27/10/2019 – Bankitalia sapeva dal 2016 della truffa Mps sui diamanti. Il grande affare – L’esposto di un dipendente della banca senese raccontava fin da allora: “Così facevamo abboccare i clienti”. Ma si scoprì solo tre anni dopo. Già a gennaio 2016 Banca d’Italia conosceva le irregolarità sui diamanti venduti tramite le banche a decine di migliaia di risparmiatori. Lo dimostra un esposto che un anonimo “onesto impiegato di Mps” l’8 gennaio 2016 inviò al servizio tutela clienti della Vigilanza e alla filiale di Firenze di Banca d’Italia.
Decine di migliaia di clienti “indotti in errore”, per un profitto illecito di quasi 500 milioni per i cinque istituti di credito coinvolti. La Procura di Milano ha messo ieri un primo punto fermo nell’inchiesta sulla maxitruffa dei diamanti, con la notifica dell’avviso di conclusione indagini a 87 tra dirigenti, funzionari di banca e manager delle due società che vendevano i diamanti (Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment), e ai cinque istituti di credito (Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Banca Aletti) che li proponevano ai loro clienti, “fornendo una rappresentazione parziale, ingannevole e fuorviante” sull’investimento.
Le accuse, truffa e autoriciclaggio. Semplici correntisti, imprenditori, pensionati, professionisti, ma anche industriali come Diana Bracco (che avrebbe perso più di un milione) o personaggi dello spettacolo come Vasco Rossi (una perdita di circa 2,5 milioni), la conduttrice Federica Panicucci (54 mila euro), l’ex showgirl Simona Tagli (29 mila euro). Gli accertamenti del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, coordinato dal pm Grazia Colacicco, hanno messo in evidenza il ruolo attivo delle banche e delle loro agenzie sul territorio nel piazzare il prodotto con “contratti di acquisto a prezzi superiore al reale valore dei diamanti tra il 30 e il 50%, ma a volte anche l’80%”.
In cambio, Idb avrebbe garantito “una serie di regalie ai vertici del Banco Bpm e di Unicredit”. In più, Idb “ha aderito più volte all’aumento di capitale del Banco Popolare e di Unicredit”.
Lo scorso febbraio, nei confronti delle banche e delle due società, la procura aveva ottenuto un provvedimento di sequestro da oltre 700 milioni. “Emerge che le banche abbiano avuto un ruolo fondamentale nella stipula dei contratti – scriveva nella richiesta di sequestro il pm Colacicco – occupandosi in prima persona delle relative trattative, spesso inducendo i clienti a disinvestire gli investimenti già in essere e ad acquistare diamanti, in quanto più remunerativi”.
Tra gli indagati verso il processo l’ex dg del Banco Bpm, Maurizio Faroni, e l’ex ad di Banca Aletti, Maurizio Zancanaro. E rispetto al già lungo elenco di indagati noti, risultano coinvolti anche tre ex manager Unicredit: l’ex country chairman Italy, Gabriele Piccini, oggi in Intesa; l’ex responsabile Sales & marketing retail, Remo Taricani; l’ex head of Investment products Italy, Renato Miraglia. Trecento le parti offese, ma la procura ha un fascicolo bis per raccogliere le decine di altre persone che chiedono di entrare nel processo ed essere risarcite.
Il programma Storie Italiane della RAI, si era occupata della maxi truffa dei diamanti ovvero diamanti venduti ad un prezzo decisamente superiore al loro valore effettivo; moltissimi i truffati tra cui tanti personaggi del mondo dello spettacolo. L’indagine ora è stata chiusa: 87 gli indagati e 5 le banche coinvolte con l’accusa di truffa aggravata, auto riciclaggio e corruzione tra privati.
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