Pasqua amara per Antonio Razzi: bloccato in Corea del Nord, l’aereo fermato a Pyongyang
17/04/2017 – Si dice che “Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino”. Qui la gatta è il senatore di Forza Italia Antonio Razzi e il lardo è la Corea del Nord. Un Paese per il quale negli anni Razzi ha sviluppato una passione, un attaccamento quasi patologico. Poteva il nostro esimersi da un viaggio a Pyongyang proprio nei giorni della più grave crisi tra Stati Uniti e Nord Corea dai tempi del conflitto dei primi anni Cinquanta? No. E infatti ci è andato, insieme al collega di Palazzo Madama Bartolomeo pepe e una troupe della trasmissione televisiva di Rai2 “Nemo”.
Solo che ha fatto male i conti: perchè Air China aveva annunciato che da lunedì (cioè oggi) avrebbe interrotto i collegamenti aerei tra la Pechino e Pyongyang. E così Razzi è rimasto bloccato nella capitale nordcoreana. Per ora, a Seul è in visita il vicepresidente americano Pence ed è alquanto improbabile che la situazione degeneri finchè il vice-Trump si trova nel Paese più a rischio in caso di conflitto. Ma se a Pyongyang dovessero, tra qualche ora, iniziare a piovere bombe? Razzi inviato di guerra?
Non vediamo l’ora di gustarci le sue dirette. Peter Arnett (che raccontò da Baghdad per la CNN l’inizio della prima guerra del Golfo nel ’91) è avvertito… Fonte LiberoQuotiano.it
Antonio Razzi ci parla del suo viaggio in Corea del Nord (VIDEO 2013):
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Boncompagni, l’attacco di Barbara Carfagna: “La Ferrari piazzata in Rai da lui a 16 anni…”
17/04/2017 – Arrivano puntuali le punture polemiche il giorno dopo la morte di Gianni Boncompagni, scomparso ieri a 84 anni. A pungere è la giornalista del Tg1, Barbara Carfagna, che su Facebook ha scritto: “Quanto cambia chi è la persona che lo compie nel racconto di un comportamento?”. L’argomento spinoso riguarda le relazioni avute da Boncompagni con ragazze molto più giovani di lui, una su tutte l’attrice Isabella Ferrari, appena 17enne quando Boncompagni aveva 50 anni: “Io me lo ricordo a qualche festa da D’Agostino in cui si parlava di Berlusconi – ha proseguito la Carfagna – Anche lui aveva avuto amanti minorenni e le aveva piazzate con successo, anche nella Tv di Stato”.
L’accusa della giornalista Rai è diretta proprio all’attrice, della quale pubblica uno scatto in compagnia di Marco Travaglio: “Una di queste amate e piazzate in Rai a 16 anni, era lei. Isabella Ferrari. Qui insieme a uno dei più grandi accusatori di Berlusconi per le vicende Ruby e Noemi. Però Boncompagni – rintuzza la Carfagna – lo abbiamo sempre visto tutti solo come un creativo Pigmalione. Lei e la Gerini come due miracolate per averlo avuto accanto, brave belle e intelligenti; una oggi pure sofisticata intelletuale, in teatro con Travaglio”. – FONTE
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Cagliari, in arrivo altri 800 migranti Il Prefetto cerca posti per accoglierli
17/04/2017 – A un mese dall’ultimo sbarco, sembra certo l’arrivo, domani a Cagliari, della Siem Pilot con a bordo 800 migranti. Manca ancora la conferma ufficiale, ma la destinazione finale della nave norvegese dovrebbe essere proprio il capoluogo sardo.
La Prefettura è già stata allertata. Quando arriverà l’ufficialità entrerà in funzione la macchina dell’accoglienza con l’allestimento del campo al porto di Cagliari e con l’avvio delle operazioni di controllo medico, identificazione e poi accompagnamento nei centri di accoglienza.
Proprio la settimana scorsa la Prefettura aveva pubblicato un nuovo bando per la ricerca di nuove strutture per ospitare migranti.
