12/12/2014 – Un’opera da quattro miliardi costruita sopra le frane. E che sta generando altre frane. Parliamo della Variante di Valico dell’Autostrada A1 Firenze Bologna. Un’autostrada che sarà tutta aperta al traffico tra un anno ma che sta causando spostamenti di terre e di interi centri abitati. Ce lo hanno confermato gli stessi tecnici della società Autostrade questa mattina durante una missione proprio nei cantieri sotto esame.

In particolare, sta camminando il viadotto Rio Piazza a monte di Ripoli: la frana è stata riattivata proprio dagli scavi. Dodici le famiglie sfrattate e 140 edifici sotto stretto monitoraggio. Un’opera importante, certo, ma che sta causando danni ai cittadini e dissesto al territorio. E questo nonostante le belle parole di Renzi sul dissesto idrogeologico: una bella passerella per il governo, ma zero atti prodotti per aiutare i cittadini che vivono ancora in emergenza.

Nel frattempo però continua la corsa a completare le opere pubbliche. Anche quelle che – a detta degli stessi costruttori – “attivano frane”. Questa è l’unica cosa che interessa alla solita cricca che favorisce gli amici e i compagni di affari.
È singolare poi il ruolo dell’ex ministro dei lavori pubblici Pietro Lunardi. La sua società Rocksoil ha progettato molte delle gallerie della Variante tramite le imprese aggiudicatrici delle gare. Gare bandite anche nel periodo in cui era ministro. Noi vogliamo vederci chiaro, ad esempio ci chiediamo quale sia il ruolo di Lunardi negli incarichi affidati attraverso la società Spea (100% Autostrade).

A proposito: è proprio la Spea ad aver recentemente fornito gli ultimi dati degli “spostamenti” del terreno: i due misuratori sistemati sopra il viadotto Rio Piazza dicono che il pilone numero 5 ha già superato i 15 centimetri di movimento da novembre 2011 allo stesso mese del 2014. Un centimetro e mezzo negli ultimi 5 mesi. Insomma è il solito grande affare in cui tanti soldi sono finiti nelle stesse tasche in palese conflitto di interessi. È la vergogna di un sistema malato che va avanti da troppi anni. Il sistema che deve essere rivoltato come un calzino: ecco quello contro cui noi combattiamo. Cambiamo l’Italia!

– Massimo DE ROSA (M5S)