Puglia, 85 tonnellate di olive da tavola colorate con E141: blitz della Forestale, 18 denunciati.
07/06/2019 – Ottantacinquemila chili di olive da tavola colorate e pericolose per la salute sono state sequestrate in Puglia dagli agenti della Forestale diretti dal generale Giuseppe Silletti. Diciotto imprenditori sono stati denunciati: dovranno rispondere di commercio di sostanze alimentari nocive e produzione di alimenti con aggiunta di additivi chimici non autorizzati dalla legge. La colorazione, con il fine di nascondere i difetti delle olive, avveniva utilizzando sia la clorofilla ramata, sostanza alimentare classificata dalla UE come colorante E141 – un procedimento vietato dalla legislazione nazionale e da quella europea – sia il solfato di rame, particolarmente nocivo per la salute umana.
In molte aziende sono stati accertati la presenza e l’utilizzo del colorante clorofilla ramata nei locali di produzione, in altri casi è risultato fondamentale il campionamento delle olive effettuato dai forestali. Gli imprenditori denunciati sono titolari di aziende nelle città di San Ferdinando, Polignano a Mare, Bitetto, Bitritto, Bisceglie, Margherita di Savoia, Bari, Sannicandro di Bari, Modugno, Noicattaro, Andria, San Giovanni Rotondo, Cassano delle Murge e Lucera. “Il metodo di lavorazione principale per le olive dolci da tavola, il Castelvetrano, prevede l’utilizzo di soda caustica, che permette la ‘deamarizzazione’ del frutto, da cui deriva il nome ‘dolce’ – spiega il coordinatore dell’attività di indagine, Giuliano Palomba (Corpo forestale dello Stato) – Ma durante la lavorazione il loro color verde tende a sfumare verso il giallo e questo fa emergere le macchie e i difetti delle stesse olive”.
“L’ingannevole l’utilizzo della clorofilla ramata E141 e del solfato di rame, con la conseguente colorazione verde brillante delle olive – aggiunge – ha il fine di mascherare tali difetti di qualità”.
Oltre alla colorazione delle olive sono state riscontrate violazioni che riguardano il falso ‘made in Italy’ (olive spagnole e greche come vendute come olive pugliesi), il falso ‘Nocellara del Belice Igp’ e la cattiva conservazione delle stesse, con la conseguenza contestazione dei reati di frode nell’esercizio del commercio, di contraffazione di indicazioni geografiche e di cattivo stato di conservazione degli alimenti. – [FONTE]
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