Ballottaggio Francia, ISIS: “Sceglietene uno e poi…” Il piano agghiacciante per fare strage domenica
06/05/2017 – Elezioni in Francia, l’Isis, uccidete candidati ed elettori. A meno di 48 ore dall’apertura dei seggi per il ballottaggio delle presidenziali francesi Isis, sull’ultimo numero, il nono, della sua rivista Rumiyah ha ricordato a ogni “buon musulmano il dovere di uccidere i candidati, gli elettori, il personale ai seggi, che vanno dati alle fiamme in quanto simbolo di idolatria”. Nel testo non vengono fatti i nomi dei due rivali, Emmanuel Macron e Marine Le Pen.
Rumiyah giustifica l’uccisione dei candidati e degli elettori con la spiegazione che chiunque parteciperà al voto “è un infedele”. Sulla copertina dell’edizione francese si vede una mano infilare una busta in un urna, il tutto avvolto da fiamme. Secondo quanto riferisce il sito Memri.org che monitora l’attività jihadista sul web, il testo dell’appello di Isis è stato pubblicato anche nella versione in inglese della pubblicazione (Rumiyah appare in 10 lingue, oltre francese e inglese, russo, bosniaco, turco, tedesco, indonesiano, curdo, uiguro e pashto).
Nella edizione francese il titolo della copertina è Elections Presidentielles 2017 con le lettere suddivise con i colori della bandiera francese, blu, bianco e rosso e sotto l’invocazione: “Siamo obbligati in quanto devoti musulmani a scegliere un candidato da uccidere e a scegliere un seggio cui dare fuoco”. – fonte
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Giugliano, lo choc nello choc: “chi sa non parli , sennò finisce male”. Frasi di invito al silenzio sui profili facebook dei “mostri”
26/03/2017 – Napoli, 11 minori abusano per 4 anni di un 13enne con disabilità mentale. Per quattro anni avrebbero abusato di un ragazzino, oggi 13enne, con disabilità mentale. Individuato nel napoletano branco di 11 minorenni accusato di violenza sessuale e sequestro di persona.
È successo a Giugliano in Campania, un comune del napoletano. I presunti aguzzini sono stati individuati e sono tutti minorenni. A otto di loro sono stati contetati i reati di violenza sessuale e sequestro di persona. Sono stati individuati anche altri tre ragazzini, che avrebbero partecipato alle violenze, ma che non sono imputabili perché minori di 14 anni.
La banda di 11 adolescenti ha abusato per quattro anni di un altro ragazzino, che oggi ha 13 anni ed è affetto da una lieve disabilità mentale. Le violenze avvenivano per la strada, nel campo da calcetto, e, in una sola occasione, secondo quanto accertato dagli inquirenti, anche a casa di uno degli indagati. Da una prima ricostruzione è emerso anche che uno dei bulli minacciava il tredicenne di picchiarlo se non si fosse assoggettato alle violenza.
A far partiere le indagini è stata la denuncia della mamma della vittima, che, per puro caso, ha notato il branco di ragazzini in atteggiamento ambiguo con suo figlio. Il 13enne, infatti, ha sempre subito gli abusi e le angherie in silenzio, senza mai confidarsi con qualcuno, nemmeno con la madre.
I carabinieri della Compagnia di Giugliano in Campania, guidati dal capitano Antonio De Lise, hanno individuato i presunti responsabili. Per otto di loro, il gip del Tribunale per i minori ha disposto una misura cautelare restrittiva con il collocamento in comunità e i carabinieri li hanno accompagnati in una “casa famiglia”. Gli altri tre sono stati affidati ai genitori in quanto minori dell’età imputabile.
“L’episodio portato alla luce dall’indagine dei carabinieri della Compagnia di Giugliano è terribile – ha commentato il sindaco di Giugliano, Antonio Poziello – Non ci sono parole per commentare. L’idea che a compiere le violenze sia stato un branco di minori, di cui due con meno di 14 anni, e che siano andate avanti per ben quattro anni lascia sgomenti”.
