Libertà di stampa: Italia sempre peggio
Si è celebrata il 3 maggio, la Giornata mondiale della libertà di stampa, ricorrenza istituita dall’ONU per ricordare ogni anno l’importanza del rispetto per l’articolo 19 della dichiarazione universale dei diritti umani “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”, nonché celebrare l’anniversario della dichiarazione di Windhoek sui principi della stampa libera, emessi dai giornalisti africani il 3 maggio 1991. Anche quest’anno l’Italia (in compagnia della Grecia in Europa Occidentale) si situa tra i paesi semi-liberi. Il trend negativo continua dal 2009. Visto che foraggiare la stampa col denaro pubblico è inutile, anzi dannoso, aboliamo il canone Rai, il finanziamento pubblico all’editoria e facciamo pulizia nelle frequenze radio televisive. Ovvio che alla Europee voterò M5S.” FONTE
Il nuovo affare della camorra è nei Farmaci: BLITZ DEI LADRI DI MEDICINALI IN CAMPANIA
Medicinali, così funziona la “lavanderia” dei clan» Una inchiesta è a una svolta, l’altra si allarga. Sui farmaci contraffatti in Europa: «Tracce del giro d’affari gestito dai clan sono state appena trovate anche a Malta». Sulle altre cliniche finite nel mirino, dopo il caso Stamina, invece, un corposo dossier è stato consegnato ai magistrati romani. Conclusi gli accertamenti in due casi su tre all’esame. Luca Pani , direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, sottolinea l’impegno per garantire la sicurezza nelle cure. E non solo. I predatori delle farmacie ospedaliere, che prendono di mira i costosissimi antitumorali e salvavita, risponderebbero alla camorra. La criminalità organizzata provvederebbe a «rigenerare» i medicinali, rendendoli potenzialmente dannosi, e a rimetterli sul mercato. Gli ultimi colpi in Campania risalgono a poco più di due settimana fa. Torre del Greco, Marcianise e Benevento: è qui che si sono verificati i blitz dei ladri di medicinali.
Gli ultimi colpi in Campania risalgono a poco più di due settimane fa. Torre del Greco, Marcianise e Benevento: è qui che si sono verificati i blitz dei ladri di medicinali.
Hanno preso di mira i depositi delle aziende ospedaliere che custodiscono (si fa per dire) medicinali salvavita. Prodotti costosissimi e ricercatissimi su un mercato che corre lungo il doppio binario: legale il primo, e della borsa nera il secondo. Affari e fatturati a nove zeri. È la caccia ai farmaci che rientrano nella categoria degli antitumorali.
Un fenomeno che fa segnare continui e crescenti episodi l’uno più inquietante dell’altro, ma tutti contrassegnati da un unico comun denominatore: la razzia dei depositi farmaceutici che fanno capo a strutture sanitarie pubbliche. Allarme questo rilanciato ieri addirittura dal prestigioso Wall Street Journal, secondo il quale dietro questo traffico illecito si nasconderebbero le organizzazioni criminali, tra cui la camorra. Farmaci rubati, contrabbandati, contraffatti e infine distribuiti attraverso canali illegali lungo le più disparate latitudini.
La denuncia. Un grande business sul quale si sofferma il giornale newyorkese, citando tra le proprie fonti il dottor Domenico Di Giorgio, dirigente della Unità di prevenzione della contraffazione per l’Agenzia italiana del farmaco. Questo genere di prodotti sono costosissimi. Un esempio per tutti: nel Regno Unito un flaconcino di Herceptin (uno dei medicinali più richiesti dai nuovi predoni del farmaco)costa circa 675 dollari. È una delle rivelazioni del dirigente dell’Ufficio anticontraffazione dell’Agenzia del Farmaco italiana: «C’entra sicuramente il crimine organizzato».
La rete organizzata avrebbe sparso i tentacoli in tutta Europa, si occuperebbe di rubare farmaci antitumorali «negli ospedali o dai camion utilizzati per la distribuzione», intervenendo sui principi attivi, ad esempio diluendoli o sostituendoli con altre sostanze più economiche, quindi rimettendoli in commercio. Si spiegherebbero così i frequenti furti di farmaci avvenuti in Italia e in Europa, avvenuti negli ultimi tempi: non casi «isolati», ha dichiarato Domenico Di Giorgio al Wall Street Journal, ma episodi che rientrerebbero, secondo Di Giorgio, «nell’opera di reti altamente organizzate». La regia dell’operazione criminale sarebbe italiana ma, oltre alla camorra sarebbero anche altri clan dell’Europa orientale.
