Corruzione, 12 arresti a Ostia: coinvolti funzionari pubblici e imprenditori
03/05/2023 – Arresti per corruzione a Ostia. Personale della sezione di polizia giudiziaria della Polizia Locale ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare per 12 persone: due in carcere a Regina Coeli e dieci agli arresti domiciliari. L’ordinanza è stata disposta dal gip di Roma dopo l’inchiesta coordinata dal pool per i reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura di Roma.
Le indagini, condotte anche attraverso intercettazioni, telefoniche e ambientali, hanno messo in luce numerosi episodi di corruzione che hanno coinvolto funzionari pubblici, liberi professionisti e imprenditori. Numerose le accuse per gli indagati. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari, oltre 100 poliziotti locali stanno ancora eseguendo numerose perquisizioni e sequestri.
L’ordinanza è stata eseguita della Sezione di Polizia giudiziaria della Polizia locale su disposizione del gip. L’attività investigativa è stata coordinata dal pool per i reati contro la Pubblica Amministrazione della procura della Repubblica della Capitale. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari, più di 100 poliziotti locali stanno ancora eseguendo numerose perquisizioni e sequestri. Gli indagati dovranno difendersi da numerose accuse, fondate su indagini condotte sia in maniera tradizionale sul territorio di Ostia sia tramite l’ausilio di intercettazioni, telefoniche e ambientali. [ANSA]
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Catania, inchiesta Sanità: i piani per «comprare» i politici e quegli “omissis” che celano un altro terremoto
02/05/2023 – Maxi-inchiesta della magistratura catanese sulla corruzione nella sanità cittadina. Il sistema, di per sé, sarebbe stato abbastanza semplice: per realizzare gli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale, la Regione Siciliana finanziava una serie di progetti. Quelli presentati dall’Azienda Policlinico Universitario di Catania sarebbero stati gestiti, con l’obiettivo di perseguire fini personali, dall’odontoiatra N. C. e da G. A. M., 52 anni, all’epoca dei fatti funzionario amministrativo dell’università di Catania. Tramite C. e M. sarebbero passati favoritismi espliciti per figli e figlie, ex mogli e compagne. Cioè requisiti di partecipazione a bandi costruiti sartorialmente sui curricula dei candidati, e delle candidate, di cui era stata stabilita a tavolino la vittoria. Anche di personaggi politici di primo piano.
Quattro giorni di passione. Quattro giorni per riordinare le idee e, di concerto con i rispettivi difensori, approntare una linea che possa portare ad alleggerire le proprie posizioni. Che, al momento, appaiono quanto meno pesanti, se non pesantissime.
Sono in programma venerdì 5, infatti, gli interrogatori di garanzia (in occasione dei quali il Gip Simona Ragazzi dovrà esprimersi anche sulla richiesta di sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio) dei colletti bianchi rimasti invischiati nell’ennesimo terremoto nella sanità catanese. Un’attività coordinata dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catania e condotta dai carabinieri del comando provinciale che ha portato agli arresti domiciliari quattro persone – l’Odontoiatra sessantenne N. E. C., l’ex funzionario di Unict G. “Aldo” A. M. (51 anni), il cardiologo e politico di lungo corso G. A. (51 anni), nonché il dentista sessantottenne S. F..
Le accuse
Sono gravemente indiziati in concorso fra loro e con altri soggetti indagati (fra i quali gli ex assessori regionali R. R. e A. S., nonché il presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri I. “I.” La Mantia) dei reati di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio o del servizio. Tutto sarebbe legato a una serie di turbative nelle procedure di attribuzione degli incarichi nell’ambito dei progetti “Obiettivo di Piano Sanitario Nazionale”, finanziati e approvati dall’assessorato alla Salute della Regione, denominati “Osas Catania-sentinelle della prevenzione” e “Prevenzione, diagnosi e terapie delle carie dentali riscontrate nei cittadini fragili o in età scolastica della Provincia di Catania”, procedure indette e gestite dall’Azienda Policlinico Universitaria, nonché del progetto “Centro Cardio “Hub & Spoke”-modello di prevenzione e riabilitazione”, procedura indetta e gestita dall’Arnas Garibaldi. – [CONTINUA SU FONTE]
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Corruzione e appalti truccati nelle forze armate: 24 arresti, 12 sono militari dell’Aeronautica
20/04/2023 – Trentanove indagati, 24 misure cautelari di cui 12 a carico di militari dell’Aeronautica. È la maxi operazione della procura di Velletri che ipotizza un giro di tangenti per un volume d’affari in relazione ad appalti per infrastrutture della forza armata del valore complessivo di circa 3 milioni di euro. Ad eseguire le misure cautelari i militari del comando compagnia carabinieri – polizia Militare A.M. – di Roma Ciampino che, questa mattina, si sono recati nelle province di Roma, Napoli, Caserta, Latina, Viterbo, Grosseto, Chieti e Ravenna per notificare la misura degli arresti nei confronti di 14 persone, 10 ordinanze di applicazione dell’obbligo di dimora e la notifica di ulteriori 15 avvisi di conclusione delle indagini preliminari ad altrettanti indagati. I destinatari delle misure, nel particolare, sono 12 militari dell’Aeronautica e 12 civili, titolari e dipendenti, di ditte operanti nel settore edile.
