Strage Airbus A320, Recuperati primi corpi: trovata la scatola nera è utilizzabile.
27/03/2015 – La strage dell’Airbus voluta dal copilota 27enne: “Così ha fatto schiantare l’aereo sulla montagna”.
La procura: «Ha chiuso fuori dalla cabina il comandante poi ha fatto precipitare il volo»
VERITA’ SCONVOLGENTE DALLE REGISTRAZIONI: IL COPILOTA HA VOLUTO SUICIDARSI FACENDO SCHIANTARE L’AEREO IL CO-PILOTA KAMIKAZE era in malattia il giorno della tragedia. La compagnia: «Ce l’ha nascosto» Depresso per la rottura con la fidanzata. Nella scatola nera le urla dei passeggeri. È stato un atto deliberato del copilota dell’airbus della Germanwings a dirigere l’aereo in discesa fino allo schianto sulle alpi francesi.
Andreas Lubitz, copilota tedesco, 27 anni. È lui l’unico responsabile della strage dell’Airbus sulle Alpi francesi. La ricostruzione degli inquirenti è agghiacciante: si è schiantato volontariamente contro la montagna, con la deliberata volontà di distruggere l’aereo uccidendo così le altre 149 persone a bordo.
Niente terrorismo. A 48 ore dalla strage dell’Airbus A320 della Germanwings nelle Alpi francesi, il procuratore di Marsiglia, Brice Robin, ricostruisce il film di quei tragici momenti e inchioda clamorosamente Andreas Lubitz, 28enne con problemi di depressione. Sarebbe stato lui, da solo in cabina, a premere il bottone della morte che ha azionato la discesa dell’apparecchio. Circa dieci minuti di discesa inesorabile, dai 38.000 ai 6.000 piedi, fino all’impatto finale sul massiccio dei Trois-Echeve’s.
LA RICOSTRUZIONE
«Il copilota voleva distruggere l’aereo, c’era la deliberata volontà di farlo precipitare». In aperta polemica con il Bea, l’ufficio francese per l’analisi e l’inchiesta che nella laconica conferenza stampa di ieri pomeriggio non ha neanche evocato l’assenza di uno dei due piloti dalla cabina – il procuratore, Brice Robin, ha rivelato tutto. Una ricostruzione precisissima, snocciolata ai media fin nei minimi dettagli, anche in nome di quella sacrosanta «trasparenza» richiesta solennemente dal governo Hollande che ha promesso «tutta la verità» alle famiglie delle vittime.
L’AUDIO IN CABINA DI PILOTAGGIO
Dopo la consultazione dell’ultima mezz’ora di file audio estratto dalla scatola nera rinvenuta sul posto – ha raccontato Robin – il comandante Patrick Sonderheimer e il suo braccio destro cominciano con l’avere una conversazione normale, con battute distese, informali, in un’atmosfera apparentemente «serena». Sonderheimer comincia a «preparare il briefing in vista dell’atterraggio a Dusseldorf – ha spiegato ancora Robin – poi il comandante chiede al copilota di prendere il comando». Probabilmente per andare in bagno. Le risposte di Lubitz «sembrano laconiche, segue il rumore del sedile che indietreggia, la porta si richiude. Possiamo presumere che il comandante sia uscito per un’impellenza personale».
LA DISCESA VERSO LA MORTE
È l’inizio di un’inesorabile discesa verso la morte. Lubitz si ritrova solo in cabina. Lontano dallo sguardo del suo superiore preme il pulsante del flight monitoring system, il selezionatore di altitudine che fa scattare la discesa dell’apparecchio. «Un’azione che può essere soltanto volontaria», puntualizza il procuratore di Marsiglia, ricordando che l’azione avviene quando il velivolo è ancora ben lontano dalla fase prevista per l’atterraggio, a breve distanza dalla parete di rocce delle Alpi. Sonderheimer torna verso la cabina di pilotaggio, la porta è chiusa, bussa ma non riceve risposta. Come rivelato dal Nyt, si appella al copilota in modo sempre più insistente, cerca di sfondare la porta. Dalla cabina non giunge risposta. Lubitz è barricato dentro, muto.
MISTERO SUL MOVENTE
Scartata l’ipotesi del malore. Dai nastri lo si sente «respirare in modo normale», assicura il procuratore, insistendo su quel respiro che si sentirà fino alla fine, con «le urla dei passeggeri» a pochi istanti dallo schianto e «la morte istantanea, immediata» contro la montagna. Il procuratore non ha voluto parlare di suicidio: «Ci si suicida da soli, non quando si ha la responsabilità della vita di 150 persone. Per questo non ho usato il termine di suicidio», ha tagliato corto. Le nuove notizie danno una nuova «dimensione inconcepibile» alla tragedia del volo Germanwings, ha commentato la cancelliera tedesca Angela Merkel. Si cerca il movente, che potrebbe semplicemente essere quello della «depressione» di cui aveva sofferto Lubitz in passato, secondo alcune testimonianze raccolte dalla stampa tedesca.