Sul business redditizio, che sta mettendo in apprensione per le possibili conseguenze dei falsi farmaci somministrati ai pazienti, indagano i Nuclei Antisofisticazione (Nas) dei Carabinieri. Il traffico riguarderebbe, come annunciato a metà aprile dall’Ema (L’agenzia del farmaco europea), farmaci come l’Herceptin della Roche, l’Alimta (Eli Lilly) e il Remicade (Johnson & Johnson e Merck).
La Campania. C’è tanta Campania nelle cronache che raccontano le sempre più numerose razzie legate alle scorribande notturne di chi svuota i frigoriferi degli ospedali in cui vengono custodite queste medicine. Dicevamo dell’ultima serie di furti misteriosi: tre colpi in meno di quarantott’ore che hanno fruttato ai malviventi qualcosa come 300mila euro.
Nella notte tra la domenica delle Palme e il lunedì successivo i soliti ignoti si sono introdotti all’interno dell’ospedale “Maresca” di Torre del Greco; solo poche ore dopo identico copione nell’ospedale di Marcianise – in provincia di Caserta – e poco prima dell’alba di martedì l’ultimo furto, questa volta a Benevento. In tutti e tre i casi c’è il sospetto di una mano interna, di talpe che forniscono indicazioni precise e dettagliate sui luoghi teatro dei furti e delle rapine. E il mercato nero ringrazia.
I «colpi». Ma l’elenco dei furti presso le strutture delle aziende sanitarie locali della Campania (come in molte altre del resto d’Italia) è lunghissimo. I colpi vengono messi a segno a macchia di leopardo: difficile se non impossibile prevedere dove gli specialisti a caccia di fiale e pasticche che valgono oro decideranno di colpire. E indagini a tutto campo: in prima linea i militari del Nas, il Nucleo antisofisticazione, affiancati dai carabinieri dei vari comandi provinciali interessati territorialmente. Investigazioni non semplici, ma che – da informazioni qualificate – sarebbero (almeno per alcuni casi eclatanti verificatisi proprio in Campania negli ultimi anni) a una svolta.
In Procura. Decisamente più cauti rispetto alle trancianti conclusioni riportate dal Wall Street Journal appaiono i magistrati inquirenti partenopei. E se non è una smentita, davvero poco ci manca. Dalla Procura di Napoli i pm della Direzione distrettuale antimafia fanno sapere di non avere «alcun fascicolo in evidenza»: e dunque – almeno fino a oggi – non ci sono indagini che mettano in collegamento i furti dei medicinali antitumorali con le attività della camorra, sia napoletana che casertana. E questo è un punto fermo importante.
Esistono invece decine e decine di informative dettagliate che fanno il punto sulle indagini e spiegano come i contesti ambientali nei quali prolifera il grave fenomeno dei furti di costotissimi farmaci da destinare al mercato nero sia in qualche modo riconducibile a una delinquenza agguerrita, che sa il fatto suo e che – in qualche caso – può anche avere contatti con la criminalità organizzata. Dal Nolano al Vesuviano, dal Casertano alla provincia di Salerno, passando ovviamente per Napoli, gli oggetti del desiderio dei contrabbandieri dei farmaci della speranza sono sempre gli stessi: i prodotti a base di princìpi attivi antiretrovirali, oncologici e gli emoderivati.
L’affare. «Da quando la sanità è diventato il nuovo serbatoio di soldi contanti – spiega un investigatore impegnato in prima linea nelle indagini sui furti di farmaci – e da quando i confini dell’Europa unita si sono allargati verso est, il furto dei farmaci è diventato uno dei motori che finanziano un grossissimo circuito criminale che ha radici in italia, in altri paesi del Vecchio Continente e, soprattutto, nelle regioni balcaniche». Albania, Romania, Bulgaria, ma anche Macedonia e Bosnia sono i terminali privilegiati, le mete del primo tratto di corsa che viene fatto fare ai farmaci trafugati in Italia.