Una situazione non semplice: con l’ultimo sbarco i posti disponibili nei centri erano quasi finiti. Dunque con l’arrivo della Siem Pilot domani ci sarà una nuova corsa contro il tempo per trovare un posto per tutti i richiedenti asilo.
Gli 800 migranti sono stati soccorsi nel fine settimana di Pasqua al largo della Libia: in due giorni, in circa cinquanta operazioni, sono state salvate quasi settemila persone. – FONTE
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CASO REPORT, DI MAIO: “PRIMA TANGENTOPOLI, OGGI RENZOPOLI”
17/04/2017 – Come preannunciato, la puntata di Report sul salvataggio del 2014 de’ L’Unità crea la polemica.
Durante il programma di Rai 3, un testimone chiave delle trattative parla di uno “scambio di favori” da parte di Renzi, allora segretario del Pd e il tesoriere del Partito, Bonifazi. Cita poi Guido Stefanelli, Ad dell’Unità, nonché socio di Marco Pessina, l’imprenditore che ha rilevato il giornale, in cambio, di appalti futuri in Kazakistan.
“25 anni fa c’era Tangentopoli, oggi c’è Renzopoli” – attacca Luigi Di Maio in conferenza stampa, annunciando la presentazione di un esposto alla magistratura per verificare se sussistono reati come traffico di influenze, turbativa d’asta, induzione alla corruzione”.
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LINCIAGGIO MEDIATICO DA MEZZO PARLAMENTO PER DUE DOMANDE AL DIRETTORE DEL TG1. A VOI SEMBRA NORMALE?
17/04/2017 – Finalmente abbiamo smascherato la Casta e il suo megafono. Un giornalista e un operatore video hanno cortesemente posto due domande al direttore del Tg1. Non lo hanno spintonato, non lo hanno sgomitato, non lo hanno neppure sfiorato. Al suo diniego di rispondere alle domande, poste con cortesia, ne hanno semplicemente preso atto. Dov’è lo scandalo? Orfeo non è un cronista che scava e lavora per scoprire le magagne dei politici o gli affari loschi della mafia, è un uomo potente che decide l’informazione che ogni giorno viene propinato a milioni di italiani sulla TV pubblica.
Domandargli come svolge questo lavoro, da parte di un giornalista ma anche da un comune cittadino, è più che lecito. Soprattutto se risulta, e risulta, che il Tg di cui è responsabile tratta certe notizie in un modo, altre in un altro, ne censura altre ancora e, molto più grave, rilancia notizie false e non le smentisce. Lo scandalo è che nessuno finora aveva osato porgli queste domande. Il perché si è capito. L’operatore e il giornalista che hanno osato sono state ieri vittime di un linciaggio mediatico senza precedenti, attaccati e denigrati da tutti i giornali, da tutte le TV e da tutti i partiti. Il megafono della Casta non può essere messo in discussione.
Nonostante questo sia stato fatto con un livello di cortesia sconosciuto a gran parte dei giornalisti italiani, che usano metodi non rispettosi nè della privacy nè dei principi base dell’educazione.
Come i giornalisti presenti in sala a Ivrea per SUM #01 che hanno disturbato lo svolgimento dell’evento piazzandosi di fronte alle persone sedute o di fronte al palco e che addirittura sono saliti in piedi sulle sedie riservate al pubblico, sporcandole e danneggiandole. O ancora i giornalisti travestiti da finti medici, con tanto di camice bianco, che si sono intrufolati all’ospedale Gemelli nella speranza di cogliere qualche scatto di Luigi Di Maio durante una visita clinica. O quelli, loro sì stalker, che in massa hanno campeggiato per giorni sotto casa di Virginia Raggi i giorni successivi alla sua elezione.
Porre domande, in maniera educata ma ferma, ai potenti di questo Paese non è intimidazione. È giornalismo. Qualcuno doveva pur farlo.
