Assunzioni in cambio di voti. Impiegati al Cara di Mineo, solo se iscritti a NCD di Alfano
Lo scandalo del Cara di Mineo (Sicilia) e del business che ruota attorno all’accoglienza degli immigrati si colora di un nuovo particolare. Questa volta dall’inchiesta etnea (che di fatto è una costola di Mafia Capitale) emerge un “mercimonio delle assunzioni” che coinvolgerebbe Ncd, il partito di Angelino Alfano.
Secondo quanto riporta il quotidiano locale La Sicilia, dalle indagini della procura di Catania sul bando di gara per la gestione del Cara sarebbe emerso anche dell’altro. Nei documenti si parla di “una spregiudicata gestione dei posti di lavoro (circa 400) per l’illecita acquisizione di consenso elettorale”. In sostanza in cambio di un lavoro sarebbe stato chiesto ai dipendenti di iscriversi a Ncd, di votare i candidati locali e partecipare attivamente alle campagne elettorali del partitino di Alfano. A finire nell’occhio del ciclone sono tre persone: Paolo Ragusa, ex presidente della coop, Giuseppe Castiglione e Anna Aloisi. Il primo è sottosegretario, mentre la seconda è sindaco di Mineo. Le accuse di voto di scambio riguarderebbero le campagne elettorali del Pdl nel 2013 (Politiche), di Ncd nel 2014 (Europee) e della lista civica Uniti per Mineo nel 2013 (Amministrative).
Il sistema delle assunzioni “politiche” avrebbe coinvolto tutti i comuni del consorzio che gestisce il centro. I sindaci, secondo quanti emerso dalle testimonianze di Luca Odevaine, l’uomo di Mafia Capitale, ogni volta che c’era da assumere qualcuno si riunivano proprio con Paolo Ragusa allo scopo di “spartire il numero delle assunzioni da fare”. Gli inquirenti si sono basati sulle testimonianze degli stessi dipendenti della coop che gestiva il Cara di Mineo. Alcuni hanno ammesso di essere stati assunti “fino alla fine del periodo elettorale”, altri – scrive il Fatto Quotidiano – di essere stati licenziati perché non partecipavano alla campagna elettorale, altri ancora hanno detto che “nell’ufficio della Sol Calatino capitava di occuparsi anche delle procedure di apertura dei circoli di Ncd della zona del Calatino”. “Io stessa – ha detto una dipendente – mi sono occupata anche di queste incombenze unitamente a Ragusa. I soggetti che intendevano aprire un circolo dovevano versare 150 euro al partito che in alcuni casi raccoglievamo direttamente”. E quasi tutti i dipendenti si sono iscritti ai circoli locali di Ncd. Non era obbligatorio, dicono, ma forse per quieto vivere era norma farlo nel circolo “coordinato da Paolo Ragusa”.
L’inchiesta originaria da cui sono emerse tali testimonianze condotta dai pm Marco Bisogni e Raffaella Vinciguerra riguarda il bando di gara da 100milioni di euro per la gestione del Cara vinta dalla coop Sol Calatino. Un bando segnalato pure da Raffaele Cantone come anomalo. FONTE
Ecco spiegata la supercazzola su Repubblica, che mente spudoratamente per difendere i Vitalizi
25/03/2017 – Repubblica continua con un giornalismo vergognoso. Chi stamattina ha aperto Repubblica ha letto dai titoli una fake news indecente e cioè che il Pd ha tagliato dal 10% al 40% i vitalizi dei parlamentari. Come no! Il giornale di De Benedetti ormai non ha più alcuna decenza.
Ecco spiegato il trucchetto della supercazzola approvata ieri dal Pd alla Camera, e che naturalmente su Repubblica nessuno spiega: agli ex parlamentari che percepiscono un vitalizio pari a 70mila euro l’anno non tolgono nemmeno un centesimo; a quelli che prendono da 70 mila a 80mila euro di vitalizio all’anno, tagliano il 10% ma non del totale – come furbescamente vogliono farci credere il PD e i titoloni di Repubblica -, ma dell’eccedenza rispetto ai 70mila euro! Cioè se un parlamentare prende 71 mila euro il 10% si applica sulle 1000 euro cioè 100 euro. Cioè un taglio dello 0,14%. Una vergogna, una indecenza assoluta. Tradotto: chi prende un vitalizio d’oro, continuerà a prenderà anche oltre il 99% di ciò che prendeva fino a ieri.
