08/12/2016 – La batosta presa al referendum costituzionale, con la netta vittoria del No, ha inevitabilmente aperto la resa dei conti all’interno del Partito Democratico. Da ieri, Matteo Renzi e i suoi non fanno che analizzare i dati, disaggreagare i voti sul livello territoriale, valutare i mille fattori di una sconfitta clamorosa, che può rappresentare una battuta d’arresto forse definitiva per la sua carriera politica, oltre che per l’esecutivo.
DE LUCA E LE FRITTURE IN RIUNIONE PRIVATA CON 300 AMMINISTRATORI PUBBLICI
Il No ha vinto praticamente ovunque, certo. Ma ci sono realtà in cui la sconfitta è ancora più bruciante, Regioni in cui il risultato delle urne è uno schiaffo che fa davvero male. Quelle del Mezzogiorno, in particolare, dove il progetto renziano si è arenato, con i cittadini che hanno regalato al No delle percentuali bulgare, difficilmente prevedibili alla vigilia del voto (almeno con questo margine).
La legge lo vieta, e Renzi premia DE Luca alla Sanità nominandolo Commissario
“La situazione della Puglia dopo la scelta di Emiliano la conoscevamo”, mormorano ai piani alti di Palazzo Chigi, “e alla fine in Basilicata non è andata nemmeno malissimo, considerando il clima dopo il referendum sulle Trivelle”. Ma le note dolenti, dolentissime, sono altre: la Campania (dove il Sì si ferma al 31,5%) e la Calabria (33%). E i bene informati riferiscono di un Matteo Renzi letteralmente furioso con Vincenzo De Luca, Governatore della Campania, ed Ernesto Magorno, segretario regionale del PD calabrese: “Non li voglio più vedere, non me li fate nemmeno vedere. Basta, con loro ho chiuso”.
De Luca torna sull’argomento delle fritture di pesce…
Del resto, il Presidente del Consiglio aveva investito sulle due Regioni una parte consistente della sua campagna elettorale, puntando sui patti per il Sud, sui miliardi europei finalmente sbloccati, sulle “sinergie istituzionali” con Campania e Calabria. E se in Calabria il lavoro da fare si annuncia lungo e complicato, lo smacco della Campania è tremendo. Perché Renzi si era affidato ciecamente allo “sceriffo”. Si era fatto andar bene anche l’ennesima ricucitura (formale) con de Magistris, consigliato da De Luca, aveva accettato che l’ex Sindaco di Salerno mettesse le mani sulla Sanità campana, glissando sulle sue continue cadute di stile.
L’IMBARAZZANTE REAZIONE DI VIOLANTE SULL’AUDIO DI DE LUCA!
E ora, si chiedono a Palazzo Chigi, “cosa abbiamo avuto in cambio? Una miseria di voti, a fronte dello scandalo delle fritture, degli insulti alla Bindi, di decine di uscite infelici…”. No, proprio non va. E la resa dei conti, in Campania, comincerà presto. Con quel lanciafiamme che Renzi aveva promesso di usare già dopo il flop delle Comunali e che aveva tenuto stipato in un cassetto proprio per non indispettire nessuno in vista del referendum. – FONTE
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