E’ un divorzio quasi epocale quello che si consuma in queste ore tra la Rai e Antonio Caprarica. Lo storico corrispondente del servizio pubblico da Londra, dice addio a Viale Mazzini e annuncia azioni giudiziarie nei confronti dell’azienda invocando la giusta causa. La Rai, infatti, attraverso la struttura ispettiva interna, gli ha aveva contestato presunte imprecisioni amministrative nella sede londinese (tra le altre cose, l’uomo a Panorama, qualche settimana fa, ha dichiarato: “mi rimproverano di aver fatto continuare a lavorare, con una collaborazione un contabile già andato in pensione. Ma la Rai aveva tralasciato di rimpiazzarlo”).
Antonio Caprarica: non avrei mai immaginato di lasciare l’azienda della mia vita
In un comunicato, Caprarica parla di “crescenti pressioni esercitate dai vertici aziendali con metodi inammissibili e offensivi” ed anche di “persecuzione” nei suoi confronti. Di seguito un estratto delle sue parole:
”Non avrei mai immaginato di lasciare in questo modo l’azienda della mia vita, dopo oltre un quarto di secolo di servizio onorevole e immacolato in ogni angolo di mondo. Troncare questo rapporto con effetto da oggi, come ho appena comunicato alla direzione del personale, è per me l’unica possibilità di immediata reazione alle crescenti pressioni esercitate dai vertici aziendali con metodi inammissibili e offensivi”.
Il giornalista aggiunge:
“Ho respinto finora gli attacchi rivoltimi, dimostrandone l’infondatezza, ma nè la mia salute nè a mia dignità mi consentono di rimanere ulteriormente in Rai. Purtroppo, la mia vicenda illustra drammaticamente l’assenza di qualsiasi organo aziendale di garanzia per i lavoratori, giacchè il consiglio d’amministrazione – da me informato su ogni passaggio della persecuzione – ha preferito voltarsi dall’altra parte piuttosto che chiedere spiegazioni al direttore generale. Con buona pace per il codice etico della Rai”.
L’uomo, che per 15 anni ha fatto il corrispondente dalla capitale britannica, conclude il comunicato sottolineando:
“non mi resta, con profonda amarezza, che sbattere la porta e andare dritto nelle aule dei tribunali, chiedendo ai giudici la tutela dei miei diritti e della mia onorabilità contro il vertice Rai, che dev’essere ricondotto al rispetto delle regole. Bisognerà battersi per assicurare, in questa situazione, un futuro al servizio pubblico, e io continuero’ a farlo da cittadino e da giornalista”.
Parole forti, che siamo sicuri faranno discutere. Si attendono risposte da parte di Viale Mazzini. (Adnkronos)