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Verso il conflitto mondiale: Russia, il parlamentare Sergei Zheleznyak: “Trump stia attento ai cattivi consiglieri: il nemico è il terrorismo”
17/04/2017 – La verità dell’uomo di Putin. “Trump, attento a quel che fai: so chi ti tradisce”. L’ attacco americano alla base militare siriana di una settimana fa? Atto irresponsabile che ha avvantaggiato soltanto i terroristi dell’ Isis. La strage di civili siriani causata, secondo gli Usa, dall’ uso di gas da parte dell’ esercito di Assad? Una falsificazione creata apposta per suscitare la reazione americana, visto che ad oggi non esistono prove dell’ utilizzo di armi chimiche da parte dell’ esercito regolare siriano. Donald Trump? Si è fatto mal consigliare da potenti lobbies finanziarie e militari che vogliono prosperare sulla guerra e sul sangue degli innocenti. Non usa mezzi termini Sergei Zheleznyak, parlamentare alla Duma e responsabile per le relazioni internazionali di Russia Unita, il partito cardine del governo, il cui segretario è il primo ministro Medvedev. Gli impegni istituzionali di Medvedev fanno sì che sia proprio Zheleznyak uno dei leader più importanti e in ascesa nel panorama politico russo. Libero lo ha intervistato in esclusiva.
Sergei Zheleznyak, il suo partito è rimasto sorpreso dall’ attacco aereo degli Stati Uniti in Siria? Come si spiega questa decisione di Trump?
«La decisione di Trump è evidentemente politica, non militare. Ha voluto dimostrare ai suoi numerosi avversari all’ interno degli Stati Uniti e dei paesi della Nato che la sua posizione è più dura di quella dell’ amministrazione Obama. Il presunto attacco chimico, che in realtà è una falsificazione creata apposta per provocare una reazione armata, è stato presentato al presidente Trump come motivazione sufficiente per lanciare un attacco missilistico americano, anche se non esiste alcuna prova dell’ uso di armi chimiche da parte del governo siriano. Diversi anni fa gli sforzi compiuti dalla comunità internazionale hanno contribuito alla totale eliminazione dell’ arsenale chimico della Siria dal suo territorio, eliminazione effettuata con la piena e attiva collaborazione del governo legittimo di Damasco. Nel frattempo è emersa la prova innegabile che le organizzazioni terroristiche all’ interno della Siria possiedono armi chimiche e le usano contro i civili. È per questo che i miei colleghi del partito e in Parlamento considerano l’ attacco americano contro la base militare siriana un atto senza precedenti e un’ irresponsabile aggressione contro uno stato sovrano e la sua gente. L’ iniziativa degli Usa ha inoltre portato i terroristi ad approfittare di questa crisi, al fine di lanciare una controffensiva».
L’ altro giorno Putin, dopo aver incontrato il segretario di Stato americano Tillerson, ha dichiarato che i rapporti tra Russia e Stati Uniti non sono migliorati con l’ elezione di Trump, anzi stanno peggiorando. Come si spiega una simile inattesa situazione?
«Le azioni che Washington ha intrapreso senza un’ inchiesta internazionale approfondita, come invece chiede la Russia, si inseriscono nel quadro della sua politica estera tradizionale, ovvero l’ auto-convincimento di essere un “dittatore globale”, che si concede la libertà di giudicare chi ha ragione e chi ha torto. In questo modo gli americani mettono in pericolo il difficile e delicato processo di ricerca di una soluzione per la pacificazione della Siria. È evidente che il nuovo leader degli Usa ha deciso di dimostrare la sua forza a coloro che hanno fatto pressione su di lui fin dai primi giorni della sua presidenza, volendo prosperare sulla guerra. Dobbiamo ricordare ancora una volta ai funzionari degli Stati Uniti e della Nato che la nostra civiltà ha un nemico comune, che è il terrorismo, e tutte le forze devono essere unite al fine di sradicare questo male globale».