Le accuse
Con il provvedimento sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico dei 39, indagati a vario titolo, per le ipotesi di turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione per l’esercizio della funzione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, condotte commesse a Ciampino, Pratica di Mare, Vigna di Valle, Furbara, in provincia di Roma; Montecastrilli (TR), Borgo Piave (LT), Grazzanise (CE) e Somma Vesuviana (NA), nel periodo intercorso tra il mese di maggio 2017 ed il mese di gennaio 2021.
I lavori sotto la lente
L’attività investigativa conseguente ha indotto gli investigatori a monitorare altresì complessivi 49 appalti pertinenti a lavori in basi militari dell’Aeronautica, dislocate nelle regioni Lazio e Campania, portando alla luce diverse condotte illecite che hanno coinvolto, a vario titolo, anche altri militari e responsabili di altrettante ditte private cointeressate economicamente ai citati contratti. In particolare con un sistema viziato dall’irregolarità nell’assegnazione di appalti per la realizzazione di opere infrastrutturali di immobili militari, le ditte erano agevolate garantendosi l’assegnazione diretta dei contratti pubblici. I due militari titolari della ditta privata ricevevano in cambio prestazioni d’opera e materiali per propri fini e gli altri appartenenti alla forza armata coinvolti consapevolmente avevano consentito tali condotte, venendo meno ai doverosi obblighi di vigilanza e controllo. II volume d’affari degli appalti ammonta complessivamente a circa 3 milioni di euro. – [CONTINUA SU FONTE]
Barcellona, scandalo arbitri: c’è la denuncia della Procura per corruzione
13/03/2023 – La Procura spagnola ha denunciato il Barcellona per presunta corruzione nei pagamenti a José María Enríquez Negreira, ex vicepresidente del CTA (Comitato Tecnico degli Arbitri). La denuncia è diretta anche allo stesso Negreira, agli ex presidenti blaugrana Sandro Rosell e Josep Maria Bartomeu e agli ex dirigenti del club Óscar Grau e Albert Soler. La Procura ha denunciato i presunti reati di corruzione tra privati in ambito sportivo, di falso in atti e di scorretta amministrazione.
La denuncia della procura spagnola: “Attraverso i presidenti Sandro Rosell e Josep Maria Bartomeu, il Barça ha raggiunto e mantenuto un accordo verbale strettamente confidenziale con il denunciato Enríquez Negreira, affinché, nella sua qualità di vicepresidente del CTA e in cambio di denaro, compisse azioni tendenti favorire il Barcellona nel processo decisionale degli arbitri nelle partite giocate dal club, e quindi nei risultati delle competizioni”, si legge nella denuncia. “Arbitri la cui designazione per ogni partita delle competizioni ufficiali spagnole a livello statale e professionale viene effettuata nel all’interno del CTA, l’organo preposto, inoltre, alle valutazioni per le promozioni e le retrocessioni degli arbitri, nonché alla proposta di candidati ad arbitri internazionali”. – [Continua su FONTE]
Corruzione al parco di Selinunte, tra gli indagati anche l’ex direttore
12/03/2023 – Corruzione, un “cartello” di imprese svelato con trojan per i lavori del Parco di Selinunte: sei ordinanze. Interdetti ex direttore, 2 funzionari regione e 3 imprenditori. In sei sono accusati di aver truccato gli appalti al parco archeologico e alle Cave di Cusa e Pantelleria. Tra i lavori pilotati quelli per l’adeguamento alle norme anti covid al museo del Satiro danzante di Mazara del Vallo.