IL DOLORE DEI FAMILIARI
A valle, nei paesini stravolti di Seyne-Les-Alpes e Le Vernet, oggi sono giunte oggi le famiglie delle vittime, con lo strazio del riconoscimento e i prelievi per la comparazione del dna con quello dei resti recuperati tra le lamiere. Un’operazione indispensabile per l’identificazione dei cadaveri. Centinaia di persone, tra cui la famiglia dello stesso Lubitz, giunta questa mattina a Marsiglia ancora ignara di tutto e ormai sotto alta protezione della polizia francese, mentre in Germania arrivano insulti e minacce telefoniche a tutti quelli che hanno la sfortuna di portare lo stesso cognome.
26/03/2015 PARIGI – L’unica certezza è sul numero delle vittime: 150. Nessun passeggero del volo Germanwings che ieri mattina volava da Barcellona a Dusseldorf è sopravvissuto. Gli elicotteri dei soccorsi, dopo una giornata di lavoro, hanno recuperato sul massiccio dei Trois-Eveches, in Alta Provenza sulle Alpi francesi al confine con l’Italia, i primi corpi delle vittime. Ma i misteri sull’incidente sono ancora tutti da chiarire.
Il New York Times scrive che dall’audio registrato dalla scatola nera del volo Airbus A320 della GermanWings emerge che uno dei piloti era rimasto fuori dalla cabina di pilotaggio prima dello schianto, non potendo rientrare e per motivi ancora non chiari. Lo ha detto al giornale americano una fonte vicina alle indagini al giornale, raccontando che la conversazione tra i due prima del fatto era tranquilla, ma dopo si evince che uno dei due è rimasto fuori dalla cabina e non è riuscito più a rientrare. «Il pilota prima bussa leggermente, poi bussa ancora più forte ma nessuno gli risponde», scrive il NYT. Poi, secondo il giornale, il secondo pilota ha cercato di sfondare la porta senza riuscirci. «Non sappiamo ancora perché sia successo», ha detto l’investigatore, «ma l’unica cosa certa è che negli ultimi minuti di volo l’altro pilota (quello rimasto ai comandi) era solo e non ha aperto la porta». Lufthansa, la società madre di Germanwings, ha detto che «non abbiamo alcuna informazione dagli organi inquirenti che corrobori il racconto del New York Times. Non partecipiamo alle speculazioni, ma stiamo seguendo la questione». Non è chiaro ancora se ai comandi nel cockpit vi fosse il pilota o il copilota. Il procuratore di Marsiglia Brice Robin, titolare delle indagini sullo schianto dell’Airbus 320, terrà una conferenza stampa alle 12. Brice parlera’ dalla sala dell’aeroporto di Marsiglia (a Marignane).
AIRBUS A320, IL GIALLO DEL PILOTA CHIUSO FUORI DALLA CABINA
Il giallo del pilota chiuso fuori dalla cabina suggerisce secondo la Cnn uno spettro più ampio di opzioni. Ma tra queste emergono due fra tutte: che il pilota rimasto all’interno sia stato colto da un malore e non sia stato più in grado di sbloccare (con l’interruttore posto sul quadro comandi) la porta (blindata su tutti i jet commerciali dopo l’11 settembre) o che – ipotesi definita “atroce” – si sia trattato di un atto deliberato di terrorismo, una missione suicida. Ipotesi, quest’ultima, finora non esclusa dalle autorità ma ritenuta altamente improbabile. Nel nastro che ha registrato gli ultimi 8 minuti fatali in cui l’aereo è sceso in quasi in picchiata da 38.000 a 6.000 piedi si sente il pilota «all’esterno bussare (prima) leggermente sulla porta senza ricevere alcuna risposta e poi con forza ma sempre senza ricevere una risposta, che non c’e’ mai stata. (Ad un certo punto) si sente come abbia di fatto tentato di abbattere la porta».
La ricostruzione del viaggio effettuato dall’Airbus della Germanwings precipitato ieri. Tre nuove tesi sull’incidente. Escluse cause meteo: i temporali più “vicini” erano in Sardegna, a 186 miglia di distanza.
Ma sono tanti i dubbi che avvolgono il destino dell’Airbus A320 della Germanwings precipitato ieri nel sud della Francia con 150 persone a bordo. La prima scatola nera è stata ritrovata, e secondo la Bea, l’ufficio per l’inchiesta e l’analisi degli incidenti aerei, i dati sarebbero utilizzabili. Il primo file audio è stato già ascoltato ma, dicono gli inquirenti, contiene solo messaggi di routine tra piloti; della seconda, invece, ha detto il presidente francese François Hollande, è stata ritrovata solo la custodia e non il suo contenuto; le ricerche sono ancora in corso.
Ecco la ricostruzione dei minuti prima dello schianto, avvenuto contro una montagna.
ORE 10.30 – Il volo 4U 9525 della Germanwings, partito mezz’ora prima da Barcellona e diretto a Dusseldorf, scompare dagli schermi radar mentre si trova sulle Alpi nel sud della Francia.
ORE 10.47 – Non ricevendo alcuna comunicazione da parte dei piloti, la Direzione dell’aviazione civile francese dichiara l’Airbus “in emergenza”.
ORE 10.53 – Dopo una brusca perdita di quota, l’aereo si schianta sul massiccio delle Trois Evechès, fra Barcelonette e Dignes a una velocità tra i 600 e i 700 chilometri orari.
Quando i piloti, mezz’ora dopo il decollo, non comunicano più con le torri di controllo, scatta l’emergenza. Diverse volte i controllori cercano di mettersi in contatto con i piloti, ma da loro non ottengono alcuna risposta. L’aviazione poi si accorge di una deviazione dalla rotta corretta e della perdita di quota. Scatta quindi il decollo di un caccia dell’aeronautica militare, affiancato da un elicottero dei gendarmi. Ma l’aereo non si trova. Attraverso il sito di monitoraggio Flightradar si verifica che tra le 10.31 e le 10.32 l’Airbus comincia a scendere bruscamente: una discesa veloce, un chilometro al minuto, fino alle 10.41, quando si perde ogni traccia.
UN VETRO ROTTO? – Le cause del disastro, al momento, risultano “inspiegabili”. La stampa inglese, citando “voci” raccolte dall’ambiente dei piloti, avanza l’ipotesi di una rottura del vetro della cabina di pilotaggio, che avrebbe creato uno scompenso del sistema di presurizzazione e di regolazione dell’ossigeno, causando lo svenimento dei piloti.
LA TESI DI UNA PRESENZA ILLECITA – L’insieme dei dati risulta comunque “incomprensibile” agli esperti francesi: “La discesa è costante ma controllata, come se l’aereo procedesse con pilota automatico”. L’unica spiegazione potrebbe essere la perdita di pressurizzazione. Ma non ci sarebbe stato motivo per non comunicare l’inconveniente a terra. Non si spiega, dunque, il silenzio per otto, interminabili minuti, fin quando l’aereo va a sbattere contro la parete della montagna. Gli esperti francesi, ex piloti o esperti di aviazione civile e militare, che escludono un attentato con esplosione, non sono altrettanto categorici nell’escludere “una presenza illecita a bordo”. Che spiegherebbe non soltanto l’assenza di contatti volontaria da parte dei piloti ma anche il mancato ricorso al codice d’emergenza (7077) che in casi disperati si invia a terra tramite trasponder.
L’IPOTESI DELL’ESPLOSIONE DELLE PILE – Secondo il consulente aeronautico Bernard Chabbert, intervistato da radio Europe 1, l’incidente all’Airbus potrebbe essere stato causato da un’esplosione di pile al litio nella cabina di pilotaggio. Secondo l’esperto, l’aereo “è sceso ad un ritmo normale” e tutto sembra indicare “che non vi era più nessuno di cosciente nella cabina di pilotaggio”. “Normalmente quando c’è una messa in discesa di questo tipo, c’è un problema”, continua l’esperto, chiedendosi cosa sia successo a bordo da provocare da parte dell’equipaggio “questa probabile messa in discesa volontaria”. La sua ipotesi è un’esplosione di pile al litio. “Negli ultimi dieci anni – sottolinea – ci sono stati 170 casi di esplosioni di pile al litio su aerei di linea. Nella maggior parte erano pile di smartphone o computer portatili, ma due cargo 747 si sono schiantati con l’equipaggio perché un carico di pile al litio ha preso fuoco a bordo”. Quando bruciano, queste pile “emettono vapori estremamente tossici che uccidono in poche decine di secondi”, aggiunge Chabbert.
PILOTI SVENUTI? – Qualcosa, dunque, potrebbe aver fatto svenire i due piloti. Ipotesi rilanciata anche da ederico Falcetti, responsabile della commissione tecnica e sicurezza volo della Uiltrasporti Piloti. “La nostra commissione tecnica ha esaminato tutte le informazioni attualmente disponibili – ha detto Falcetti, che è anche comandante d’aereo – giungendo ad una prima ipotesi, ritenuta al momento la più plausibile: quella di una grave avaria in volo che ha portato, tra le altre cose, allo stato di incoscienza dei piloti”.
METEO AVVERSO ESCLUSO – Sembrerebbero invece escluse cause legate al maltempo. Come ha spiegato Rob Thompson, meteorologo all’Università di Reading, a Sky News: “Le immagini satellitari mostrano che durante il volo non erano in atto tempeste significative a livello locale. I dati provenienti dai rilevatori di fulmini, inoltre, mostrano che i temporali più vicini stavano in quel momento colpendo la Sardegna, circa 186 miglia al largo della costa sud della Francia. Troppo lontano, dunque, per causare eventuali problemi al traffico aereo in Provenza”. Fonte
Al momento, si sa che oltre ai 72 cittadini tedeschi e 45 spagnoli, a bordo vi fossero anche 2 giapponesi, 2 colombiani, 2 australiani, 1 olandese, 1 danese, 1 turco, 1 israeliano, 1 messicano, 3 kazaki, 2 argentini e 2 marocchini. Il segretario degli Esteri britannico, Philip Hammond, ha parlato di probabile presenza a bordo di cittadini britannici. Il dipartimento di Stato Usa ha confermato che anche tre americani erano sull’Airbus, si tratta di una madre, della famiglia e di una persona il cui nome non è stato diffuso.