TAV Di Maio, ho ascoltato attentamente le parole del Presidente Conte, che rispetto: ora è il Parlamento a doversi esprimere.

24/07/2019 – Dopo le parole di ieri del premier Giuseppe Conte che, di fatto, danno il via libera al TAV Torino-Lione perché fermare l’opera costerebbe più che completarla, i Cinque Stelle ribadiscono il proprio no alla linea. “Rispetto le parole di Conte, ma il TAV è un’opera vecchia di 30 anni che sarà pronta tra 15. È vecchia, dannosa e inutile, un regalo a Macron, ma è giusto che decida il Parlamento”, sostiene il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio. Beppe Grillo sostiene la linea di Di Maio, mentre i Cinque Stelle piemontesi giudicano inaccettabile la svolta del governo.

Conte, “Non realizzarla costerebbe più che completarla”. Il presidente del Consiglio: “Questa la posizione del Governo, ferma restando la sovranità del Parlamento”.
“Non realizzare la Tav costerebbe molto più che completarla, e dico questo pensando all’interesse nazionale, unica stella Polare che guida e sempre guiderà questo Governo. Questa è la posizione del Governo, ferma restando la sovranità del Parlamento”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, durante un intervento video da Palazzo Chigi.

“Quando si ha a che fare con accordi internazionali tra due Paesi, già ratificati da entrambi i Parlamenti, si hanno infatti due strade per venir meno alla precedente intesa: o si raggiunge un nuovo accordo bilaterale, strada che, come ho detto, ho perseguito fino alla fine, oppure si denuncia l’accordo con una decisione unilaterale”, ha spiegato Conte di fronte ai deputati. Una decisione unilaterale, però, ha proseguito il premier, “avrebbe costi ingenti per le casse dello Stato e quindi chiare ripercussioni negative. E da qui la mia affermazione che oggi, a queste condizioni, cioè senza un accordo con la Francia, fermare l’opera sarebbe più svantaggioso che realizzarla”, ha ribadito Conte in Aula.

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“Le due forze di maggioranza come noto hanno sempre espresso posizioni diverse, diametralmente opposte su un progetto infrastrutturale così rilevante per il Paese” come il Tav. “Conosco le ragioni della Lega e la sensibilità M5s“, dice il presidente del Consiglio nel question time alla Camera. “Dopo l’analisi costi benefici ho espresso le mie personali perplessità e la convinzione che il Tav andasse ridiscusso sulla base del contratto di governo. Ho sempre sostenuto con chiarezza la volontà di ridiscutere l’opera nell’interesse del Paese e dei cittadini” ma, “anche grazie a questo”, c’è stato un “oggettivo passo avanti dal punto di vista economico: l’Ue ha infatti dato la sua disponibilità ad aumentare il suo cofinanziamento e anche per la tratta nazionale”, sottolinea Conte.

Se il Tav non è stato ridiscusso è per via “della ferma decisione della Francia di proseguire nella realizzazione” dell’opera. Un fattore decisivo, perché una decisione unilaterale dell’Italia “avrebbe costi ingenti per le casse dello Stato e quindi chiare ripercussioni negative”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Aula alla Camera spiega così la sua apertura alla realizzazione della Torino-Lione, in virtù del fatto che ad oggi “non realizzarla costerebbe più che completarla”. “In ogni occasione con i partner francesi e le istituzioni europee ho sempre sostenuto con chiarezza la volontà dell’Italia di ridiscutere l’opera”, ha detto il premier nel corso del suo discorso, ma non c’è stato margine. Per questo, “in attesa di un eventuale pronunciamento del Parlamento, il governo non potrà sottrarsi agli adempimenti necessari al proseguimento dell’iter” per la realizzazione dell’Alta Velocità, ha spiegato Conte, ricevendo gli applausi della Lega al termine del suo intervento.

“Quando si ha a che fare con accordi internazionali tra due Paesi, già ratificati da entrambi i Parlamenti, si hanno infatti due strade per venir meno alla precedente intesa: o si raggiunge un nuovo accordo bilaterale, strada che, come ho detto, ho perseguito fino alla fine, oppure si denuncia l’accordo con una decisione unilaterale”, ha spiegato Conte di fronte ai deputati. Una decisione unilaterale, però, ha proseguito il premier, “avrebbe costi ingenti per le casse dello Stato e quindi chiare ripercussioni negative. E da qui la mia affermazione che oggi, a queste condizioni, cioè senza un accordo con la Francia, fermare l’opera sarebbe più svantaggioso che realizzarla”, ha ribadito Conte in Aula.

“Le due forze di maggioranza come noto hanno sempre espresso posizioni diverse, diametralmente opposte su un progetto infrastrutturale così rilevante per il Paese” come il Tav. “Conosco le ragioni della Lega e la sensibilità M5s“, dice il presidente del Consiglio nel question time alla Camera. “Dopo l’analisi costi benefici ho espresso le mie personali perplessità e la convinzione che il Tav andasse ridiscusso sulla base del contratto di governo. Ho sempre sostenuto con chiarezza la volontà di ridiscutere l’opera nell’interesse del Paese e dei cittadini” ma, “anche grazie a questo”, c’è stato un “oggettivo passo avanti dal punto di vista economico: l’Ue ha infatti dato la sua disponibilità ad aumentare il suo cofinanziamento e anche per la tratta nazionale”, sottolinea Conte.

Tav, Taverna: “No tutta la vita, opera inutile”. Fraccaro: “Nessuna giravolta”
I deputati della Lega hanno applaudito il premier Conte alla fine della sua risposta sulla Tav, durante il question time in corso alla Camera. Poco prima, c’era stato invece brusio tra i banchi del Pd alle parole di Conte riguardo l’intenzione della Francia di proseguire nella realizzazione dell’opera. In Aula accanto al presidente del Consiglio c’erano i ministri per il Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro e la neo-titolare della Famiglia Alessandra Locatelli.
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