Appalti a imprese “amiche”, a volte assegnati con procedura di somma urgenza, in cambio di lavori di ristrutturazione e giardinaggio ma anche di mazzette e assunzioni. Ci sono anche imprenditori palermitani e agrigentini coinvolti nel blitz della guardia di finanza scattato all’alba con l’operazione “Selinus”. Tra i destinatari delle misure disposte dal gip (interdizione dei pubblici uffici e divieto di contrattare con la pubblica amministrazione) tre imprenditori, due funzionari pubblici e Bernardo Agrò, ex direttore (2020-2021) del Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, il più grande dell’Europa settentrionale.
La svolta sarebbe arrivata grazie al cellulare di uno degli imprenditori indagati, amico dell’ex direttore del Parco, in cui è stato installato un “trojan”. La guardia di finanza, infatti, avrebbe attivato il microfono del cellulare “infetto” riuscendo a registrare delle conversazioni dalle quali è emerso un “patologico sistema clientelare – si legge ancora in una nota – preso il Parco archeologico preordinato all’assegnazione di pubbliche commesse a un cartello di imprese, perlopiù agrigentine, riconducibili alle figure dei tre imprenditori”.
Nuovo terremoto giudiziario alla Regione Puglia: funzionario e imprenditore arrestati per corruzione
12/02/2023 – La Guardia di finanza sta eseguendo a Bari e in provincia due misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di un funzionario della Regione Puglia, il 50enne A. M., e di un imprenditore edile barese, il 56enne Antonio Illuzzi, accusati a vario titolo di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. I reati sarebbero stati commessi nel 2021.
È in corso anche il sequestro dei beni nella disponibilità delle due persone arrestate e dell’ex dirigente della Protezione civile della Regione, M. L., arrestato nel 2021 con altri due imprenditori pugliesi per l’ipotesi di reato di corruzione per l’esercizio della funzione.
Le indagini della Gdf avrebbero fatto emergere il presunto pagamento a Lerario di 35.000 euro da parte dell’imprenditore Illuzzi, risultato aggiudicatario di nove appalti dalla Sezione Provveditorato Economato, con atti a firma dell’ex dirigente e del funzionario della Regione Puglia, negli anni 2019, 2020 e 2021, per un importo complessivo di oltre 2.283.000 euro. In particolare, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip, le indagini avrebbero disvelato che tali appalti sarebbero stati affidati contravvenendo alla normativa di settore mediante il loro frazionamento artificioso e senza rispettare il principio di rotazione degli operatori economici. Inoltre sarebbe stata rilevata la presenza di pagamenti di somme superiori a quelle oggetto di aggiudicazione, per oltre 45.000 euro. Le attività investigative avrebbero fatto emergere anche l’ulteriore ipotesi di reato di falsità materiale in atti pubblici che sarebbe stata commessa, in concorso, dall’ex dirigente e dal funzionario della Regione Puglia, in un atto dirigenziale dell’agosto 2021 per 135.750 euro. – [ANSA]
Palermo: Operazione Sorella sanità 2. Presunta corruzione, turbativa e riciclaggio per complessivi 700 milioni
25/10/2022 – I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 10 soggetti, di cui 1 in carcere, 4 colpiti dagli arresti domiciliari e 5 destinatari di obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.
Nei confronti di 3 dei destinatari dell’ordinanza cautelare, inoltre, sono state disposte misure interdittive della durata di un anno.
Gli indagati, sulla base degli elementi probatori allo stato raccolti, sono indiziati a vario titolo dei reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha disposto il sequestro di oltre 700.000 euro quale prezzo del reato di corruzione, nonché, a carico di 3 società, il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione per un anno.
Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – Gruppo Tutela Spesa Pubblica di Palermo, hanno tratto origine dagli approfondimenti investigativi svolti sull’enorme mole di risultanze acquisite nel corso dell’operazione “Sorella Sanità”, che, nel maggio del 2020, ha portato all’esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 13 soggetti, 7 dei quali (compresi due importanti pubblici ufficiali con incarichi apicali nell’ambito della sanità siciliana) già condannati in primo grado con rito abbreviato a pesanti pene detentive.
Gli elementi acquisiti allo stato delle indagini hanno consentito di individuare ulteriori presunti responsabili nelle vicende criminali già ricostruite e di ipotizzare nuove ipotesi di corruzione e di turbativa relative a importanti procedure di gara in ambito sanitario, non ricomprese nella precedente indagine, il cui valore complessivo sfiora i 700 milioni di euro.
