani delineano uno spaccato illegale che colpisce al cuore, sulla «questione morale», il Partito guidato da Elly Schlein. Il Giornale mette in fila fatti e inchieste. È la fotografia di un «sistema Pd». Identico nella spregiudicatezza. Soldi, soldi, soldi. E poi, voti per conquistare poltrone. Nell’ombra, si muovono imprenditori pronti a «comprare» appalti e finanziare le campagne elettorali. Un’inchiesta tira l’altra.

L’ultima, che investe la classe dirigente dem, esplode a Torino, la città amministrata da 31 anni da giunte rosse. Tranne per la parentesi della grillina Appendino. I magistrati della Dda di Torino indagano su infiltrazioni della ndrangheta negli appalti. Agli arresti domiciliari finisce R. F., ex amministratore delegato di Sitalfa, carica che ha lasciato nel 2021. Cosa c’entra il Pd? F. è stato nominato dal Consiglio regionale del Piemonte, in quota Pd, come componente dell’Orecol, un osservatorio sulla regolarità degli appalti pubblici. Nell’inchiesta risulta indagato anche S. G. (vicino a Fassino), padre di R. G. (non indagato) capogruppo dei dem in Consiglio regionale del Piemonte e in pole per fare il capolista alle prossime regionali. Eccolo di nuovo il «metodo Pd». G. padre – viene descritto dai pm – come il «grande manovratore» della politica torinese. Fonda una corrente IdeaTo nel Pd. Gestisce pacchetti di tessere, indirizza le candidature ed elegge alle ultime comunali nel 2021, nella maggioranza che sostiene il sindaco Stefano Lo Russo, tre consiglieri comunali e una pattuglia di 8 consiglieri di circoscrizione. Chiede un assessore ma incassa il vicedirettore generale del Comune. Il «metodo Pd» funziona. Visite mediche gratuite in cambio di voti, concessioni e autorizzazioni edilizie, pressioni sui funzionari comunali per ottenere favori. Tutto finalizzato al risultato elettorale. Nel Pd piemontese la «questione morale» viene rimbalzata a Roma sul tavolo di Schlein. I vertici regionali e provinciali bloccano la candidatura di R. G.. – [CONTINUA SU FONTE]
VIDEO CORRELATI: