Migrante spaccia, subito libero. E il giudice ordina: “La polizia gli ridia i soldi”
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Il resto della droga, però, è stata trovata nella sua stanza alla Caserma Serena dove il migrante viveva ospite a spese dei contribuenti. Qui la polizia e la cinofila hanno scoperto altri 230 grammi di droga: in totale fa quasi mezzo chilo di droga. In camera poi è stato rinvenuta anche una carta prepagata, alcuni cellulari e diverse banconote (250 euro).
Tutto bene quel che finisce bene, direte. O forse no. Perché lo spacciatore nigeriano è stato processato per direttissima e condannato dal giudice a due anni di carcere per detenzione di stupefacenti ai fini dello spaccio. Grazie ai benefici di legge, però, è subito stato rimesso in libertà con tanti saluti agli sforzi della Municipale. Non solo. Perché come se non bastasse, la toga ha anche ordinato alla polizia Locale di ridare all’immigrato i soldi, la carta prepagata e i vari cellulari trovati durante la perquisizione.
Il sindaco si è infuriato: “Chiedo rispetto nei confronti delle forze dell’ordine e dei cittadini che ci chiedono sicurezza – ha detto Mario Conte (Lega) – Presenterò al Ministro dell’Interno Matteo Salvini una relazione dettagliata perché non è possibile buttare all’aria mesi di indagini per la mancanza di certezza della pena. Se viene fermato uno spacciatore con 500 grammi di droga, 250 euro in tasca e cellulari e di fatto risulta nullatenente non è possibile che venga dissequestrato il denaro“. E pensare che per la Municipale si tratta di un grossista dello spaccio e non di un piccolo spacciatore. “Siamo allibiti – dichiara il Comandante Maurizio Tondato, come riporta TrevisoToday – Dopo mesi di pedinamenti, intercettazioni, ricerche sul campo e tante energie profuse, vediamo un importante grossista della droga del trevigiano che probabilmente non viene punito a dovere, dovendo noi come Polizia Locale restituirgli quanto sequestrato in precedenza perché non è certo fosse provente della sua attività di spaccio, nonostante il ragazzo avesse dichiarato di essere nullatenente“. – FONTE
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