E attenzione: questo sarà solo per tre anni. Poi ritorneranno a prendere esattamente come prima.
Intanto chi ha scritto e si è votato questa delibera, PD e compagnia cantando, a settembre si prenderà la sua pensione, dopo 4 anni e 6 mesi su una poltrona, mentre i lavoratori italiani, grazie alla Legge Fornero, in pensione ci andranno dopo 40 anni di contributi.
Questa è la supercazzola PD’, quella che Repubblica chiama ‘riforma’.
Noi questa vergogna dei vitalizi vogliamo abolirla del tutto e lo faremo quando andremo al governo. – di Movimento cinque stelle
LA RAGGI, STAVA PER ESSERE CENSURATA ANCHE DALLA MERKEL, GUARDATE
25/03/2017 – «Ma lei è la sindaca? Ci stringiamo la mano?». Siparietto tutto al femminile in Campidoglio, tra Angela Merkel e Virginia Raggi. Quando la cancelliera tedesca è arrivata nella piazza capitolina per la firma dei Trattati di Roma, dopo aver incontrato il premier Paolo Gentiloni, si è imbattuta nella sindaca, che attendeva all’ingresso del Campidoglio con tanto di fascia tricolore.
La Merkel sta quasi per tirare dritto, quando si accorge della Raggi, la guarda e le fa: «Lei è il sindaco, suppongo». A quel punto le due si sorridono e si stringono la mano, e quando la cancelliera sta per andar via viene di nuovo bloccata, stavolta dai fotografi che le chiedono di mettersi in posa con la Raggi. E così la Merkel, sempre sorridente, si rivolge nuovamente al sindaco: «Ci stringiamo la mano?». La risposta di Virginia sembra quasi sconsolata: «Se vuole…».
La scenetta fra Raggi e Merkel conferma che evidentemente qualcosa non deve aver funzionato al meglio nel cerimoniale: diversi capi di Stato infatti, dopo aver salutato Gentiloni che li accoglieva, hanno proseguito speditamente verso l’edificio del Campidoglio senza fermarsi nemmeno un attimo per un saluto alla prima cittadina. – FONTE
TRATTATI DI ROMA, SCOPPIALA POLEMICA: LA RAI HA CENSURATO IL DISCORSO DELLA RAGGI AI CAPI DI STATO
25 marzo 2017 – Tra le celebrazioni per i 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma, si inserisce anche la polemica che vede protagonisti i 5Stelle e la sindaca capitolina Virginia Raggi. Con un post rilanciato dal leader Beppe Grillo su Facebook, il Movimento 5 Stelle accusa la Rai di aver “oscurato” il discorso di benvenuto della Raggi ai 27 leader della Ue.
Il discorso non è stato trasmesso in diretta dalla tv di Stato, ma in differita. Un momentaneo “oscuramento”, dunque, denunciano i grillini. “Hanno preferito mandare la pubblicità”, è scritto nel post condiviso da Grillo. Discorso, tra l’altro, pieno di citazioni ‘illustri’, con un forte valore politico e simbolico.
“‘Solidarietà, interesse dei popoli’ sono parole comuni a Adenauer, De Gasperi, Monnet, Spinelli – ha detto la sindaca -. Questa è l’Europa, quella solidale dei popoli, che nel lontano 1957 si immaginava e che in parte abbiamo avuto in eredità tutti noi. Una eredità gioiosa e impegnativa da proseguire. Questa Europa non poteva realizzarsi in un giorno. Dobbiamo realizzarla noi, dobbiamo realizzare una comunità solidale. Stare insieme richiede impegno, soprattutto dopo anni segnati da una violenta crisi finanziaria che ha messo a nudo errori. Dobbiamo avere il coraggio di riconoscerli e rilanciare la sfida: la finanza non è tutto. E nessuno deve rimanere indietro”.
