Telecamere negli asili nido e nelle case di cura: la Camera approva
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Sì alle telecamere per la Camera dei deputati
La legge sulla videosorveglianza negli asili nido e nelle strutture socio-assistenziali per anziani e disabili è stata approvata dalla Camera dei deputati ed è rimessa alla votazione del Senato.
Secondo Forza Italia, promotore della proposta, con l’installazione delle telecamere le famiglie potranno vivere più serene. I promotori ritengono che la videosorveglianza sia lo strumento più efficace per prevenire gli abusi e i maltrattamenti su chi è impossibilitato a difendersi e in più facilita il lavoro delle Forze armate nella repressione degli episodi di maltrattamento.
Anche l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, si è dichiarata a favore della proposta di legge ma a patto che l’installazione delle telecamere sia affiancata da altre misure preventive: ad esempio sistemi di formazione e sensibilizzazione del personale e la sottoposizione di questionari periodici agli operatori e ai familiari.
Tuttavia per alcuni, anche se favorevoli, l’installazione delle telecamere è una misura troppo costosa per essere realizzata: ciò perché l’articolo 5 della proposta di legge prevede l’installazione delle telecamere in ogni stanza della struttura con i relativi costi a carico della Pubblica Amministrazione.
L’installazione delle telecamere a circuito chiuso per alcuni è una misura che protegge i più deboli, per altri è una violazione della Privacy delle maestre e del personale impiegato nelle case di riposo. Vediamo quali sono le ragioni del «no».
I pareri contrari
A seguito dell’approvazione della proposta dalla Camera sono arrivati molti giudizi negativi riguardo l’eventuale legge.
Il Garante della Privacy, Antonello Soro, ritiene che l’installazione delle telecamere non solo è una misura che viola la Privacy dei dipendenti ma è anche poco utile a contrastare il fenomeno dei maltrattamenti verso i bambini e gli anziani.
Antonello Soro ha rilasciato questa dichiarazione:
”Nei contesti di relazione come quelli esaminati, nei quali ciò che conta è la qualità del rapporto instaurato tra le parti, nessuna telecamera potrà mai sopperire a carenze insite nella scelta e nella formazione del personale deputato all’educazione e all’assistenza dei soggetti meritevoli della maggiore attenzione”.
Altro parere negativo arriva da Pino Turi, segretario generale della UIL Scuola, secondo il quale la scuola è il luogo dove si concretizza la libertà di espressione e deve essere priva di condizionamenti, quindi senza telecamere. Contraria anche la FISM (Federazione Italiana Scuole Materne) che dice:
“La telecamera disincentiva, quando non sostituisce, il dialogo, l’ascolto, il confronto, la relazione indispensabili tra scuola e famiglia”.
Dunque lo scontro è aperto. Nelle prossime settimane vedremo quale sarà la decisione del Parlamento.
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