Gli americani chiedono alla Russia di pensare al “dopo Assad”. Già Obama aveva detto le stesse cose…
«Bashar Al-Assad è il leader legittimo della Siria, che è membro delle Nazioni Unite ed è lacerata da una violenta e sanguinosa guerra con il terrorismo globale islamista che minaccia non solo il Medio Oriente, ma l’ intera umanità. Sotto richiesta di Damasco, la Russia sta fornendo un aiuto militare al governo siriano. Inoltre forniamo regolarmente aiuti umanitari alla popolazione della Siria, che soffre la fame, la povertà e la guerra. Io ancora una volta voglio ripetere che il mondo ha un nemico comune, che è il terrorismo globale. Dobbiamo unire tutte le forze per sconfiggerlo».
Gli Usa e l’ Ue sostengono che l’ intervento russo serve soprattutto ad aiutare l’ alleato Assad a sbarazzarsi dei ribelli.
«In questo momento, sul suolo siriano, la forza principale che combatte contro il terrorismo è l’ esercito, che risponde agli ordini del presidente Bashar Al-Assad. Tutti gli inviti a rovesciare il governo e tutti gli attacchi contro il suo esercito sono criminali e assurdi. Queste azioni indeboliscono la resistenza ai terroristi. La Siria ha bisogno di una soluzione politica del conflitto. Questo complicato processo è stato avviato a Ginevra e Astana con la partecipazione attiva della Russia. Ma l’ aggressione degli Stati Uniti mette a repentaglio il negoziato».
Anche se l’ Ue continua a confermare le sanzioni, la Russia vuole mantenere aperte le buone relazioni con l’ Europa. Voi di Russia Unita avete contatti diretti con alcuni partiti politici europei e extraeuropei. Perché?
«Le sanzioni che sono state imposte alla Russia sono di carattere distruttivo, non hanno ragioni oggettive. Le sanzioni colpiscono anche le economie europee e continuano nonostante le proteste di molti europei. La Russia è stata costretta a reagire facendo lo stesso, attuando l’ embargo dei prodotti provenienti dall’ Ue, però noi abbiamo ottenuto vantaggi da questa risposta, visto che ha contribuito a migliorare l’ industria e l’ agricoltura del nostro paese. Non esistono sanzioni che possano farci rinunciare alla nostra sovranità e alla nostra visione del mondo. Allo stesso tempo il nostro paese e il partito Russia Unita continuano ad esprimere il deciso sostegno per la cooperazione internazionale e anche per la cooperazione con i partiti politici europei, in uno spirito di uguaglianza e di rispetto reciproco. Russia Unita è la principale forza politica del nostro paese ed è riconosciuta la sua capacità di avere una strategia ben precisa sia in casa nostra che all’ estero. Oltre ad altre attività cruciali, la nostra priorità è quella di espandere e sostenere i rapporti con i partiti politici stranieri che sono vicini a noi sia politicamente sia dal punto di vista dei valori condivisi».
Per quanto riguarda l’ Italia, un mese fa avete siglato un accordo di cooperazione con Matteo Salvini a Mosca. Di che si tratta?
«Abbiamo stabilito legami bilaterali con la maggior parte dei partiti principali degli ex stati sovietici, con partiti di gran parte dell’ area asiatica e con diversi partiti politici europei e latino-americani. Ad oggi Russia Unita ha firmato una quarantina di accordi con partiti stranieri, tra cui la Lega Nord, che ha espresso interesse per tale cooperazione, che verrà di volta in volta caratterizzata da azioni comuni nelle sedi istituzionali internazionali dove sono presenti anche parlamentari russi.
Il nostro partito organizza consultazioni bilaterali in cui vengono discussi i vari aspetti della cooperazione interpartitica, viene fissata un’ agenda internazionale e pensiamo di avviare anche una collaborazione tra i movimenti giovanili. Abbiamo avviato un processo di scambio di esperienze su una vasta gamma di questioni e le delegazioni del nostro partito prendono spesso parte alle manifestazioni organizzate dai partiti amici».
L’ attacco terroristico a San Pietroburgo dimostra che il pericolo è, come dice lei, il fanatismo islamico globale. Ci sono leggi in Russia che contrastano con forza questo pericoloso fenomeno?
«Questo crimine brutale contro i passeggeri della metropolitana di San Pietroburgo ha suscitato dolore e indignazione.