“L’Amministrazione comunale ha già avviato una serie di interventi ed attività per il contrasto e la prevenzione del bullismo – ha aggiunto l’assessore alla Legalità Adolfo Grauso – Lunedì la Giunta approverà una delibera, cui lavoriamo da tempo, per l’istituzione di uno sportello finalizzato alla prevenzione del bullismo in collaborazione con le istituzioni scolastiche, in particolare con il docente referente per la prevenzione al fenomeno del bullismo”. Il Comune, spiega Grauso, metterà a disposizione personale qualificato, quali psicologi, assistenti sociali e avvocati, che già operano nei servizi del piano sociale di zona. “Quanto evidenziato dall’indagine dei Carabinieri conferma la necessità di prevenire e contrastare il fenomeno – ha concluso Grauso- è indispensabile mettere in rete i diversi soggetti istituzionali che si occupano dei minori e del loro benessere, le stesse forze dell’ordine, e offrire un punto di riferimento anche alle famiglie”. – FONTE
Clochard bruciato vivo a Palermo: immagini choc
11/03/2017 – Choc a Palermo dove un clochard, Marcello Cimino, di 45 anni, sarebbe stato bruciato vivo. I vigili del fuoco sono intervenuti all’interno di una struttura di accoglienza, nel cui porticato l’uomo trascorreva la notte, dove era stato segnalato un incendio, trovando il corpo carbonizzato del senzatetto. La polizia, coordinata dal Pm Maria Forti che ha disposto l’autopsia, al momento ipotizza l’omicidio. Gli investigatori stanno interrogando anche alcune persone con le quali ieri pomeriggio il clochard avrebbe avuto un diverbio.
L’uomo, senza fissa dimora, dormiva all’interno della missione San Francesco, in piazza Cappuccini, sotto un portico. Nei pressi del refettorio della struttura dove è stato trovato carbonizzato, c’è una sola telecamera di sorveglianza che non era puntata sul giaciglio di fortuna del senzatetto. Dalle immagini si intravede qualcuno che si avvicina alla zona dove dormiva Cimino. Questo, secondo le prime Indagini della Squadra Mobile di Palermo, potrebbe fare propendere per l’omicidio. Qualcuno sarebbe entrato all’interno della Missione e avrebbe dato fuoco al clochard.
L’incendio, secondo i vigili del fuoco, è certamente di origine dolosa; sul luogo della tragedia, infatti, sono state infatti trovate tracce di liquido infiammabile. I poliziotti hanno setacciato la zona per cercare un bidone abbandonato in qualche cassonetto o in alcune aree della zona attorno al convento dei cappuccini. ANSA.IT
Caporalato choc, altro caso a Ginosa: Due romeni picchiati e segregati
24/02/2017 TARANTO – La Flai e la Cgil di Taranto hanno scoperto uno nuovo caso di sfruttamento di braccianti agricoli nelle campagne di Ginosa. Si tratta di un uomo e una donna di nazionalità romena, che ieri sono stati soccorsi alla fermata del bus in zona Porta Napoli, a Taranto, dove erano stati abbandonati da un caporale.
I due sarebbero stati segregati in un casolare, al pari di altri cinque connazionali che hanno presentato denuncia nei giorni scorsi, e picchiati solo per aver chiesto il salario. L’allarme, scattato intorno alle 16, è stato lanciato da uno dei romeni cacciati dal casolare il 7 febbraio scorso e ora ospitato in una struttura protetta a Bari. Il bracciante riferiva di aver appreso che altri due connazionali erano stati abbandonati al capolinea degli autobus. Sul posto sono intervenuti la segretaria territoriale della Flai Assunta Urselli, insieme a Eva Santoro e a Luigi Lamusta della Cgil di Taranto, che hanno trovato i due romeni ancora sporchi e con il fagotto delle loro poche cose ammassate in una busta per la spesa.
Uno di loro, che aveva l’occhio tumefatto ed era visibilmente scosso, è stato poi trasportato in ospedale, dove gli sono state diagnosticate fratture multiple al volto.
L’uomo ha raccontato agli esponenti della Cgil e subito dopo agli inquirenti di essere stato picchiato da un suo connazionale che svolge per un italiano che loro chiamano «il padrone» il ruolo di caporale. Anche la donna che era con lui ha confermato la denuncia, riferendo di essere stata picchiata anche lei tanto da aver dovuto far ricorso nei giorni precedenti alle cure dell’ospedale di Castellaneta. Cgil e Flai tornano «a denunciare – osservano in una nota – una condizione di sopruso e sfruttamento che non riguarda solo dei lavoratori ma degli esseri umani trattati come bestie». – FONTE
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