“La nostra generazione – ha continuato il primo cittadino – è chiamata a portare avanti quel sogno di Europa, ritornando allo spirito di quegli anni che oggi non c’è più e va recuperato. E’ stato Schuman ad ammonire che ‘l’Europa’ sarebbe sorta ‘da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto’. Tra i cittadini europei la solidarietà è già presente; le Istituzioni invece dovrebbero iniziare ad ascoltarli di più. Le città avvicinano cittadini e Istituzioni che qui si incontrano: ascoltiamo i loro interessi, problemi, speranze”.
IL SIPARIETTO CON LA MERKEL – Ma la Raggi è stata anche al centro di un’altra polemica, stavolta come ‘vittima’ di Angela Merkel. Al suo arrivo in Campidoglio la cancelliera avrebbe chiesto delucidazioni sul ruolo della sindaca, nonostante un’inequivocabile fascia tricolore. “Lei è la sindaca, presumo..”, chiede la Merkel. La Raggi annuisce e poi arriva il sorriso e la stretta di mano. Cancelliera perdonata. – FONTE
Torino modello di governo: Appendino dichiara guerra al Governo: “Gentiloni ci restituisca 61 milioni.”
25/03/2017 – L’ufficio al primo piano del Comune di Torino è buio, un po’ per la giornata e un po’ per i conti del Comune. Chiara Appendino, la sindaca, ha abbandonato per un giorno l’aplomb sabaudo per scegliere la via della guerra. Al governo. Il primo atto formale legato al nuovo bilancio è di aprire un contenzioso con Palazzo Chigi. La sua giunta ha appena preso la decisione di chiedere indietro 61 milioni di euro previsti dal Fondo perequativo Imu-Ici e assegnati a Torino da due sentenze, una del Tar, l’altra del Consiglio di Stato. Ora di fatto dal Comune di Torino parte un atto ingiuntivo destinato al governo.
Buongiorno sindaca, nel giorno dei tagli del bilancio arriva anche una dichiarazione di guerra al governo?
«È inaccettabile che un Comune si debba sobbarcare l’incapacità di un governo di garantire risorse che sono dovute e confermate da due sentenze. I Comuni sono i primi enti che erogano servizi essenziali e se i soldi non arrivano vuol dire fare tagli. Mi aspetto che tutto il territorio si unisca a noi in questa battaglia che è una battaglia per la dignità di Torino».
Le sentenze di cui parla sono nel cassetto dal 2015, perché Torino non ha fatto questo passo prima? Perché Lecce incasserà i soldi prima di voi?
«Questa strada che intraprendiamo è un segnale politico nell’interesse di Torino e se non adempiranno spontaneamente all’esito del giudizio di ottemperanza, sarà possibile chiedere al Consiglio di Stato di nominare un commissario ad acta che provvederà ad eseguire la decisione del giudice. Mi auguro che non si debba arrivare a tanto».
Ma in campagna elettorale Maria Elena Boschi aveva minacciato i torinesi di perdere finanziamenti se avesse vinto Appendino?
«Mi aspetto i soldi che sono dovuti e mi attendo che tutti coloro che hanno a cuore la nostra città ci appoggino in questa battaglia, altrimenti saremo costretti a pensare che nei confronti di Torino c’è un atteggiamento diverso perché è governata dai Cinquestelle».
Oltre all’ingiunzione al governo come vi smarcate dal passato con questo bilancio?
«Non utilizziamo avanzo perché sono risorse che non esistono e sono solo un meccanismo contabile. Abbiamo fatto la scelta, anche alla luce dell’istruttoria della Corte dei Conti, di stanziare un fondo a copertura dei derivati. Abbiamo avviato un percorso virtuoso per incidere sulla capacità di riscuotere le entrate per far fronte alla grave crisi di liquidità dell’ente. Il bilancio è stato un lavoro di mesi molto impegnativo. La situazione è molto complessa a cominciare proprio dai problemi di cassa».
Anche per questo non avete rinunciato agli oneri di urbanizzazione che sembravano il vostro principale nemico in campagna elettorale?