Nel tentativo di diffondere il caos tra la nostra società, questi criminali stanno cercando di compromettere la ferma posizione del nostro paese, impegnato a sostenere enormi sforzi per combattere la criminalità internazionale e il terrorismo. Quei criminali sappiano che si sono sbagliati, non riusciranno a gettare la Russia nel caos. Conosciamo bene la natura criminale dei terroristi che ci hanno attaccato a San Pietroburgo e li spazzeremo via. Le forze dell’ ordine russe hanno una grande esperienza nella lotta contro il terrorismo, sia all’ interno del paese che all’ estero. Secondo i loro dati, lo scorso anno sono stati sventati sedici attacchi terroristici che stavano per colpire la Russia. È molto triste e assurdo che i colleghi europei ignorino la nostra esperienza sul campo. Il Parlamento russo ha invocato ulteriori sforzi per garantire la sicurezza, con iniziative antiterrorismo ad ogni livello. Siamo fermamente contrari all’ incitamento all’ odio su base religiosa, razziale e nazionale, e il nostro Parlamento ha adottato una serie di leggi in materia.
Inoltre stiamo concentrando i nostri sforzi sulla sicurezza delle informazioni, compresa la protezione della sovranità digitale del nostro paese, e abbiamo promulgato una legge che vieta l’ estremismo su internet.
La Russia può essere un esempio per altri paesi, visto che possiede un’ esperienza secolare di pace interreligiosa, basata sul rispetto dei diritti e della libertà di ogni cittadino, di ogni nazionalità e di ogni credo».
Il Presidente Putin ha già parlato al telefono con Donald Trump. Sapete se è previsto un incontro e dove?
«Sono sicuro che non appena l’ atmosfera politica sarà quella giusta, questo incontro avrà luogo. Putin ha più volte detto che la Russia è pronta a un dialogo paritario e costruttivo con tutti i paesi civili. Inoltre non bisogna dimenticare che la Russia e gli Stati Uniti, in quanto le due superpotenze nucleari più importanti del mondo, hanno una speciale responsabilità nel preservare la pace. Il nostro Capo dello Stato ha dichiarato che le relazioni internazionali sono una strada a doppia carreggiata e il nostro paese ha già percorso la sua parte. Vogliamo ancora credere che il nuovo presidente degli Stati Uniti imposterà la sua azione politica non seguendo i desideri dei militari, degli industriali e di quelle lobbies finanziarie che prosperano sul sangue e sulla guerra, ma seguendo i fatti imparzialmente, in nome e per conto dei reali interessi del popolo americano».
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Freccero, “Vogliono far fuori La Gabanelli dalla direzione della RAI”: dopo tutto quello che ha scoperto è normale per il PD!
17/04/2017 – Nel fuoco incrociato tra consiglieri nel Cda della Rai, non c’è solo il programma Report nel mirino, secondo Carlo Freccero, dei membri in quota Pd. Il programma di Raitre è stato attaccato dall’Unità per l’inchiesta sui presunti affari frutto del salvataggio del quotidiano ex gramsciano.
Però il vero obiettivo dei Dem in viale Mazzini non sarebbe tanto Report o l’Amministratore delegato Antonio Campo Dall’Orto, ma la giornalista Milena Gabanelli: “Campo vuole affidare alla più grande giornalista investigativa del Paese la direzione di Rai24, il nuovo supersito della Rai – ha detto Freccero a Repubblica – Ma i consiglieri di maggioranza le tagliano la strada”. – fonte
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La Corea del Nord sgancia un missile sull’oceano Pacifico. USA conferma. Ore di terrore.
16/04/2017 – La Corea del Nord effettua un esperimento missilistico verso l’oceano Pacifico. Il Pentagono conferma. Alta tensione
La Corea del Nord, secondo i capi di stato maggiore riuniti della Corea del Sud, ha effettuato un nuovo test missilistico, che è però fallito.
Il tentativo è stato effettuato il giorno dopo la grande parata militare in onore del 105esimo anniversario della nascita del “presidente eterno” Kim Il-sung, nonno dell’attuale leader Kim jong-un.
