1Ago, 2013
Il segreto per vivere a lungo? Fumare marijuana tutti i giorni. Parola di una donna di 125 anni
In quest’articolo, facciamo riferimento alla storia di Fulla Nayak, donna morta di recente in India all’età di 125 anni. La donna, fin da quando era bambina, fumava canapa ogni giorno; non ha mai sofferto di malattie degne di nota ed aveva un fisico perfetto per la sua età. L’anziana signora, intervistata prima della sua morte, diceva proprio che il segreto della sua longevità era proprio questo, ovvero fumare canapa regolarmente, ogni giorno, così da favorire il relax della mente. Anche sua figlia, infatti, che ad oggi ha 92 anni, dichiara di aver seguito sempre i consigli di vita della madre e, ad oggi, è addirittura famosa nel villaggio in cui vive per la sua passione per la marijuana.
1Ago, 2013
L’Uruguay legalizza la marijuana La Camera dei deputati vota «sì»
Adesso la legge passa al Senato per la ratifica. L’obiettivo è stroncare la criminalità organizzata.
L’Uruguay potrebbe essere il primo Paese al mondo a produrre e commercializzare legalmente la marijuana. Anche per i consumatori abituali (purché adulti) senza ricetta medica. La Camera dei deputati ha votato la legge a favore della legalizzazione con 50 voti favorevoli e 43 contrari, dopo un dibattito in aula di quasi 13 ore e e grazie ai voti del Frente Amplio (coalizione governativa di sinistra), che detiene la maggioranza anche in Senato. Adesso tocca proprio al Sanato ratificare il provvedimento. La legalizzazione della cannabis ha un obiettivo: frenare l’avanzata della criminalità organizzata che la gestisce la droga e che si macchia di crimini violenti per mantenere il predominio.
Per molti la mossa del governo è rischiosa, ma i politica hanno comunque intenzione di provarci e giocare questa carta. Finora ogni tentativo di bloccare la criminalità organizzata non ha dato buoni risultati e adesso si prova con un azzardo. L’idea non piace agli uruguayani. Secondo i sondaggi i due terzi della popolazione sono contrari a questa decisione. Mentre i sostenitori della legalizzazione fanno festa e alla notizia della votazione sono scesi in strada esultando. «Questa legge consacra una realtà che esiste già: il mercato della vendita di marijuana esiste da molto tempo, ma illegalmente, e si compra dai trafficanti. In futuro, chi vuole potrà avere piante in casa senza rischiare la prigione» ha detto Camilo Collazo, un 25enne, studente di antropologia. Non sarà proprio così.
LE LICENZE – Secondo il disegno di legge il governo dovrebbe concedere le licenze per produzione e vendita e poi creare un registro confidenziale sui consumatori, permettendo alle persone di acquistare più di 40 grammi al mese. La vendita senza autorizzazione, potrebbe comunque essere punita con il carcere, come anche la coltivazione sul terrazzo di casa: sono consentite fino a sei piante per persona. «La proposta di legge deve essere migliorata. Bisogna affrontare il problema educativo, soprattutto la questione che riguarda il divieto di guidare sotto gli effetti della cannabis» ha detto il deputato Sebastian Sabini- E ha precisato: «Sarà possibile acquistare la marijuana nelle farmacie» ma la produzione in serie sarà affidata ad aziende private. In programma c’è pure la realizzazione di un Istituto per la regolamentazione e il controllo di cannabis che deciderà a chi concedere le licenze.
Ma c’è chi teme che il nuovo corso possa avere l’effetto opposto, invece di combattere la criminalità, potrebbe darle una mano. ] L’Uruguay potrebbe essere il primo Paese al mondo a produrre e commercializzare legalmente la marijuana. Anche per i consumatori abituali (purché adulti) senza ricetta medica. La Camera dei deputati ha votato la legge a favore della legalizzazione con 50 voti favorevoli e 43 contrari, dopo un dibattito in aula di quasi 13 ore e e grazie ai voti del Frente Amplio (coalizione governativa di sinistra), che detiene la maggioranza anche in Senato. Adesso tocca proprio al Sanato ratificare il provvedimento.
La legalizzazione della cannabis ha un obiettivo: frenare l’avanzata della criminalità organizzata che la gestisce la droga e che si macchia di crimini violenti per mantenere il predominio. Per molti la mossa del governo è rischiosa, ma i politica hanno comunque intenzione di provarci e giocare questa carta. Finora ogni tentativo di bloccare la criminalità organizzata non ha dato buoni risultati e adesso si prova con un azzardo. L’idea non piace agli uruguayani. Secondo i sondaggi i due terzi della popolazione sono contrari a questa decisione.
Mentre i sostenitori della legalizzazione fanno festa e alla notizia della votazione sono scesi in strada esultando. «Questa legge consacra una realtà che esiste già: il mercato della vendita di marijuana esiste da molto tempo, ma illegalmente, e si compra dai trafficanti. In futuro, chi vuole potrà avere piante in casa senza rischiare la prigione» ha detto Camilo Collazo, un 25enne, studente di antropologia. Non sarà proprio così. LE LICENZE – Secondo il disegno di legge il governo dovrebbe concedere le licenze per produzione e vendita e poi creare un registro confidenziale sui consumatori, permettendo alle persone di acquistare più di 40 grammi al mese. La vendita senza autorizzazione, potrebbe comunque essere punita con il carcere, come anche la coltivazione sul terrazzo di casa: sono consentite fino a sei piante per persona.