Dopo i furti. I farmaci rubati negli ospedali o dai camion utilizzati per la distribuzione vengono dirottati a uno dei «grossisti» italiani capaci di garantire la custodia dei prodotti per alcune settimane. Giusto il tempo necessario, fino a quando non si calmano le acque. Poi scatta la seconda fase, che prevede la partenza dei carichi verso destinazioni straniere dove mani esperte (e menti prive di scrupoli) provvedono a far perdere ai prodotti i lori principi attivi, trasformando quelle stesse sostanze salvavita in farmaci inefficienti, o addirittura pericolosi.
«Tutto questo – conclude l’investigatore – determina tre punti di criticità: può creare danni a salute, causa perdite all’erario per decine di milioni ogni anno; e finisce col finanziare un circuito criminale». I rimedi? Uno su tutti: potenziare le barriere a presidio di questi superfarmaci, oggi debolissime.
La proposta. «Da tempo – spiega Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli – abbiamo lanciato una proposta alle aziende sanitarie locali: quella di affidare la gestione di questi farmaci ai distributori intermedi o alla piattaforma di Federfarma. Noi abbiamo insieme coi grossisti una struttura iperprotetta. Un altro strumento la “targatura” dei prodotti: ogni confezione potrebbe essere tracciato dal momento in cui lascia il deposito a quando arriva alla farmacia ospedaliera o privata. Finora però il sistema della doppia barratura ottica presente sul talloncino non è mai stato attivato. Per questo è auspicabile che al più presto decolli il più affidabile sistema a matrice, denominato QR code». FONTE
CUFFARO EX Governatore Regione Sicilia in carcere per mafia continua a rubare indisturbato
Scoppia il caso Cuffaro: è in carcere per mafia ma riceve seimila euro al mese di vitalizio. La Regione Sicilia continua a versare il vitalizio all’ex governatore siciliano Totò Cuffaro in carcere per mafia. E’ tutto regolare, sia ben chiaro: infatti il decreto Monti taglia le pensioni solo a chi ha compiuto reati contro la pubblica amministrazione. E non a chi è dietro le sbarre per favoreggiamento aggravato alla mafia
L’Ars continua a versare il vitalizio all’ex governatore siciliano Totò Cuffaro in carcere per mafia. E’ tutto regolare, sia ben chiaro: infatti il decreto Monti taglia le pensioni solo a chi ha compiuto reati contro la pubblica amministrazione. E non a chi è dietro le sbarre per favoreggiamento aggravato alla mafia.
Come raccontano oggi su Repubblica Fraschilla e Lauria dall’aprile del 2011 l’amministrazione della Regione Sicilia versa il vitalizio a Cuffaro.
Si tratta di una cifra sostanziosa: un assegno da circa 6 mila euro lordi al mese, perché non esiste alcune norma, nazionale o regionale, che preveda lo stop al vitalizio per ex deputati agli arresti.
Quella di Cuffaro, scrive il quotidiano, è una vera e propria pensione “blindata”:
La “pensione” di Cuffaro non sarà intaccata nemmeno dal regolamento appena approvato da Sala d’Ercole, che accoglie nell’Isola del tesoro le norme imposte dal decreto Monti sui costi della politica. Norme che prevedono la “sospensione del vitalizio per chi è condannato per reati contro la pubblica amministrazione con pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici”.
I funzionari dell’Assemblea si erano ovviamente chiesti se sospendere o meno il vitalizio all’ex governatore ma il decreto è chiaro: la sospensione scatta solo per reati contro la pubblica amministrazione con previsione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Non per altri reati. FONTE
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Castelmezzano BASILICATA: la migliore località del pianeta tra quelle di cui non si è mai sentito parlare
Si trova in Basilicata, secondo il sito di viaggi americano Budget -Travel, la migliore località del pianeta tra quelle di cui non si è mai sentito parlare. Seguono Caraiva in Brasile, Estacada negli Usa, Irgalem in Etiopia, Puerto Angel in Messico, la regione dello Jura in Francia, Jomsom in Nepal e Sangkhlaburi in Thailandia.
E’ Castelmezzano, un paese incastonato tra le montagne lucane di cui la maggior parte degli italiani probabilmente non ne conosce nemmeno l’esistenza, il più bel posto sconosciuto al mondo.