«È stata una scelta necessaria, ma risponde a esigenze primarie per la città come la manutenzione delle scuole, delle strade, dei ponti e delle aree verdi. Avessimo avuto le entrate delle amministrazioni passate lo avremmo evitato ma quando si amministra bisogna avere il coraggio di fare scelte anche dolorose, mettendo da parte l’ideologia per garantire servizi essenziali ai cittadini».
Dall’opposizione al governo è un bel salto allora?
«Le difficoltà e lo stato dei conti li abbiamo imparati sulla nostra pelle. Fare il sindaco è un‘esperienza incredibile. Non cerco il consenso e l’ho dimostrato con battaglie come malasosta e i provvedimenti anti-smog, non so se altri le avrebbero fatte. Però chi mi ha preceduto conosceva le difficoltà che abbiamo ora, a cominciare dalla crisi di liquidità. Ecco rinfaccio loro di non aver affrontato la questione, non per aiutare me ma per il bene di Torino».
E lei a cosa guarda quando fa le sue scelte?
«Io mi sento libera e ho una giunta che mi supporta nel fare scelte che guardano al medio periodo. Bisogna mettere i conti in sicurezza, Torino paga 250 milioni l’anno di spesa per debiti fatti in passato. Lavoro affinché chi arrivi dopo di me erediti una situazione migliore, io non cerco il consenso, voglio mettere le cose a posto per le generazioni future».
Chi arriverà dopo di me? Già pensa a lasciare?
«Assolutamente no. Ma il primo dovere di un amministratore, a prescindere da qualunque carriera voglia fare, è dedicarsi alla sua città».
Cercare il consenso può aiutare a fare carriera?
«Io gestisco Torino in libertà e senza vincoli. Sono un amministratore pubblico che risponde ai torinesi. Il consenso non mi interessa, Torino viene prima di tutto».
La sua Torino può essere un modello di governo?
«Credo di sì. E credo che il nostro punto di forza sia stato individuare gran parte della squadra prima del voto e poi il senso di responsabilità nei confronti della città e del ruolo».
Ma perché voi siete diversi?
«Abbiamo una grande forza: essere molto compatti come giunta, come consiglio e come maggioranza. Gli assessori lavorano insieme ma nessuno di loro rappresenta categorie o interessi particolari. Anche quando si fanno scelte difficili sono collegiali. Spesso la contrapposizione tra interessi particolari e tra poteri può portare all’immobilismo».
Come accade a Roma?
«Roma non la conosco così bene. Con Virginia Raggi ho un ottimo rapporto e ci confrontiamo spesso. Lei è stata brava a chiudere presto il bilancio mentre noi abbiamo avuto grandi difficoltà. Lei ha avuto problemi all’inizio, ma è molto determinata e ha una forza enorme che la aiuterà anche a rimediare a quello che ha sbagliato. Ogni amministratore deve mettersi in discussione ogni giorno e se io mi dicessi che ho fatto tutto bene sbaglierei. Credo che Virginia faccia lo stesso».
Libertà e autonomia sono quindi il segreto del vostro successo, come la distanza dai vertici nazionali del movimento?
«No, non è così, Fraccaro e Casaleggio sono un supporto chiave. Non sono mai invadenti. Ci aiutano nelle singole battaglie. A Torino c’è un buon mix tra la spinta del territorio e l’aiuto nazionale. È chiaro che il sindaco risponde al territorio e ai cittadini e con loro ci mette la faccia».
Non sente il peso di essere una bandiera del Movimento, la potenziale candidata a premier?
«Mi sento tre grandi responsabilità. La prima è di far parte del Movimento Cinque stelle e quindi dimostrare che siamo capaci di governare. Vede, ad altri nessuno lo chiede ma a noi sì. E poi c’è il fatto che sono giovane e che sono donna. Non è un peso ma l’opportunità di dire a tutti che c’è una generazione, che c’è un genere e che c’è una forza politica nuova in grado di governare il Paese».
Ma la responsabilità di governare prende in considerazione anche l’ipotesi di alleanze più larghe per il movimento?