«La proposta di legge deve essere migliorata. Bisogna affrontare il problema educativo, soprattutto la questione che riguarda il divieto di guidare sotto gli effetti della cannabis» ha detto il deputato Sebastian Sabini- E ha precisato: «Sarà possibile acquistare la marijuana nelle farmacie» ma la produzione in serie sarà affidata ad aziende private. In programma c’è pure la realizzazione di un Istituto per la regolamentazione e il controllo di cannabis che deciderà a chi concedere le licenze. Ma c’è chi teme che il nuovo corso possa avere l’effetto opposto, invece di combattere la criminalità, potrebbe darle una mano.(Fonte)
1Ago, 2013
Scandalo Mps, arriva la stangata. nel dossier bomba anche nomi che scottano
Dopo mesi di indagini i Pm di Siena stanno per stringere il cerchio. E nella rete potrebbero finire nomi importanti insieme a personaggi politici. Oltre 20 mila pagina per un dossier bomba. Quello stilato dai Pm Antonio Nastasi, Giuseppe Grosso e Aldo Natalini potrebbe avere effetti è una ricostruzione vera e propria che collega perfettamente tutti i passaggi del più grande crack finanziario italiano.
Le indagini riguardano soprattutto l’acquisizione della Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi, inchiesta che si intreccia con quella della procura di Milano sulla banda del 5%, una vera e propria organizzazione finanziaria che avrebbe “mangiato” sulle operazioni sfruttando triangolazioni con finanziarie italiane e straniere. I reati ipotizzati sono ostacolo alla vigilanza, manipolazione del mercato, falso in bilancio e in prospetto.Per qualcuno degli indagati le responsabilità sarebbero solo parziali, per altri riguarderebbero invece tutte e tre le contestazioni.
Domani mattina i Pm faranno partire le notifiche di conclusioni delle indagini con annessi rinvii a giudizio per gli indagati. Nel registro degli indagati al momento sembrano iscritti 8 persone: l’ex presidente Giuseppe Mussari accusato di concorso per falso in prospetto e concorso in manipolazione del mercato, l’ex dg Antonio Vigni (concorso in falso prospetto e ostacolo all’ autorità di vigilanza), il mantovano Daniele Pirondini, ex direttore dell’area finanza del gruppo bancario senese (concorso in falso in prospetto e in manipolazione di mercato), Raffaele Giovanni Rizzi (concorso in falso in prospetto), Marco Morelli (concorso in ostacolo alla vigilanza), Tommaso Di Tanno, Leonardo Pizzichi e Pietro Fabretti (gli ultimi tre ex componenti del collegio sindacale, tutti indagati in concorso per ostacolo all’autorità di vigilanza).Inoltre in base alla legge 231 risulta indagata anche la banca Mps per responsabilità di impresa ma, ovviamente da domani potrebbero essere contestate anche altre accuse.
Il nome che fa più scalpore, tra quelli presenti nel registro degli indagati, è quello di Giuseppe Mussari, per oltre 11 anni “signore” indiscusso di Siena e l’uomo alla cui porta bussavano tutti. L’ex presidente di Mps, ha passato una vita in politica muovendosi tra le fila di Pci, Pds, Ds e poi Pd, ma il salto lo fece nel 2001 quando venne nominato Presidente della Fondazione, stracciando la concorrenza del suo ex collega di partito Pierluigi Piccini.Da quel momento la sua carriera subisce una notevole impennata e il suo ufficio spesso e volentieri ospitava politici, locali e nazionali, allacciando numerosi rapporti, divenendo un punto di riferimento della sinistra ma stringendo amicizie anche con personaggi dell’altro schieramento politico, come Giulio Tremonti. Ma nessuno, nemmeno lui forse avrebbe potuto prevedere un crollo così repentino.
Da gennaio scorso, infatti, Mussari è stato costretto a dimettersi anche da Presidente dell’Abi (associazione bancaria italiana) costringendolo a “ritirarsi” sulle colline senesi, visto che tra l’altro sembra diventato il colpevole di tutto.Altri grandi imputati del processo sono l’ex Dg Antonio Vigni e l’ex capo dell’area finanza Gianluca Baldassarri. Sono accusati di ostacolo alle Autorità di vigilanza in quanto accusati di aver nascosto il mandate agreement stipulato con la società giapponese di Nomura che avrebbe causato centinaia di milioni di perdite al Monte. Ma l’inchiesta strada facendo potrebbe allargarsi e toccare nomi ancora più altisonanti, visti i rapporti che intrattenevano i tre. (FONTE)
1Ago, 2013
Ilva: al Senato passa decreto senza modifiche
ROMA – Passa al Senato senza modifiche il decreto sull’Ilva. I ‘sì’ sono stati 206, 19 i no e 10 gli astenuti.
I senatori del M5S non hanno partecipato al voto e Sel si è astenuta. M5S, ok a nostri due odg anche su strage ambientale Nel corso del dibattito sul decreto Ilva, che ha visto la contrarietà del Movimento 5 Stelle, uscito dall’aula per protesta al momento del voto, sono stati approvati ”due importanti ordini del giorno” proposti dal gruppo parlamentare a 5 stelle a prima firma Stefano Lucidi. ”Abbiamo chiesto ed ottenuto dal Senato d’impegnare il governo affinché si adoperi su due fronti legislativi: circoscrivere in maniera chiara la fattispecie di ‘stato di calamità naturale di origine antropica”, cioè tutti quegli episodi che hanno determinato disastri ambientali non derivati da fenomeni naturali ma da attività umane quali ad esempio gli impianti industriali”, commenta Stefano Lucidi presentando l’ordine del giorno approvato. ”Inoltre, abbiamo chiesto di istituire, conformemente alle direttive europee un apposito titolo del codice penale a giusto inasprimento delle pene verso i reati ambientali. Quindi l’istituzione del reato di strage ambientale che è un punto del programma del Movimento 5 Stelle”. (Fonte)