In particolare, sono emerse, allo stato delle investigazioni, risultanze afferenti:
– alla possibile dazione di una tangente di 700 mila euro che la società aggiudicataria di una gara pubblica per la realizzazione, gestione e manutenzione del sistema informativo dell’ASP 6 di Palermo, del valore di 12,4 milioni di euro avrebbe corrisposto al presidente della commissione di gara e al suo faccendiere;
– alla possibile dazione di tangenti ad un pubblico ufficiale e al suo faccendiere nell’ambito di due gare, per la fornitura di apparecchiature elettromedicali, gestite rispettivamente dalla Regione Siciliana e dall’ASP di Palermo, dell’ammontare complessivo di oltre 220 milioni di euro. In tale contesto, con il coinvolgimento di un consulente legale, sarebbero stati predisposti dalla società aggiudicataria contratti meramente formali di manutenzione di apparecchiature, con l’unica finalità di giustificare, grazie all’utilizzo di fatture false, il passaggio di somme di denaro che, tramite un’impresa compiacente, sarebbero poi giunte ai presunti soggetti corrotti;
– all’ipotesi di un tentativo di turbativa di una procedura di gara ad evidenza pubblica ad opera, tra gli altri, di un appartenente alle forze dell’ordine;
– all’ipotesi di turbativa di una gara pubblica del valore di 227,6 milioni di euro indetta per l’affidamento dei servizi di pulizia in ambito sanitario, nel cui contesto sarebbero emerse responsabilità di un pubblico ufficiale dell’ASP di Enna, in qualità di consulente della Regione Siciliana;
– al possibile coinvolgimento del presidente della commissione di gara per l’affidamento del servizio di ossigenoterapia domiciliare relativo alle aziende del bacino occidentale della regione Sicilia, del valore di 66,4 milioni di euro, che avrebbe rivelato informazioni riservate ai dirigenti della società aggiudicatrice dell’appalto, in cambio della promessa di una tangente pari all’1% dell’importo di gara, nonché di soggiorni in hotel di lusso;
– all’ipotesi di corruzione di un funzionario dell’ASP di Enna, ad opera di due dirigenti di un’importante società del settore sanitario, al fine di ottenere indebitamente la prosecuzione di un contratto relativo all’assistenza domiciliare respiratoria per il bacino orientale dell’isola siciliana, del valore complessivo di 140,7 milioni di euro
L’odierna attività di servizio testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno profuso dalla Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, nel contrasto ad ogni forma di illegalità e di corruzione che altera le regole della sana competizione tra imprese, danneggia gli onesti e fa aumentare i costi dei servizi pubblici a danno della loro efficienza.
Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza. – [FONTE]
Basilicata, il governatore e tre assessori indagati. Operazione sulla Sanità: oltre 100 persone coinvolte.
07/10/2022 – Arresti, perquisizioni e provvedimenti restrittivi contro politici e amministratori della Regione Basilicata. Con il governatore di centrodestra V. B. che risulta tra gli oltre cento indagati nell’operazione della Dda di Potenza e portata a termine da polizia e Carabinieri sulla sanità lucana. È finito in carcere invece il capogruppo di Forza Italia, F. P., candidato per i berlusconiani alle elezioni del 25 settembre scorso come capolista al Senato. Mentre all’assessore regionale all’agricoltura, F. C., sempre di Forza Italia, è stato notificato il divieto di dimora.
L’operazione ha poi colpito anche l’ex assessore alla Sanità della Regione Basilicata, Rocco Leone, attuale consigliere regionale di Fratelli d’Italia, nei confronti del quale il gip di Potenza Salvatore Pignata ha disposto sempre l’obbligo di dimora. Inoltre, gli agenti e i militari dell’Arma hanno svolto diverse perquisizioni nella sede della Regione e all’ospedale San Carlo di Potenza, il cui direttore generale G. S. risulta essere coinvolto nell’inchiesta. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono quelli di induzione indebita, corruzione, tentata concussione e altri reati contro la pubblica amministrazione. – [Continua su FONTE]
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Favoriva imprese nelle gare d’appalto, arrestato per concussione il sindaco Leghista di Priolo
03/10/2022 – Il sindaco di Priolo Gargallo (in provincia di Siracusa), P. G. è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di concussione. Il 77enne primo cittadino si trova adesso agli arresti domiciliari. Gli agenti della Squadra mobile di Siracusa e del commissariato di Priolo, insieme con il Nucleo Pef della Guardia di finanza, hanno anche effettuato perquisizioni nell’abitazione del sindaco e negli uffici comunali. Secondo la Procura di Siracusa, si sarebbe reso responsabile di istigazione alla corruzione, tentata concussione, concussione, falsità materiale e ideologica in atti pubblici. Per alcuni dei reati contestati, avrebbe agito in concorso con complici, sia privati sia pubblici ufficiali, per i quali si è proceduto alla denuncia in stato di libertà. – [Continua su FONTE]
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