DAMIANO (PD), Proposta assurda, chi va in pensione non deve più lavorare
FARE UNA LEGGE, CHI VA IN PENSIONE NON DEVE PIU’ LAVORARE, PENA LA DECURTAZIONE DELLA PENSIONE. IL MINISTRO E’ DAMIANO (PD) FANNO L’INCONTRARIO E I GIOVANI SARANNO A CASA SEMPRE DISOCCUPATI.
Ipotesi DAMIANO:
Se andiamo indagare e scovare quanti lavoratori pensionati lavorarano in nero o nelle cooperative ed in aziende private. Questi sanzionati con una legge potremmo dare a 150.000 posti in piu’ per i giovani. Un’esempio personale come il governo ragiona in un modo all’incontrario che va contro l’occupazione ai giovani: Nel 2014 ho 42anni e sei mesi di contributi ed ho 58 anni…. dopo aver mantenuto tutti fino all’inizio dell’età inizio lavoro a di quindici anni, vengo penalizzato con la proposta del governo del 8% piu le aliquote minore che fanno 12% sul salario da pensionato. Con la crisi e il salario minore ( la mia arriva a 1200 euro al mese) da pensionato si andrà ad aumentare il lavoro nero perchè abbiamo ancora figli che studiano e pagare il mutuo. In pensione almeno a 60 anni senza penalizzazioni è proprio fuori dalla loro portata intellettiva, limoni secchi fino a 70anni più di tanto non si possono spremere, ma le uscite secondo questi geni sarebbero automatiche al compimento dell’età o ci metteranno magari anche le finestre. Che vadano a prendere i soldi da quelli che sono andati in pensione con 19 anni e mezzo e hanno rubato altri posti di lavoro e se la stanno godendo da un pezzo…anche i nostri sono diritti acquisiti. Ancora questi politici dà la colpa ai lavoratori, dicendo addirittura che sarebbero loro i privilegiati e che danneggiano i giovani. Il brutto della propaganda è che i”giovani” ci credono . Senza pensare che i diritti ( sicuramente non quelli dei pensionati baby fatto per scambio voto) di cui ha usufruito fino ad ora sono frutto di lotte e battaglie che sono costate sangue e sudore ai nostri predecessori.
INCENTIVI E DISINCENTIVI DELLA PROPOSTA DAMIANO:
Una parte del Pd vuole intervenire per cercare di imporre un cambio di passo all’Unione Europea, organismo ritenuto responsabile dell’aggravarsi della crisi economica. Correggere e modificare norme responsabili dello smantellamento dello stato sociale rappresenta, senza dubbio, un primo passo.
Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, si farà promotore di una serie di proposte di legge per ristabilire equità su pensioni e diritto del lavoro. “La cieca obbedienza all’Europa dell’austerità a senso unico ha prodotto in Italia una riforma delle pensioni sbagliata e causa, tuttora, di gravi squilibri sociali. Il ministro Fornero non può sottovalutare il fatto che alcune centinaia di migliaia di lavoratori (esodati, prosecutori volontari, mobilitati, appartenenti ai fondi speciali, ecc), sono rimasti intrappolati a seguito della brutale cancellazione delle pensioni di anzianità e per la mancanza, per la prima volta, di qualsiasi criterio di gradualità”.
Ha spiegato in una nota stampa il parlamentare di Torino. “Misure così drastiche non si conoscono in nessun altro Paese europeo – prosegue l’esponente del Pd – e non ci consola il fatto di aver raggiunto il primato dell’innalzamento dell’età pensionabile, superando persino la Germania. Di questo record avremmo fatto volentieri a meno. Adesso, purtroppo, questa pesante eredità, nonostante le correzioni conquistate dalla dura ma non risolutiva battaglia parlamentare del Pd che ha consentito di salvaguardare 130mila lavoratori, rimane sulle spalle del nuovo governo”.
Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, si farà promotore di una serie di proposte di legge per ristabilire equità su pensioni e diritto del lavoro. “La cieca obbedienza all’Europa dell’austerità a senso unico ha prodotto in Italia una riforma delle pensioni sbagliata e causa, tuttora, di gravi squilibri sociali. Il ministro Fornero non può sottovalutare il fatto che alcune centinaia di migliaia di lavoratori (esodati, prosecutori volontari, mobilitati, appartenenti ai fondi speciali, ecc), sono rimasti intrappolati a seguito della brutale cancellazione delle pensioni di anzianità e per la mancanza, per la prima volta, di qualsiasi criterio di gradualità”.
Ha spiegato in una nota stampa il parlamentare di Torino. “Misure così drastiche non si conoscono in nessun altro Paese europeo – prosegue l’esponente del Pd – e non ci consola il fatto di aver raggiunto il primato dell’innalzamento dell’età pensionabile, superando persino la Germania. Di questo record avremmo fatto volentieri a meno. Adesso, purtroppo, questa pesante eredità, nonostante le correzioni conquistate dalla dura ma non risolutiva battaglia parlamentare del Pd che ha consentito di salvaguardare 130mila lavoratori, rimane sulle spalle del nuovo governo”.