«Bisogna capire cosa si intende. In Città metropolitana non abbiamo la maggioranza e votiamo a volte con il centrodestra altre con il centrosinistra. Alleanze no ma lavorare su alcuni punti per rappresentare la collettività sì». FONTE
“QUELLE RAPINE AGLI ITALIANI DELL’INPS”: GIORDANO SMASCHERA LA GRANDE TRUFFA DEI SIGNORI DELL’ASSEGNO
26/03/2017 – LETTERA APERTA A Mario Giordano: Caro Giordano, negli anni Novanta l’ Inps incamerò “enne” anni di contributi da lavoratori che, come me, impiegata di concetto per 10 anni in un’ azienda a suo tempo monopolista in Italia si vide annullare tali importi perché “troppo vecchi”. Possibile? Ma se c’ è gente che riscuote pensioni per 40 anni relative a versamenti molto più agée… Ma c’ è di più: chi voleva, poteva proseguire a versare contributi volontari fino al raggiungimento dell’ età pensionabile (pari a 120 euro mensili attuali) mentre per coloro che, come me, non si sono fatti convincere, gli importi versati in moneta legale sono stati fagocitati dalle casse Inps.
Preciso che non pretendo la pensione con il sistema contributivo, come ora si predica, ma semplicemente la restituzione di quanto versato, maggiorato, logicamente degli interessi maturati in 44 anni, periodo nel quale l’ Inps li ha usati come ha voluto… Lo Stato, quando il cittadino non versa quanto richiesto, provvede al sequestro dei beni, mentre il cittadino servo della gleba deve abbozzare e stare zitto nel caso sia lo Stato a non osservare le norme relative ai contributi. Bel Paese che pretende di esportare altrove la democrazia… Quale democrazia? Ma mi faccia il piacere, come diceva Totò…
La questione è nota, ma non per questo meno urticante: il fatto che l’ Inps abbia trattenuto i contributi versati dalle persone che non hanno raggiunto la soglia minima per avere la pensione è una rapina. Non ci sono altri modi per definirla. Se si comportasse in questo modo un gestore di risparmi privati verrebbe arrestato, non crede signora Carla? C’ è solo una cosa che lei sbaglia: non è vero che lo Stato “non osserva la norme”. Lo Stato le norme, in casi come questo, le osserva eccome. Peccato che le norme non stiano proprio dalla parte dei cittadini. Non di tutti, almeno.
Perché non le sarà sfuggito, amica di Torino, che proprio mentre lei perdeva tutti i suoi contributi c’ erano persone che sono riuscite ad avere la pensione pur avendo lavorato assai meno anni di lei. Le faccio un esempio? Il 1 agosto 1983 andò in pensione un bidella di Lissone. Aveva 32 anni e aveva lavorato nella scuola appena 11 mesi. Appena assunta, infatti, aveva fatto il ricongiungimento con contributi versati nel settore artigianale a Messina (dove pare si fosse occupata di tappezzeria) e questo fece scattare la famosa clausola delle baby pensione (14 anni, 6 mesi, 1 giorno). Da allora la signora vive felicemente con un assegno mensile. Anche grazie ai soldi suoi. Ed è tutto perfettamente, maledettamente legale, mi creda.
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Alzatevi e tesseratevi: Congresso Pd, a Ribera tessere anche ai morti. E il segretario regionale Raciti commissaria il circolo
25/03/2017 – Nomi, cognomi e date di nascita sbagliate, numeri di tessere cresciuti vertiginosamente e addirittura iscritti al partito ormai defunti. Quando il congresso è ormai alle porte, il tesseramento con il morto fa scattare il commissariamento del circolo Pd di Ribera in provincia di Agrigento. Lo ha deciso il segretario siciliano dei dem, Fausto Raciti. “Non vorrei però – dice – che alcune notizie siano frutto di polpette avvelenate, lasciate sul campo da chi vuole sporcare l’immagine del Pd, magari avendolo già lasciato”.
