Il trafficante Prete colpisce ancora: Barcone con 600 profughi lancia l’Sos dal Canale di Sicilia
10/04/2015 – Un barcone con circa 600 profughi eritrei partiti all’alba di oggi dalla coste libiche è in difficoltà nel Canale di Sicilia. A raccogliere l’Sos, lanciato con un telefono satellitare, e a dare l’allarme è Don Mosè Zerai, il sacerdote di origine eritree responsabile dell’agenzia Habesha che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo.
Secondo le informazioni raccolte dall’agenzia Habesha, sarebbero circa 1500 i profughi già salpati dalle coste libiche su altri barconi o in procinto di farlo.
A guidare questa ong è un sacerdote eritreo, don Mussié Zerai. Chiede all’Europa di aprire il cuore di fronte a questa tragedia umana e l’appello è in particolare per l’Italia che sull’Eritrea, sua ex colonia, ”ha responsabilità storiche e morali”. I viaggi della disperazione partono dall’Eritrea, passano per Paesi come il Sudan, dove alcune milizie corrotte chiudono un occhio di fronte al ”traffico”. Fino al Sinai, in Egitto, dove i beduini fanno ‘merce’ di queste persone. Stupri, torture e violenze, per avere un riscatto dalle famiglie.
Il prete eritreo vedrà a maggio Papa Bergoglio per presentare queste situazioni. Un Papa – come ha ricordato il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi – che ”ha posto un forte accento proprio sul problema dei migranti, dei rifugiati, sul dramma della tratta delle persone”. Infine l’allarme per l’allargarsi delle rotte dei trafficanti, dal Sinai a Paesi asiatici come Vietnam, Indonesia, Tailandia, ”dove la gente viene portata con il miraggio di arrivare in Europa o in Australia e invece poi viene abbandonata là”.
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