A stilare la classifica Budget Travel, un portale di New York che ha chiesto a 10 persone di descrivere alcuni luoghi “scoperti” recentemente di cui non si è mai sentito parlare. Accanto al paesino della Basilicata ci sono Caraiva in Brasile, la regione di Baranja in Croazia, Estacada negli USA, Irgalem in Etiopia, Wroclaw in Polonia, Puerto Angel in Messico, la regione dello Jura in Francia, Jomsom in Nepal e Sangkhlaburi in Thailandia. FONTE
Nonchè meta di turismo per scoprire panorami mozzafiato con il volo dell’Angelo:
Ttip (Transatlantic trade and investment partnership): Trappola libero scambio EURO/USA
Altro che mES e Fiscal Compact: sta per arrivare il TTIP! Un altro trattato ignoto ai cittadini, che strangolerà le imprese italiane e (stavolta) europee! Che cosa ha da dire Renzi? Ha da dire solo “SI!” a Obama, come sempre?
Non se ne può più di decisioni, accordi, trattati firmati dalle caste globali di tecnocrati alle spalle e sulla pelle dei cittadini. Stavolta non parliamo di Mes o Fiscal compact, ma del meno conosciuto Ttip (Transatlantic trade and investment partnership), in pratica una zona euro-americana di libero scambio priva di frontiere interne, un mercato unico per merci, investimenti e servizi tra le due sponde dell’Atlantico.
Il negoziato per il Ttip è stato avviato ufficialmente nel luglio scorso. Continua su FONTE
Claudio Santamaria Voto Movimento 5 Stelle E la ministra ci rimane male
Claudio Santamaria, in assoluto uno dei più grandi attori italiani contemporanei, in un’intervista radio confessa di voler votare il MoVimento 5 Stelle per le europee. In studio c’è la ministra Giannini che non la prende proprio bene. Imperdibile!
Siamo il primo movimento politico in Italia, ormai se ne devono fare una ragione, noi siamo “il 109 per la rivoluzione”!
La rabbia e la speranza dei cittadini potrebbe spazzare tutto il marcio in un secondo, facciamo che il 25 maggio diventi quel secondo!
ATTIVISTI DEL M5S PORTATI IN CASERMA PER AVER RIPRESO UN CONSIGLIO COMUNALE
Ieri a San Paolo Bel Sito durante il consiglio comunale i due tizi in foto hanno ripreso la seduta pubblica e alcuni amministratori si sono infuriati.
Io avevo in mano un cartello con scritto “vi sto riprendendo” mentre Antonio riprendeva con il cellulare.
Dopo qualche minuto il sindaco si accorge di ciò che sta accandendo e minaccia di denunciarci se continuiamo, dato che (a suo dire) abbiamo “oltrepassato qualsiasi limite di democrazia” e “c’è una legge che tutela i consiglieri comunali”.
La seduta viene momentaneamente interrotta, durante questo lasso di tempo volano offese dirette a cittadini presenti in aula, da parte di due membri dell’amministrazione (il sindaco e l’assessore all’ambiente). Vengono inoltre avvertiti i carabinieri della nostra presenza in aula.
La seduta riprende e mentre continuiamo la ripresa arrivano i carabinieri. Subito veniamo indicati come “coloro che si ostinano a riprendere” i carabinieri chiedono se il consiglio sia a porte chiuse, cosa che non è. Nonostante ciò i carabinieri non ci impediscono di riprendere. Il sindaco e il presidente rimangono di stucco e insistono nei confronti dei carabinieri che non possiamo riprendere.
Appena i carabinieri escono dall’aula il sindaco sospende la seduta esclamando “non voglio essere ripreso ne tanto meno posso sentirmi dire che i carabinieri fanno proseguire queste persone a riprendere”.
La riunione dura circa 15 minuti. Dopo di essa i carabinieri prendono i nostri nominativi e ci invitano alla stazione del comando centrale di San Paolo Bel Sito.
Premettendo che abbiamo presentato richiesta per effettuare le riprese il 29 luglio 2013 e da allora nessuna risposta, nonostante ne avessimo fatte altre due in questi ultimi mesi, in base alla legislazione corrente è possibile riprendere le sedute aperte al pubblico avvisando i diretti interessati (come abbiamo fatto).
Un ringraziamento a tutti gli attivisti di San Paolo Bel Sito che hanno creduto dall’inizio in questa iniziativa e si sono spinti fino in fondo. In particolare ad Antonio La Manna, attivista di Visciano che è venuto a sostenerci proprio perché il M5S è rete e coondivisione, sei un amico ti stimo Fonte