La decisione arriva dopo che la Commissione provinciale per il congresso ha segnalato “anomalie nell’anagrafe degli iscritti”, che riguarderebbero qualche dozzina di tessere. Il circolo di Ribera è guidato da Nino Tornambè, che ammette la presenza di qualche anomalia, ma chiama in causa il partito, secondo lui responsabile di aver gonfiato il numero degli iscritti. E in queste ore il segretario provinciale di Agrigento, il renziano Giuseppe Zambito, sta procedendo al controllo dell’anagrafe, non soltanto a Ribera. Ieri infatti il partito aveva congelato le liste in quattro città: oltre a Ribera, anche Agrigento, Sciacca e Canicatti. La commissione per il congresso ha quindi avviato una verifica su più un migliaio di nominativi.
A raccontare delle anomalie di Ribera, è stata l’edizione palermitana di Repubblica. Nella città agrigentina, infatti, anche Santo Tortorici, storico esponente comunista, ex deputato all’Assemblea regionale siciliana e per 15 anni sindaco di Ribera, figura nell’ultimo elenco degli iscritti al Pd. La sua tessera porta la data del 24 febbraio del 2017. Solo che Tortorici è morto nel maggio scorso a 90 anni. Nove mesi dopo la morte, però, avrebbe rinnovato la sua tessera del Pd. –FONTE
INSINNA CONTRO ITALIANI. DAI «PACCHI» AL DISCORSO VIRALE SUL WEB: “IO NON VOGLIO VIVERE IN QUESTO PAESE” – VIDEO
25/03/2017 Flavio Insinna, noto paccaro, e nuova icona della sinistra al caviale – quella che odia il prossimo e si prostra davanti al fancazzista di turno – ha espresso il suo profondo pensiero sull’invasione in corso. Il conduttore parla a «Cartabianca» di Bianca Berlinguer. E sfodera un discorso che diventa virale in Rete:
Così equo e solidale da diventare virale. Sarà che non tutti sapevano che Flavio Insinna è impegnato da sempre nel volontariato con generosità e costanza, sarà che non t’aspetti di vederlo fra Debora Serracchiani e Maurizio Landini a #cartabianca, il programma condotto da Bianca Berlinguer su RaiTre, sarà che ha detto cose di buon senso benché non originalissime, alla fine il video del suo intervento sta facendo il giro del web. Dal primo slancio verso “l’altro” quand’era bambino a scuola con suor Virginia alla sua attività con la Comunità di Sant’Egidio, ai nuovi poveri che “non sono solo migranti che vengono da ogni parte del mondo ma anche italiani separati che si ritrovano a vivere due solitudini, lui che dorme in macchina e cerca lavoretti a Roma e la moglie con i figli in un’altra città”, un intervento appassionato su temi sensibili come occupazione, immigrazione, razzismo, solidarietà passando dalle mafie ai siriani alle citazioni di Enrico Berlinguer.
Il suo un interesse nella colonizzazione è più profondo di quanto appare di primo acchito. Si è arricchito per anni, e continua a farlo, con i soldi dei contribuenti. Costretti a pagare il Canone anche per i suoi programmi trash.
E ha fatto talmente tanti soldi, che un anno fa ha deciso di assegnare uno dei suoi natanti all’associazione che ha dato ospitalità ai kamikaze di Parigi, Medici Senza Frontiere: ha donato ‘Roxana’, la sua imbarcazione veloce di 14,80 metri, all’organizzazione di affaristi, a supporto delle attività di colonizzazione lungo le rotte della migrazione verso il continente europeo.
“Siamo molto grati a Flavio Insinna per questo gesto di grande ‘generosità’ e per aver voluto sostenere la nostra azione lungo le rotte della migrazione. Stiamo valutando con i nostri centri operativi come impiegare questa importante donazione a supporto delle attività medico-umanitarie di MSF in mare, dove ancora oggi migliaia di persone in fuga da conflitti e povertà continuano a rischiare – e purtroppo a perdere – la loro vita per trovare sicurezza in Europa” ha detto Gabriele Eminente, direttore generale della multinazionale dell’invasione MSF.
MSF è responsabile di avere sbarcato in Italia oltre 20 mila clandestini nel 2015 e il doppio nel 2016. Fonte http://voxnews.info/politica/
Ecco dove vanno a finire i soldi del Canone, ad arricchire radical chic, che poi si danno alla colonizzazione della loro Patria. E raccontano stupidaggine in tv.