Secondo fonti americane, il missile è esploso al momento del lancio dalla città di Sinpo. Non è ancora chiaro di che tipo di missile si trattasse: Pyongyang lancia infatti regolarmente missili a corto raggio, ma sta sviluppando anche tipologie a medio e a lungo raggio il cui scopo è quello di poter raggiungere le forze americane di stanza nelle basi asiatiche e gli stessi Stati Uniti. – FONTE
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Gli asfaltati del Def: Schiaffo ai Benetton, la Tirrenica non si fa più
16/04/2017 – Per una volta ha vinto il buon senso e trattandosi di una grande opera la notizia vale doppio. Salvo possibili, ma improbabili, colpi di coda, non si fa più l’Autostrada Tirrenica, circa 100 chilometri tra Tarquinia e Grosseto che avrebbero inutilmente sfregiato la Maremma. Inutilmente perché da quelle parti il traffico è scarso, come dimostrato dagli studi commissionati da Autostrade per l’Italia dei Benetton, la società che avrebbe dovuto gestire l’opera e che aveva interesse a costruirla, 1 miliardo e 300 milioni di euro il costo previsto. Al posto della costosissima autostrada sarà potenziata dall’Anas la statale Aurelia, con un costo molto più basso e senza il bisogno di imporre pedaggi a nessuno. Saranno costruite le quattro corsie dove ora non ci sono, migliorate e ammodernate le carreggiate e soprattutto eliminati i pericolosissimi incroci a raso che rappresentano il vero punto dolente. Solo a Orbetello ce ne sono 400, a Capalbio altri 200.
La svolta a favore del raddoppio dell’Aurelia è stata inserita nel Def, il Documento di programmazione economica e finanziaria del governo che prevede anche un primo stanziamento per avviare i lavori: 120 milioni di euro, cifra assolutamente insufficiente rispetto alla mole degli interventi necessari, ma che suggella una decisione politica importante, assolutamente imprevedibile fino a pochi giorni fa. Dal sottosegretario socialista alle Infrastruttire Riccardo Nencini al governatore della Toscana Enrico Rossi del Mdp (gli scissionisti del Pd) fino a Altero Matteoli, ex ministro dei Trasporti di Forza Italia e attuale presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, per anni la lobby toscana si è battuta per l’autostrada sostenendo che siccome l’Anas non aveva soldi a sufficienza per quel progetto, solo i privati, cioè i Benetton, avrebbero potuto sostenere la spesa sostituendosi allo Stato.
Era ovvio che l’impegno dei privati non era beneficenza e l’investimento doveva essere ripagato. Le ipotesi per consentire ai Benetton di guadagnare sarebbero state due, entrambe sgradevoli. O su quell’autostrada automobilisti e camionisti avrebbero dovuto svenarsi al casello oppure i Benetton sarebbero stati accontentati con qualche altra merce di scambio. Per esempio un aumento generalizzato delle tariffe sui 3 mila chilometri della loro rete o un prolungamento della già lunghissima concessione che dal 2038 attuale sarebbe stata spostata al 2050.
Per ben 17 anni la lobby dell’Autostrada Tirrenica ha pervicacemente voluto ignorare la scelta più logica per migliorare la circolazione stradale in quella parte d’Italia attraverso il più semplice e meno oneroso raddoppio dell’Aurelia. Nel dicembre del 2000 la soluzione del raddoppio venne prevista dal governo di centrosinistra guidato da Giuliano Amato, ma a distanza di pochi mesi Berlusconi tornato di nuovo a Palazzo Chigi ribaltò la decisione. Ora esultano i sindaci della zona, da quelli di centrodestra di Grosseto e Orbetello a quelli di centrosinistra di Capalbio e Manciano, tutti contrari all’autostrada. E festeggiano pure le molte associazioni (Legambiente, Wwf, Fai, Comitato per la bellezza, Rete dei Comitati, Green Italia) che hanno continuato a battersi in questi anni anche quando sembrava che procedessero lancia in resta contro i mulini a vento. – FONTE
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